A San Pellegrino c’è un po’ di Polonia: è Bogumil, architetto dall’est innamorato della valle

C’è un pezzetto di Polonia a San Pellegrino Terme. Lo ha portato Bogumil Filipczuk, 63 anni e una vita trascorsa nel nostro Paese, con un percorso un po’ rocambolesco, almeno al inizio. “Sono qui più di 30 anni, ormai non mi riconosco più come straniero –  racconta – il mio nome è il corrispettivo di […]
21 Marzo 2023

C’è un pezzetto di Polonia a San Pellegrino Terme. Lo ha portato Bogumil Filipczuk, 63 anni e una vita trascorsa nel nostro Paese, con un percorso un po’ rocambolesco, almeno al inizio. “Sono qui più di 30 anni, ormai non mi riconosco più come straniero –  racconta – il mio nome è il corrispettivo di Amedeo, se vogliamo. Io sono nato nel nord est della Polonia, al confine con la Lituania e la Bielorussia e con Kaliningrad. Ho fatto l’università in Polonia, laureandomi in Ingegneria e Architettura, dunque un percorso professionale preciso”. La svolta arriva con i mondiali di Italia ’90: “mi è capitata un’occasione: una ditta assumeva in Italia, a Napoli, in occasione dei Mondiali. Era l’88-‘89 e ho provato ad allargare gli orizzonti. Sono partito direttamente dalla Polonia, erano tempi complicati per i visti eccetera, c’era la trafila della ambasciate, ma sono arrivato qua”. A Napoli, Bogumil scopre che la promessa di assunzione era, appunto, una promessa…

“Quando mi hanno visto arrivare, a Napoli, sono rimasti sorpresi, non era esattamente quello che si aspettavano. Da noi, se ci stringeva la mano era come firmare un contratto, ma era molto diverso dall’Italia, ero sorpreso anche io”. Rimasto senza lavoro, il nostro non si arrende. “Ho dovuto arrangiarmi un po’, ho iniziato a lavorare subito come grafico per un periodo, abbastanza difficile, poi sono stato assunto da una ditta napoletana che lavorava nel pubblico, ne ho approfittato per laurearmi alla Federico II in Architettura, adesso quindi ho due titoli”. Bogumil si rilancia, ma è il periodo di Mani Pulite e parecchie opere pubbliche restano ferme: urge reinventarsi.

“Ho pensato di trovare qualcos’altro, non potevo restare disoccupato e mi sono dato ai concorsi pubblici. Il primo era al Comune di Serina, per impiegato tecnico, l’ho vinto subito e sono stato assunto per un anno a tempo determinato. Sapevo che sarebbe finito, così ho fatto altri concorsi, ne ho provato uno a Zogno, vincendolo subito, così mi sono stabilito in Valle per trovare una soluzione stabile”. Dalla Polonia alla Valle Brembana, passando per Napoli, il cerchio si chiude. “Da lì la cosa è rimasta immutata, sono passato al Comune di San Pellegrino, ho avuto un periodo a Gorlago, dal 2015 sono tornato a San Pellegrino, dove sono responsabile dell’ufficio tecnico, ultimamente part time perché ho aperto uno studio privato”.

Un’esperienza lunga con la realtà della Valle, che permette al nostro di apprezzarne cambiamenti e bellezze. “Sono qua da parecchi anni, ho visto molti progetti interessanti ricordo tutto l’ambiente della valle e come si è trasformato: è cambiata l’urbanizzazione, ma anche i rapporti umani, si stanno evolvendo molto. Trovo interessante osservare uno spaccato del genere”. Bogumil si è innamorato dei panorami orobici, che a suo parere hanno un potenziale ancora non del tutto sfruttato. “Io sono sempre meravigliato quando incontro qualcuno nato qui: quello che mi circonda, le montagne, le stagioni, è bellissimo, ogni giorno in montagna si vedono cose fantastiche, ma chi è nativo non le vede o non gli fanno questo effetto. È una meraviglia che andrebbe apprezzata e forse sfruttata come viene fatte da altre parti, anche dal punto di vista turistico, con più promozione”.

La vita in Valle scorre tranquilla per lui e la moglie, conosciuta in Polonia: “Non posso dire che qualcosa non mi piace: si pensa che è sempre meglio vivere da qualche altra parte, poi ci si va e si accorge che era meglio prima – spiega pragmaticamente – . Certo, ci sono cose che danno fastidio e possono essere viste in modo negativo, magari i servizi sono peggiorati, però sono cose che toccano tutti, io lo vivo in maniera diversa da chi ci è dentro fin dalla nascita. Mi piace tutto, sono qua per questo, altrimenti avrei fatto altre scelte: il cibo, l’aria, anche la gente, quella con cui ho a che fare è meravigliosa. Sono veramente felice della vita vissuta qui” racconta.

Non solo, perché il lavoro va a gonfie vele, tra pubblico e privato: “Il Comune si sta dando molto da fare con investimenti per diversi progetti e lavori che stiamo lanciando, il lavoro per i prossimi dieci anni è assicurato. Io sto raggiungendo l’età della pensione, poi magari resterò a lavorare ancora a lungo. Il mio lavoro qua è anche la mia passione, non lo vivo in modo tragico, mi piace quello che faccio, dunque ci dedico tempo con piacere, idem con lo studio privato”. Una situazione resa ancora migliore dalle persone con cui Bogumil ha a che fare, perché, spiega “qui a San Pellegrino c’è una piccolissima comunità di polacchi, altre tre persone che danno un bel contributo. Una signora ha un B&B, un ragazzo che ha il Bar in via Aldo Moro, mia moglie ha un negozio di abbigliamento: abbiamo creato tutti il nostro punto di riferimento a San Pellegrino”.

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Commenti:
  1. Andreina Capelli mamma berbennese Daina Giulia, residente sposata a Gualdo Tadino PG Umbria ha detto:

    Complimenti per questo bellissimo racconto. Fa piacere leggere fatti positivi di inserimenti nel lavoro, le amicizie, e poter ricavare il confronto di quello che si era e quello che si è:.
    essendo cresciuta anch’io dai 3 ai 24 anni in Francia, una parte di me anche dopo 53 anni di ritorno estero rimane tale, le cose negative fanno male quando la gente non cerca di volerle cambiare., a discapito di tutti.
    Un caro saluto umbre alle mie valli assai sconosciute , però che scopro con queste notizie scritte documentari tv.

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