Risalendo i tornanti che portano a Fuipiano Imagna, giunti in località Pagafone, ancora Comune di Locatello, ci fermiamo all’azienda agricola “Le Trubine”. E per tutti quelli che, come noi, considerano il Resegone come un padre al contempo severo e benigno, essergli così vicini ci dà quel senso di rispetto e di pienezza che, unitamente all’aria dagli aromi frizzanti che qui ci avvolgono, ci spinge a respirare a pieni polmoni. Ma, mentre ci beiamo di queste sensazioni, ecco arrivare Miriam Pulcini, 44enne titolare dell’azienda, che dal 2006 produce soprattutto piccoli frutti.
“L’azienda – sottolinea Miriam – produce frutti quali lamponi, more, uva spina, fragole, mirtilli, ribes rosso, ribes bianco e ribes nero.”. Questa tipologia di frutti prevede una serie di attenzioni particolari, che richiedono passaggi accurati e meticolosi: “Tutti i tipi di frutta vengono coltivati naturalmente: concimiamo il terreno con letame equino maturo e irrigando con acqua di sorgente, senza uso di pesticidi o sostanze chimiche o di sintesi, dannose per l’ambiente.”
E i procedimenti non si fermano certo qui. “Dobbiamo procedere alla potatura, controllare gli insetti dannosi e armarci di pazienza al momento della raccolta, che facciamo rigorosamente a mano.”. Una liturgia ormai ben consolidata per Miriam, che muove le sue mani con disinvoltura tra i preziosi rametti. “Il segreto è rispettare i tempi della natura, che non sempre coincidono con i nostri.”. La coltivazione avviene, dunque, rispettando le piante e favorendo l’uso di animali utili come coccinelle ed api.
Ma, che fine fanno questi frutti una volta raccolti? “Una parte della frutta raccolta viene venduta fresca, direttamente in azienda, mentre la rimanente parte viene utilizzata per produrre confetture extra, succhi di frutta, composte e nettare, senza zuccheri aggiunti e rigorosamente senza coloranti, né conservanti.”
Una bella storia fatta di passione e di qualità, iniziata tredici anni fa, grazie al coraggio “Lavoravo in fabbrica e nel 2006 abbiamo trovato una stalla a Locatello, poi un prato e, in seguito, abbiamo deciso di aprire un’attività” e a un pizzico di follia: “Devo ammettere che il vero motivo è perché, in fondo, siamo matti; quante volte mi hanno detto che aprire una piccola azienda in cima alla Valle Imagna, in un luogo non certo di passaggio, era una pazzia. Sarà stata anche una pazzia, e sono tanti anche sacrifici, ma non c’è paragone con la felicità che si prova quando un cliente ti fa i complimenti.”.
I piccoli frutti non richiedono molto spazio, quindi avendo un’area non eccessivamente estesa, si sono dimostrati una coltivazione ideale. Inoltre, l’ottima esposizione al sole facilita la maturazione dei prodotti. ”Nel mio lavoro metto l’impegno per dare ai clienti un prodotto sano, buono e naturale.”, sottolinea Miriam.
Il nostro dialogo si sposta poi sul ruolo delle azienda agricole nella salvaguardia del territorio. “Con il nostro lavoro salvaguardiamo il territorio dall’abbandono: dove ci sono i coltivatori e gli allevatori, i prati sono ordinari e ben tenuti, gli animali, pascolando, tengono lontano rovi e spine, mentre i boschi sono adeguatamente tagliati.”. L’ambiente di lavoro non è, però sempre facile da gestire, perché lavorare in montagna è più impegnativo e perché gli spazi sono più piccoli e sono più difficili da raggiungere. “Nonostante ciò, in questi ultimi anni la passione e la volontà delle persone hanno portato all’apertura di nuove aziende, alcune delle quali hanno messo coltivazioni nuove, come per esempio lo zafferano, mentre tante altre si stanno convertendo al biologico.”.
Quello che manca, forse, è la possibilità di farsi conoscere e fare squadra. “A livello turistico, la Valle Imagna ha infinite potenzialità, perché abbiamo tutto, sia a livello culturale che gastronomico: magari un turismo rurale lento, che punti alla riscoperta dei piccoli comuni con i percorsi gastronomici.”.
Un fare squadra anche a livello di piccole realtà: “Sono il presidente di “AgrImagna”, una rete di piccole aziende agricole che si sono unite per la commercializzazione dei prodotti; noi cerchiamo di farci conoscere, però servirebbe la sponda di una figura istituzionale, come esempio la Comunità Montana, per poterci seguire nella promozione.”. E, si badi bene, non si parla di mera pubblicità: “Il nostro problema, infatti, è che gestendo aziende piccole, ci risulta difficile assentarci per un lungo periodo, o anche solo per un’intera giornata, per seguire tutta la rete commerciale ed eventuali accordi; servirebbe che istituzioni si facessero portavoce di queste realtà, magari individuando un punto vendita riconoscibile per le persone” .
Lasciamo Miriam al suo lavoro, salutando lei e chinando il capo, rispettosamente, al nostro Resegone, che veglia, silenzioso e fiero, sui piccoli frutti e sulla Valle.
CONTATTI: Miriam 389.0725974 – info@letrubine.it www.letrubine.it
Oltre allo spaccio aziendale, ci sono le bancarelle: giovedì a Seriate – 3a domenica del mese a S.Tomè