Mamma, papà e figlie in transumanza: la storia dei Salvini arriva sul “The Guardian”

Il The Guardian, popolarissimo giornale britannico, fa tappa (ancora una volta, dopo Foppolo) in Valle Brembana: a questo "giro" il quotidiano racconta, in un articolo, la transumanza della famiglia Salvini in quel di Mezzoldo.
27 Giugno 2023

Il The Guardian, popolarissimo giornale britannico nato a Manchester nel 1821 e con sede a Londra, fa tappa (ancora una volta, dopo Foppolo) in Valle Brembana: a questo “giro” il quotidiano racconta in un lungo e approfondito articolo la transumanza in quel di Mezzoldo. A questo link trovate l’articolo completo.

Nello specifico, il giornale inglese racconta la storia della famiglia Salvini, composta da Juri, Katya, Alessandra ed Elena: “Juri, il capofamiglia, ha iniziato a lavorare con lo zio all’età di 12 anni in un alpeggio chiamato Alpe Terzera, dove ancora oggi porta la sue mucche – racconta il Guardian – Ogni giugno la magia si ripete, partendo dal piccolo paese di Mezzoldo, tutta la famiglia si trasferisce in alta montagna con gli animali, dove vive in baita e trascorre giornate sospese nel tempo, lontane dalla vita frenetica della vicina valle, dove l’industria ha da tempo sostituito il lavoro dei pastori.

In Valle Brembana, il rapporto con la natura e il valore che i pascoli danno alla biodiversità locale sono due pilastri che hanno resistito ai cambiamenti, a differenza di altri luoghi. Il desiderio di tornare a una vita rurale, rispettando il territorio e nutrendosi di prodotti genuini locali, risuona nella comunità. Oltre al suo valore pratico, la transumanza ha un profondo significato culturale. Rappresenta il legame tra uomo e natura, l’interdipendenza tra la comunità locale e la montagna. È una celebrazione delle tradizioni, con feste e rituali che accompagnano il passaggio del bestiame e che coinvolgono l’intera comunità.

Nonostante il duro lavoro quotidiano – si legge nell’articolo firmato da Giuseppe Nucci e con le bellissime foto di Luciano Lavadini – , la famiglia non manca mai di riunirsi intorno a un tavolo. Quassù, dopo aver consumato un buon pasto e condiviso pensieri, ci si abbandona al sacro riposo nel pomeriggio o nella notte. Le giornate iniziano presto e finiscono tardi. I mezzi meccanici sono ridotti all’osso e la fatica e il sudore sono all’ordine del giorno. La speranza è che questa antica pratica sopravviva e si tramandi di padre in figlio, come avviene da secoli su queste montagne, affinché la magia possa ripetersi ogni estate”.

Foto: The Guardian - Luciano Lavadini

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