È ancora una brutta Atalanta, sconfitta in casa dalla Lazio per una rete a zero ad inizio secondo tempo. La squadra di Gasperini si dimostra di nuovo poco brillante e in generale spenta. Domina, in generale, l’imprecisione e la sensazione di una mancanza di qualità da parte di entrambe le squadre, che vorrebbero giocare ad un ritmo al quale non possono giungere proprio a causa della scarsità di doti tecniche.
La spia più evidente è rappresentata dai numerosi passaggi sbagliati sia da una parte che dall’altra: tanti gli errori nella costruzione del gioco, il che si traduce nella statistica che vede a zero il conto dei tiri in porta alla fine del primo tempo. Per la verità, l’unica occasione arriva alla fine dei tre di recupero della prima frazione, con un colpo di testa di Kolasinac su corner con palla fuori.
A referto si registra solo la sostituzione di Nuno Tavares al 35’, l’esterno era in dubbio e ha resistito solo poco più di mezz’ora. La Lazio ritrova anche Gigot in difesa, mentre Guendozi è squalificato e Castellanos deve partire dalla panchina. L’Atalanta adotta la variante del tridente con Cuadrado al posto di De Ketelaere, a metacampo si rivede Ederson dopo la squalifica.
Decisamente più vivace la ripresa, che si apre con un tiro da fuori di Dele Bashiru, respinta di Carnesecchi. Risponde subito l’Atalanta con Lookman che premia l’inserimento di Kolasinac, palla a rimorchio per Retegui il cui tiro è murato da Mandas a corpo morto. In quello che sembra il suo momento migliore, la Dea si fa male da sola. Lancio lungo di Mandas per Isaksen e Dele-Bashiru, Kolasinac scivola, Hien dorme e il numero 7 serve il danese in area, colpo a volo che batte Carnesecchi e Lazio in vantaggio su un altro regalo dei bergamaschi.
I padroni di casa danno una reazione ancora una volta troppo, troppo timida. Entra bene De Ketelaere per dare fantasia, poi a un quarto d’ora dalla fine escono Lookman e Retegui per Maldini e Samardzic. L’Atalanta ha l’occasione migliore con Brescianini nel finale, colpo di testa a lato di poco, ma la prestazione resta di nuovo insufficiente.
I biancocelesti sbancano Bergamo, la sensazione è che potesse essere una squadra quantomeno abbordabile, invece si fallisce ancora una partita giocata male, soprattutto nei primi 45 minuti di vuoto (reciproco). Restano otto partite alla fine per difendere un posto in Europa ora tutt’altro che scontato, aldilà di facile dietrologie occorre rendere il finale di stagione qualcosa di diverso da un lenta agonia: l’obiettivo è ancora a portata di mano, forse occorrono uomini in grado di dare il 100% per raggiungerlo.