L’Atalanta crolla a Torino sotto i colpi dei granata, che segnano tre gol e aprono una crisi in casa dei bergamaschi, i quali si presentano con una formazione fortemente rimaneggiata: non ce la fa Kolasinac, solo panchina per lui, al suo posto arretra De Roon sulla linea dei difensori. Out anche Scamacca, recupera invece De Keteleare: a sorpresa, accanto a lui c’è Miranchuk, per una coppia di tecnica pura a supporto dello stacanovista Lookman. A guidare l’attacco granata c’è invece il grande ex, Duvan Zapata, vicino a Sanabria. Juric sceglie di schierare Tameze (altro ex) tra i difensori, lasciando il centrocampo a Linetty e a Ilic.
Gli eventi salienti di un primo tempo non esattamente esaltante si possono riassumere nelle due tegole che piombano sulla Dea tra il 19’ e il 22’. Prima, Djimsiti si fa male e deve uscire: Ruggeri va a fare il difensore di sinistra e il suo posto sulla fascia lo prende Bakker. Dopo, Vlasic arriva bene sulla sinistra e mette in mezzo, Scalvini (adattato centrale) buca l’intervento, Zapata stoppa e da due metri batte Musso per l’1 a 0 del Torino.
Troppo statica la retroguardia orobica, la quale però gioca di fatto con un solo difensore: situazione prevedibile già da agosto, ma le dinamiche del mercato sono misteriose. A onore del vero, l’Atalanta potrebbe anche pareggiarla alla mezz’ora, quando Lookman prolunga per De Keteleare, il belga arriva a tu per tu con Milinkovic, ma tira addosso all’estremo difensore. Lo stesso attaccante farà poi ammonire Buongiorno al 46’ (comunque troppo tardi) prima che l’arbitro mandi tutti negli spogliatoi.
Spogliatoi da cui escono Muriel e Holm per Lookman e Hateboer, ma la situazione non migliora. Al 55’ trattenuta di Scalvini su Buongiorno in area, col capitano granata che fa una pantomima a Piccinini. L’arbitro va al monitor e assegna calcio di rigore, per un contatto sicuramente prolungato, ma se si dovesse rivedere al var ogni trattenuta di questo tipo, i penalty a partita il numero di penalty a partita andrebbe in doppia cifra.
Sanabria dal dischetto fredda Musso e porta i suoi avanti di due, mettendo la parola fine sulla partita. Gli ospiti sono disorganizzati, complici alcuni cambi autolesionisti (fuori De Keteleare e non Miranchuk). Il russo è l’unico, insieme a Pasalic, ad impegnare Milinkovic prima del 95’, quando Zapata trova addirittura la doppietta che fissa sul 3 a 0 il risultato finale.
Esito che fotografa benissimo la prestazione orobica: urge cambiare qualcosa, per svoltare un momento negativo che ormai prosegue da più di un mese. Sei sconfitte in quattordici gare sono troppe per una squadra che punta all’Europa, e all’orizzonte c’è la gara di campionato contro il Milan: che si dia tutto.