La Lombardia resterà ufficialmente in zona rossa. A confermarlo, i dati dell'ultimo monitoraggio dell'Iss. Sfuma così l'ipotesi dei cinque giorni “respiro” tanto sperati da cittadini e titolari di attività, prima della serrata di Pasqua in cui tutta l'Italia si colorerà di rosso dal 3 al 5 aprile. Pochi, in ogni caso, i cambiamenti sulla mappa nazionale: il Lazio diventerà arancione a partire da martedì, mentre la Valle d'Aosta passerà in rosso a causa dell'incidenza settimanale che ha registrato più di 250 casi ogni 100 mila abitanti.
Sono otto le Regioni che, con probabilità, resteranno rosse anche dopo Pasqua, almeno fino a martedì 13 aprile: fra le cause, oltre all'elevata incidenza dei casi che supera la soglia di rischio, anche la regola che prevede si debba stare per almeno due settimane in una fascia prima di poter cambiare in una con meno restrizioni. Chi è rosso, quindi, dovrebbe passare almeno due monitoraggi con dati da arancione per poter cambiare effettivamente colore. Fra queste otto Regioni anche la Lombardia, che ad oggi presenta 293 casi ogni 100 mila abitanti, insieme a Friuli (410), Piemonte (354), Emilia-Romagna (351), Puglia (292), Valle d'Aosta (291), Marche (284), Provincia di Trento (279) e Veneto (254).
Durante la conferenza stampa tenutasi oggi nel primo pomeriggio, al termina della cabina di regia Covid sul nuovo decreto, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha illustrato i nuovi provvedimenti e misure che verranno adottate a partire dal 7 aprile. Buone notizie per le scuole: asili nidi, elementari e prima media verranno riaperte in zona rossa dopo Pasqua. Restano invece “abolite” le zone gialle almeno fino al 30 aprile, data di scadenza dello stato d'emergenza per il quale in un secondo momento si valuterà una proroga.
Con la sospensione delle zone gialle – come è appunto emerso al termine della cabina di regia Covid sul nuovo decreto – non riaprono quindi nemmeno i bar, i ristoranti e diverse attività. Non riprendono nemmeno i cinema, i teatri o le palestre – ormai in stand-by da mesi. Restano bloccati anche gli spostamenti all'interno della propria regione e fra regioni, se non per motivi di necessità, lavoro e studio oppure per rientrare alla propria residenza, domicilio o abitazione.
Per compensare alla chiusura delle attività, secondo quanto confermato dal Governo arriveranno nuovi rimborsi e sostegni, finanziati dalla richiesta di un nuovo scostamento di bilancio intorno al 10 aprile. La linea dura adottata dai ministri, che varrà almeno fino al 30 aprile, ha come scopo quello di contenere ulteriormente la curva dei contagi in previsione di graduali riaperture nel mese di maggio.
(Fonte: repubblica.it)
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