Incluṡióne, dal latino. inclusio -onis è” L’atto, il fatto di includere, cioè di inserire, di comprendere in una serie, in un tutto.” Da qui è iniziato, il 12 settembre, il percorso scolastico di 76 bambini e ragazzi ucraini, che da marzo scorso abitano la terra di Valle Imagna, fra i comuni alti come Rota d’Imagna e dell’opposto versante in Bedulita.
“Seguendo le normative, abbiamo inserito 34 ragazzi alla scuola secondaria di primo grado e 42 in diversi plessi della scuola primaria, cercando di suddividerli all’interno delle classi in modo da mantenere un numero basso di bambini ucraini per classe.” Così ha iniziato a raccontarci questo primo mese e mezzo di anno di scuola la Dirigente Scolastica dell’Istituto Comprensivo di Sant’Omobono Terme, Marzia Arrigoni.
“I primi giorni sono stati positivi, poi abbiamo iniziato a scoprire che indubbiamente ci sono alcune difficoltà legate soprattutto al loro vissuto, non solo a riguardo della guerra ma anche situazioni precedenti come abbandoni in tenera età, oppure al fatto che faticano a stare nel rigido sistema scolastico italiano, mentre altri ragazzi hanno disabilità oggettive certificate. Al momento abbiamo un gruppetto che, per questi motivi, sta creando disagio all’interno della scuola, ma stiamo cercando la soluzione migliore.”
La Dirigente sottolinea in modo positivo che comunque più della metà dei bambini sono ben inseriti e hanno voglia di mettersi alla prova, di condividere con gli altri spazi e tempi e inclusione, quella vera. “Stiamo mettendo in campo e cercando tutte le nostre risorse a disposizione, proprio per i bambini ucraini, senza togliere nulla agli altri, cercando di trovare la strada giusta per poter far vivere bene tutti. L’equipe educativa è tanto compatta quanto un po’ in affanno, perché ci ritroviamo con numeri, disagi e cambiamenti importanti con i quali non ci siamo sempre messi alla prova o comunque problematiche su cui non ci siamo confrontati abbastanza.”
Non manca di citare il supporto dal CTI, il Centro Territoriale per l’inclusione, una rete per l’inclusione che raccoglie le scuole del territorio, l’apertura di una buona collaborazione con l’Università di Bergamo e ovviamente con i Comuni e le Amministrazioni comunali che hanno in gestione questi ragazzi. Tutto questo è stato racchiuso in una circolare, inviata lo scorso 2 novembre, a tutto il personale della scuola, alle famiglie e alle amministrazioni comunali che si prendono cura dei ragazzi ucraini.
A seguito della lettera della dirigente, Rossano Mazzoleni, genitore che vive sia la realtà della primaria che della scuola secondaria di Selino Basso ci racconta: “I pensieri e le riflessioni sono contrastati, come è normale che sia così, data la situazione delicata. La scuola sta facendo tutto il possibile insieme agli enti esterni, ma la comunicazione e le tempistiche sono sempre elementi cruciali.”
Fra le parti più vicine ai ragazzi ci sono le insegnanti, come Francesca Circolari, non solo maestra delle due sezioni di quinta elementare della primaria di Selino Basso ma, parlando di inclusione, presidente dell’Associazione Dorainpoi che include e unisce famiglie con figli con disabilità: “Nonostante le opinioni differenti e le situazioni difficili, i bambini ucraini nelle mie quinte hanno trovato un ambiente e una classe molto accogliente che ha permesso loro di essere relativamente tranquilli. Sono contenta di avere i ragazzi ucraini in classe, diciamo che vado a scuola con una spinta in più, una sfida personale, dà il senso al mio lavoro di educatrice, mi motiva tantissimo. Sono contenti anche i miei alunni che da sempre sanno essere accoglienti.”
L’insieme, il tutto, porta all’inclusione. A questo si associa la gratitudine, che sottolinea infine la dirigente Marzia Arrigoni: “Voglio ringraziare i docenti e i collaboratori scolastici, tutto il personale della scuola per l’impegno e la professionalità che stanno dimostrando in questo periodo di emergenza che stiamo vivendo. Voglio ringraziare anche i bambini e ragazzi della nostra scuola e con loro le famiglie per la collaborazione dimostrata. È importante che si lavori in gruppo e che vengano condivise le difficoltà e le criticità ma anche le strategie che funzionano e che riusciamo a trovare. Un grazie a tutto l’istituto.”