AGGIORNAMENTO
Smentita dal Comitato Tecnico Scientifico la notizia pubblicata nelle scorse ore dai principali quotidiani nazionali sulla riapertura a cena per i ristoranti in zona gialla e a pranzo in zona arancione. “Non c’è alcun via libera dal Comitato Tecnico Scientifico alla riapertura della ristorazione nelle zone e negli orari che attualmente ne prevedono la chiusura” ha reso noto il Cts. Restano perciò in vigore le attuali normative che prevedono la chiusura di tutti i locali di somministrazione di bevande e alimenti alle 18 in zona gialla e per tutta la giornata in zona arancione.
“Nel verbale della riunione del CTS del 26 gennaio 2021 vi sono indicate, anzi, alcune considerazioni sul rafforzamento delle misure restrittive adeguandole alle caratteristiche strutturali dei locali e alla tipologia del servizio reso”, hanno aggiunto.
Via libera dal Comitato Tecnico Scientifico alla riapertura serale dei ristoranti nella zona gialla e a pranzo in quella arancione. La richiesta approvata dal Cts era giunta dal Ministero dello Sviluppo Economico, in seguito ad una sere di incontri con la Fipe di Confcommercio e la Fiapet di Confesercenti. Due giorni fa, l'esito positivo da parte degli scienziati per i nuovi protocolli, che allenterebbero di fatto le rigide restrizioni finora approvate.
La palla, ora, passa al Governo a cui spetta la decisione finale. In caso di esito positivo, non è ancora possibile stabilire con certezza quando verrà applicata: il Dpcm attuale scade il 5 marzo, a cui seguirà un nuovo Dpcm che potrebbe introdurre la nuova misura. Ma già dal 15 febbraio cadranno alcuni divieti, come lo spostamento fra regioni, e riapriranno gli impianti da sci. Non è perciò escluso che la novità possa entrare in vigore prima di marzo.
La nuova misura solleverebbe i ristoratori, sebbene qualche accortezza debba essere mantenuta. Secondo le indicazioni illustrate dal Cts, la mascherina dovrà restare sempre obbligatoria all'interno dei locali, così come il distanziamento di almeno un metro fra i tavoli e nei luoghi di passaggio della clientela e del personale.
Non più di quattro al tavolo nel caso si ceni o pranzi con persone non conviventi. In più, la capienza massima di ogni locale dovrà essere indicata da apposito bollino da esporre all'ingresso, per evitare sovraffollamenti.
Anche per i bar regole simili: mascherina d'obbligo, distanza di un metro fra i clienti. I titolari dovranno inoltre applicare dei provvedimenti per evitare che si creino assembramenti di persone in fila alla cassa o in attesa di essere servite e accolte nei locali. Rigorosamente vietati i buffet, mentre vanno evitate carte da gioco e giornali.
“È un risultato significativo che arriva grazie ad un confronto non certo urlato, ma molto intenso e propositivo – commenta Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi –. Dopo un anno nel quale le nostre attività sono state costrette a rimanere chiuse o a lavorare in condizioni proibitive, ai tavoli istituzionali ci siamo evidentemente fatti portavoce del grande disagio del settore, ma abbiamo anche cercato delle soluzioni realistiche e tempestive, dimostrando che era possibile tornare a lavorare in sicurezza”.
“Ci auguriamo che il Governo che si sta costituendo in questi giorni provveda nel più breve tempo possibile all’emanazione di un nuovo Dpcm per consentire di aprire a cena fino alle 22 in fascia gialla e durante le ore diurne in fascia arancione a chi ha spazi con tavoli – conclude – Sarà un banco di prova importante per dimostrare da parte del nostro settore maturità e rispetto delle regole e chiediamo alle forze dell’ordine e alle amministrazioni comunali di darci una mano con i controlli in questa direzione”.
(Fonte: Il Corriere)