La vita e la morte, ai tempi dei nostri bisnonni, nel nuovo libro del Centro Studi Valle Imagna

Carminati: "Si è cercato di tracciare una parabola della vita che ha caratterizzato la vita di tanti uomini nei decenni passati. Abbiamo condotto tante interviste ad anziani, portando alla luce tante pratiche poi sparite".
13 Febbraio 2024

È in arrivo l’ultimo volume edito dal centro Studi Valle Imagna: si chiamerà “Dalla nascita alla morte. Il ciclo della vita individuale nella dimensione rurale di un villaggio delle Orobie”, nuovo volume della collana “Genti, contrade e soprannomi di Valle Imagna” scritto da Antonio Carminati, importante figura del panorama socio-culturale valdimagnino.

“Io sono nativo di Corna Imagna, ho diretto per anni il Centro Studi Valle Imagna, di cui sono co-fondatore. Ho anche fatto il sindaco per due mandati a Corna, a fine anni ’90 e negli anni ’10”.

Insomma, ad Antonio non mancano l’esperienza e la conoscenza del territorio. “Il volume fa parte di una collana edita dal Centro Studi: si tratta della seconda, dopo ‘Gente e terra d’Imagna’. Genti, contrade e soprannomi di Valle Imagna è stata invece pensata come una tetralogia: Dalla nascita alla morte chiude questo ciclo di ricerche, cominciato con uno studio sui paesi, poi si è passati all’architettura, poi all’emigrazione e l’uso del suolo, infine siamo arrivati alla vita individuale”.

Si tratta di un lavoro culturale di grande rilievo: “Questo volume era stato strutturato insieme al prof. Maconi, che è stato il primo Presidente del Centro Studi. Con lui, avevamo messo a fuoco la struttura del libro. Avevo iniziato a scrivere, poi mi sono fatto prendere da tanti altri impegni ma ora ho deciso di chiudere il lavoro. Ho ripreso in mano gli appunti di un tempo e li ho ultimati, mentre gli altri volumi erano stati costruiti con Costantino Locatelli, questo l’avevo pensato proprio con il prof Maconi. Sentivo che bisognava finire, infatti a breve andremo a stampa e presenteremo l’opera”.

Il titolo spiega bene il punto centrale del lavoro condotto da Carminati: “La ricerca è stata effettuata nell’ambito della parrocchia dei Santi Simone e Giuda Taddeo di Corna Imagna ed è divisa in tre capitoli: infanzia, vita adulta e morte. Si è cercato di tracciare una parabola della vita che ha caratterizzato la vita di tanti uomini nei decenni passati. Abbiamo condotto tante interviste ad anziani, portando alla luce tante pratiche poi sparite” è un affascinante salto nel tempo. “Ad esempio, oggi al momento del matrimonio gli sposi si scambiano gli anelli. Un tempo era solo la donna a mettere l’anello, si diceva che servisse per “ferrare” la sposa, come con i cavalli”.

Usanze diverse, da capire e studiare: “Non è inteso in senso dispregiativo, la donna era importantissima e ha aiutato a superare tantissimi momenti difficili” spiega Carminati “con il matrimonio diventava una figura di prim’ordine nella nuova struttura famigliare. Si può pensare anche alla festa di San Luigi, quando i giovani raccolgono offerte materiali casa per casa, poi messi all’asta dopo la processione. È una pratica rimasta in vita, altre sono andate perse, come stramà i tuse: i giovani davano una valutazione sulle donne, andavano fuori dalla casa di una ragazza di notte e lasciavano qualcosa per indicare cosa pensassero di lei”.

È il fascino di una civiltà solo apparentemente lontana nel tempo. “È presente anche il tema della morte e della nascita: dare il nome e il cognome, come il bambino veniva inserito in famiglia ed educato… fino al matrimonio, quando si cominciava a parlare con una ragazza: le ragazze non si frequentavano senza un motivo ben preciso come il fidanzamento”.

Carminati spiega perché un’indagine sul passato è importante: “Occorre leggere queste usanze, alcune oggi persistono. Non sono pratiche del solito ‘mago moderno’, ma hanno una storia legata alle nostre popolazioni. Si tratta di leggere la realtà per capire come le persone dei nostri paesi rispondevano ad una serie di eventi che si presentavano loro davanti, come sposarsi, crescere, lavorare e così via”.

centro studi libro - La Voce delle Valli

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