Risuonano, nelle sere d’estate, gli allegri motivetti delle orchestre di paese, con procaci cantanti che intrattengono gente accaldata in fila da mezz’ora per prenotare la frittura di calamari. E’ il nostro modo di stare insieme, è il nostro modo di far festa. Ma non è stato sempre così. I nostri avi avevano un modo diverso di stare insieme, ormai quasi totalmente scomparso, non fosse per qualche tradizione che emerge dalle feste patronali.
Risalgo la Valle Brembana fino a San Pellegrino per incontrare Rossana e Sergio, che con il figlio Francesco formano la compagnia di teatro dei burattini “Il Riccio”. Sergio è insegnante di lingue straniere, Rossana è casalinga e Francesco fisioterapista, ma la loro passione per li porta in giro per la provincia con i loro spettacoli.
La loro peculiarità, però, sta nel fatto che sono loro stessi a scolpire le “teste di legno” che poi portano in scena. “Abbiamo cominciato a scolpire i burattini a metà degli anni ’80, quando partecipavamo a vari mercatini artigianali,il principale dei quali si svolgeva a Bergamo piazza Cittadella tutte le prime domeniche del mese – ci dice Rossana – Accanto ai vari gioiellini che producevamo abbiamo incominciato a esporre con successo i primi burattini, che sono andati via via perfezionandosi.”.
Dopo oltre trent’anni di lavoro, la collezione consta di oltre cento burattini, tutti scolpiti in legno di cirmolo, una conifera che cresce in altitudine, soprattutto in Trentino e in Val d’Aosta. Quando si parla di burattini, il re indiscusso è senza ombra di dubbio “ol Giupì”, e Rossana conferma la nostra teoria: “Il primo burattino scolpito naturalmente è stato Gioppino, l’eroe del teatro dei burattini di Bergamo.” Come tutti sanno,la sua principale caratteristica fisica sono tre grossi gozzi, che denotano la malnutrizione che caratterizzava gli abitanti delle nostre valli nel passato; di modi e linguaggio rozzissimi, ma fondamentalmente di buon cuore, Gioppino porta sempre con sé un bastone che non disdegna di usare per far intendere la ragione, sempre comunque a vantaggio dei piccoli e degli oppressi.
Oltre al Gioppino, Sergio e Rossana hanno intagliato le teste di molti altri personaggi.“Ovviamente si sono aggiunti gli altri personaggi bergamaschi: Arlecchino, Margì, Brighella, Pacì Paciana, nonché gli altri personaggi della commedia dell’arte, come Arlecchino, Pantalone, Balanzone e Pulcinella”. La rassegna dei personaggi continua, non senza sorprese: “Sono presenti anche diversi briganti come Spaccamontagne, Masticabrodo e Ciciabrugnì, i maghi e le streghe; negli anni ci siamo anche cimentati con personaggi reali: Dario Fo, il clown Margherito, Craxi e Donizetti, e addirittura persone che ci chiedevano un loro ritratto.”.
Ma, come è nata la passione per i burattini? Rossana ce lo spiega: “Sergio da piccolo era affascinato dagli spettacoli che Bigio Milesi faceva regolarmente fuori dal suo locale a San Pellegrino; i suoi racconti d’infanzia relativi alle storie di Gioppino hanno coinvolto anche me e così, quasi per gioco, abbiamo provato a scolpirne qualcuno. Il risultato ci ha spinto a continuare, cosicché nell’anno 2000, ormai in possesso di un bel po’ di burattini, abbiamo provato a rappresentare una storia: a quel punto la passione è diventata totale.”.
E’ così iniziata l’avventura. “Con la baracca prestata dal Bigio ci siamo improvvisati durante un nostro mercatino dell’artigianato a Serina; questo è stato l’inizio di un’avventura che dura da 18 anni. Abbiamo costruito una nostra “baracca”, abbiamo realizzato i vari personaggi, abbiamo dipinto scenari e scritto una decina di commedie.”.
Le commedie sono seguite da un pubblico interessato che, tra una risata e l’altra, non rinuncia a riflettere: “Nelle nostre storie fa da sfondo l’eterna lotta del bene contro il male, ed è entusiasmante vedere come i bambini dimostrano un coinvolgimento sorprendentemente passionale, indice certo di una predisposizione naturale al bene.”.
Tutto ciò si evidenzia nella generosità, nell’altruismo, nell’amore per la pace e per l’ambiente, nella difesa dei più deboli e gli sprovveduti. “I personaggi positivi sono sensibili e si commuovono per le altrui disgrazie, rispettano il loro prossimo e la natura, non sono interessati a posizioni di ricchezza e potere, non amano le armi e la guerra. Gioppino è l’eroe di questo mondo. Durante la commedia, inoltre, è per noi importantissimo interagire con i bambini, instaurando in loro la convinzione che il loro aiuto è fondamentale per il buon esito della vicenda.”.
Questo modo di far sentire il pubblico più piccolo parte della storia rende lo spettacolo tanto divertente quanto coinvolgente. “E’ indescrivibile la soddisfazione che si prova quando, uscendo dalla baracca a fine spettacolo, vedi lo sguardo affascinato dei bambini, oppure quando i genitori ti raccontano che il loro bambino dall’ultimo spettacolo ha ripetuto tutte le sere le battute del Gioppino. Ed è pure un piacere mantenere in vita, almeno in parte, il dialetto bergamasco ,che fa parte della nostra vita, delle nostre origini.”.
Portare lo spettacolo dei burattini non è sempre facile, ma i paesi della valle stanno riconoscendo l’importanza educativa e, soprattutto, il patrimonio culturale e identitario che quest’arte porta con sé, concedendo sempre più spazio e visibilità alle “teste di legno”. “Qui da noi, dove troviamo un turismo caratterizzato da una cospicua presenza di famiglie con bambini piccoli, il richiamo del teatro dei burattini può senza dubbio contribuire all’economia della valle; l’intrattenimento del teatro dei burattini ha dimostrato di meritare un’attenzione che in parte gli è stata riconosciuta affidando alla nostra compagnia l’esecuzione di numerosi spettacoli.”.
Il nostro colloquio si conclude con una promessa da parte di Rossana: “Da parte nostra continueremo a lavorare perché questo riconoscimento cresca sempre di più negli anni a venire.”. Il patto è sancito, davanti a cento testimoni che, silenziosi, aspettano di riprendere vita in scena.
Di seguito la locandina con gli appuntamenti della compagnia e i contatti social.