Lupo, Coldiretti: “Cresce la presenza in Bergamasca, a rischio allevamenti e pascoli”

Gli attacchi dei lupi nelle zone montane della provincia di Bergamo sono in costante crescita e rappresentano un vero e proprio pericolo per gli allevamenti di mucche, pecore, capre e asini.
6 Dicembre 2024

Gli attacchi dei lupi nelle zone montane della provincia di Bergamo sono in costante crescita e rappresentano un vero e proprio pericolo per gli allevamenti di mucche, pecore, capre e asini.

E’ quanto afferma Coldiretti Bergamo in relazione al pronunciamento del comitato permanente della convenzione di Berna per la conservazione della flora e della fauna selvatiche e dei loro habitat naturali, organo del Consiglio d’Europa, che ha votato a favore della richiesta dell’Unione europea di abbassare il livello di protezione per i lupi. L’indirizzo va incontro alle crescenti richieste da parte degli enti locali di maggiore flessibilità per gestire più attivamente le concentrazioni critiche di lupi.

In Lombardia – spiega Coldiretti sulla base del rapporto regionale sui grandi carnivori 2023 – le unità riproduttive di lupi confermate sono salite a 25, tra le province di Bergamo, Brescia, Como, Lecco, Sondrio, Pavia, Mantova, Lodi e Cremona. A livello nazionale invece – ricorda Coldiretti – secondo una stima dell’Ispra, la popolazione dei lupi in Italia è aumentata attestandosi intorno ai 3.300 esemplari, 950 nelle regioni alpine e quasi 2.400 lungo il resto della penisola.

Numeri che testimoniano come il lupo non sia più a rischio estinzione. Al contrario cresce il pericolo della scomparsa della presenza dell’uomo delle montagne e delle aree interne, con effetti devastanti sull’economia e sull’occupazione di questi territori, ma anche sull’assetto idrogeologico.

“Purtroppo i nostri associati ci segnalano sempre più spesso la presenza di questi animali e il rischio che attacchino gli allevamenti – sottolinea il presidente di Coldiretti Bergamo Gabriele Borella-. E’ importante difendere il lavoro di allevatori e pastori perché sono loro che con coraggio ogni giorno assicurano il presidio delle montagne, garantiscono prodotti di qualità e la bellezza del paesaggio. Senza i pascoli le montagne muoiono, l’ambiente si degrada e frane e alluvioni minacciano le città, soprattutto ora che gli effetti dei cambiamenti climatici sono sempre più evidenti.

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