Quella volta che una sensitiva ritrovò Cesare Benigni: oggi il “suo” Rifugio compie 40 anni

Domenica 25 agosto, sulle alture di Ornica, il Rifugio "Cesare Benigni" compie 40 anni. Ecco la sua storia, a tratti incredibile.
23 Agosto 2024

Grandi festeggiamenti in programma domenica 25 agosto sulle alture di Ornica: il Rifugio “Cesare Benigni” compie 40 anni. Un evento legato – purtroppo – a doppio filo ad una tragedia: la prematura scomparsa, e il successivo (incredibile) ritrovamento, del giovane alpinista Cesare Benigni.

Con l’aiuto di Giovanni Battista Stefanoni, Presidente della Sezione “CAI Alta Valle Brembana” (proprietario del Rifugio Benigni), abbiamo fatto un salto nel tempo per conoscere la storia del rifugio e qualche aneddoto. Innanzitutto, questo luogo si trova a quota 2.222 m dentro il “Parco delle Orobie” all’inizio di un piccolo altopiano (straordinario balcone naturale sulle Alpi Centrali e le Orobie) a poca distanza dal Lago Piazzotti (che si estende tra la Valle di Salmurano e la Val Tronella sul confine tra le province di Bergamo e Sondrio) ed è stato costruito nel 1982 e successivamente inaugurato il 26 agosto 1984.

“La costruzione dell’edificio, avvenuta nel 1982, è cominciata grazie al lavoro di numerosi soci di quella che ai tempi era la Sottosezione CAI Alta Valle Brembana e al prezioso contributo della famiglia Benigni. Proprio quest’ultima ha voluto onorare la memoria del loro Cesare, giovane ventennescout scomparso prematuramente il 5 luglio 1981 mentre precipitò in un canale dal Pizzo del Diavolo di Tenda (montagna più elevata della Valle Brembana ndr) – racconta Stefanoni.

Quel giorno Benigni stava facendo un’escursione in solitaria mentre si trovava su quella montagna. Non aveva precisato la meta, di conseguenza, dopo non esser rientrato, ci vollero ben 24 ore per risalire alla presenza della sua motocicletta nei pressi di Pagliari e, sulla base di alcune indicazioni, le ricerche furono indirizzate al Pizzo del Diavolo di Tenda.

Una cosa a dir poco “assurda” è stato il procedimento che è stato effettuato per ritrovare il corpo di Cesare: “Per giorni non si riuscì a trovare il suo corpo. Quando le ricerche ormai furono abbandonate, rimasero alcuni suoi amici anch’essi scout, come Cesare, che ricevettero indicazioni dal responsabile del Soccorso Alpino Lorenzo Begnis (originario del paese di Lenna ndr) di dirigersi in un punto preciso alla base della parete del Pizzo del Diavolo, all’altezza del Passo di Valsecca. La segnalazione era del tutto atipica perché non arrivava dagli escursionisti, ma bensì da un’anziana signora di Ponte San Pietro presunta ‘sensitiva’ che volle dare una mano – continua. – I tre giovani partirono e, seguendo passo passo le indicazioni, trovarono proprio in quel punto il corpo seminascosto di Cesare che era seminascosto tra detriti e neve. Era precipitato dalla cresta del Pizzo del Diavolo finendo in quel canalino roccioso”.

Questo aspetto della vicenda è stato un po’ tenuto “nascosto” durante quegli anni, ma ai membri della Sezione CAI Alta Valle Brembana è stato raccontato in prima persona proprio da Begnis, che ne fu testimone diretto. Dopo il recupero del corpo, la famiglia Benigni chiese come poteva contribuire a qualcosa che ricordasse Cesare e l’idea dell’allora Presidente della Sottosezione CAI Alta Valle Brembana fu quella di realizzare un piccolo rifugio collocato sulla bastionata di Cima Piazzotti. Posizione difficile, ma al tempo stesso incantevole e soprattutto in un punto del neonato Sentiero delle Orobie Occidentali che poteva davvero essere di aiuto al crescente numero di frequentatore.

“Nacque così il rifugio che porta il nome dello sfortunato ragazzo. Ai tempi io ero uno Scout da due anni nel Gruppo ‘Agesci Dalmine’ e ricordo bene quella tragedia – ci dice Giovanni Battista. – Una cosa che sanno in pochissimi è che tutt’ora, dove fu ritrovato il corpo, c’è una croce in ferro, realizzata dal papà di Cesare, e cementata alla roccia. Gli Scout portarono su la croce, il cemento, sabbia e acqua ma solo il papà volle posare la croce a ricordo del figlio scomparso proprio lì. Penso che, a parte loro, le persone che hanno visto quella croce si contino sulle dita di una mano”.

La motocicletta fu trovata alla casa dei guardiani della diga di Fregabolgia (Calvi): è proprio da quel punto che si era capito che era nella zona del Calvi. Le ricerche, con due elicotteri, durarono 10 giorni poi furono abbandonate. A questo punto entro in gioco la medium e la cartina con la X blu fatta dalla “sensitiva” di Ponte San Pietro. Oggi il Rifugio Cesare Benigni è gestito dalla rifugista Elisa Rodeghiero ed è possibile visitarlo non solo di persona, ma anche tramite un tour virtuale cliccando QUA. Inoltre, come già anticipato prima, domenica 25 agosto festeggerà 40 anni. Il programma di domenica prevede: musica e canti, Santa Messa, pranzo tutti insieme e a seguire estrazioni delle lotterie. Dalla mattina saranno in vendita i numeri della lotteria con numerosi premi. In caso di maltempo l’evento verrà rimandato a domenica 1 settembre.

rifugio benigni2 - La Voce delle Valli
Foto: Marco Caccia
Foto: Marco Caccia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenti:

Ultime Notizie

X
X
linkcross