Vivere in montagna, per alcuni, potrebbe essere un problema insormontabile: territori aspri, non completamente urbanizzati sono visti come un ostacolo, costringendo le persone ad emigrare e scendere dalle valli, spronando di conseguenza il fenomeno dello spopolamento. Ma non è tutto rovi e spine: anche la montagna può offrire diverse opportunità di lavoro per quei giovani che, legati alle proprie radici, non vorrebbero lasciare la terra natìa.
Di questo e di altro si è discusso nel seminario tenuto lo scorso giovedì 14 febbraio alla Green House di Zogno, a tema “Povertà educativa” organizzato dalla Comunità Montana Valle Brembana e dall'Azienda Speciale Consortile Valle Imagna-Villa d'Almè. “Abbiamo pensato che sarebbe stato interessante discutere insieme su cosa significasse in questi territori di montagna lavorare su progetti educativi, sociali e anche economici dando la parola ad alcune esperienze locali” ha spiegato il direttore di ASC Imagna-Villa d'Almè Gianantonio Farinotti.
A riprova che vivere e lavorare in montagna per i giovani è possibile, due cooperative spiccano sui nostri territori delle valli: “I Raìs” di Dossena e le “Giovani Orme”, di Corna Imagna, guidati dai portavoce Walter Balicco, 27 anni, e Stefano Invernizzi, 26.
I Raìs, che operano già da qualche anno nel paesino brembano, sono un gruppo di ragazzi poco più che ventenni che hanno fatto del territorio il loro punto sinergico. Sono partiti lavorando al servizio mensa per l'asilo e gestendo la manutenzione del verde pubblico. Successivamente nasce la prima vera attività lavorativa: i ragazzi riaprono lo storico albergo “Mirasole”, chiuso da 15 anni, mentre quest'anno ad essere riaperta è stata la “Trattoria Alpina”. Nel prossimo futuro i giovani sperano di dare vita anche al nuovo progetto di un albergo diffuso nel comune di Dossena.
“Per sviluppare economia in un paese di montagna – spiega Walter Balicco – c'è da fare sacrifici enormi. Il nostro scopo non è arricchirci o creare posti di lavoro ma dare prospettiva ad un territorio montano. Chi vive in montagna deve imparare a viverla e non a subirla. Ma lo si deve fare per scelta. Ad oggi la nostra cooperativa occupa 10 persone, 15 in estate. Tutti ragazzi della zona che, in futuro, spero si fermeranno e faranno famiglia nei nostri paesi”.
Proprio come a Dossena, anche a Corna Imagna le “Giovani Orme” nascono dall'idea di un gruppo di ragazzi intraprendenti, che sentivano il bisogno di far rinascere il proprio paese, che avevano scelto come base operativa un edificio comunale abbandonato – le ex scuole elementari di Brancilione. Lo stabile è stato poi trasformato in un ostello dal nome “Il Sentiero”. L'Amministrazione comunale ha scelto così di puntare su questi giovani, affidandogli la gestione della nuova attività e incoraggiando la nascita della cooperativa.
Da quel seme piantato è nato un rigoglioso albero, che si estende fra i suoi numerosi rami. Le “Giovani Orme” si occupano, infatti, non solo della gestione dell'ostello, ma di molteplici altre attività. Un esempio è la realizzazione di un campeggio attrezzato per l'estate, spaziando per progetti di educazione ambientale nel castagneto didattico in località Brancilione, a servizi extra scolastici e recupero di antiche tradizioni e mestieri con corsi per imparare a realizzare muri a secco e cestini e gerle.
Da questa realtà è nato anche un nuovo progetto, dal nome “Into the Valley”. L'idea è dare ai ragazzi delle scuole superiori la possibilità di riscoprire il proprio territorio per incentivarli, in futuro, a coltivarci le proprie ambizioni e viverle. Si tratta dunque di un percorso al termine del quale si evince che il sogno di questi giovani è essere in viaggio, permettendo così di costruire un progetto attorno a questa tematica. “Il nostro obiettivo sarà dunque quello di mettere a disposizione le nostre competenze per aiutare questi ragazzi a capire che anche a Corna Imagna le ambizioni possono essere coltivate e fatte crescere – spiega Stefano Invernizzi – In futuro ci piacerebbe estenderlo ad altri paesi della Valle Imagna”. Durante il seminario, sono state ascoltate anche due testimonianze di giovani che lavorano sul territorio provenienti dalla provincia di Sondrio: uno è il progetto +++ di Max Bevilacqua, il secondo il progetto Sbrighes! di Elisa d'Anza.