Alessandro Pellegrini, il sindaco di Capizzone con la passione per il collezionismo

Esperienza al servizio di una comunità: si potrebbe riassumere così la figura di Alessandro Pellegrini, primo cittadino di Capizzone con un hobby insolito e molto… preciso.
9 Marzo 2023

Esperienza al servizio di una comunità: si potrebbe riassumere così la figura di Alessandro Pellegrini, primo cittadino di Capizzone con un hobby insolito e molto… preciso. Ma andiamo per gradi. “Vengo proprio da Capizzone e ho 66 anni. Io ho già fatto il sindaco a Berbenno per due mandati, e sono al secondo mandato come sindaco a Capizzone. Mia moglie è di Berbenno, per 30 anni ho vissuto lì, poi sono tornato al paese natale ed eccomi qua”.

L’esperienza in amministrazione comincia a qualche chilometro da Capizzone. “Con un gruppo di amici a Berbenno, perché tali sono, abbiamo pensato di candidarci per fare qualcosa di nuovo per il paese –racconta Pellegrini, – abbiamo fatto questo percorso assieme di 15 anni, per un mandato ho fatto anche  l‘assessore. Sono stati tre lustri molto belli perché Berbenno è un bellissimo paese, come del resto Capizzone, e mi ha dato tante gioie. Quando mi sono trasferito qui – prosegue – c’era un altro gruppo interessato all’Amministrazione, volevano qualcuno che avesse esperienze e io ne avevo.  Ho valutato molto se candidarmi oppure no, perché ho provato cosa vuol dire coprire la carica: non è un ruolo facile, ma l’entusiasmo c’era, ho accettato e abbiamo vinto. Questo è il nono anno da sindaco a Capizzone, dunque sono in carica dal 2014”.

Esperienza è la parola giusta, anche perché Alessandro può vantare un curriculum che lo agevola molto quando si tratta di lavorare nella Cosa Pubblica. “Ora sono pensione, ma ho lavorato a lungo presso l’amministrazione provinciale, nell’ufficio di valutazione impatto ambientale. Mi ha aiutato anche questo: essendo un impiego pubblico ti aiuta, quantomeno a vedere le cose in un’ottica diversa”. Curiosamente, il ruolo di Pellegrini non si esaurisce con lui.

“Sono sposato, mia moglie è insegnante alle medie di Sant’Omobono, mia figlia invece vive a Torino e lavora per l’ufficio del sindaco locale, diciamo che c’è un proseguo di incarichi” scherza.  “È stata dura unire tutto, famiglia e lavoro, anzi ora che sono in pensione, paradossalmente ho ancora più impegni. Cerco di dedicare tutti il mio tempo libero al Comune, provando di valutare le esigenze e le situazioni. Mi ci dedico anima e corpo, oggi come oggi se non hai tempo per fare il Sindaco è meglio lasciare stare: è molto impegnativo, si hanno tante responsabilità e  se vuoi farlo bene devi avere tempo per dedicarcisi, non puoi farlo part-time”.

Situazione ancora più evidente nei centri abitati di pochi abitanti, che purtroppo corrisponde anche a poche risorse, e Capizzone non fa eccezione. “Qua nei piccoli Comuni manca personale: è la risorsa principale e anche noi abbiamo questo problema, senza di loro non si fa nulla, abbiamo 3 impiegati e un operaio ed è molto difficile gestire tutto. Se ci fosse personale, si potrebbe rispondere meglio ai problemi, e in un modo più veloce”. Nonostante ciò, Pellegrini apprezza il proprio incarico. “Le esigenze sono sempre tante. Il contatto con la gente mi piace tanto, è sempre costruttivo e gratificante, le sfide non finiscono mai, ogni giorno c’è una buca da far riparare. Ma i rapporti con le persone ti fanno crescere e sono quelli che, alla fine, ti danno più soddisfazione”.

Non solo, le soddisfazioni più grandi Alessandro le ricava dal collezionismo: “Io un hobby: da 20 anni colleziono orologi Swatch, ne ho un numero davvero elevato. Io mi sono formato come architetto, i primi Swatch sono stati disegnati a Milano, erano molto belli. Da lì e nata la passione – racconta –  cerco solo quelli che mi piacciono, non li compro tutti, come fanno alcuni, ma sono quelli che per me sono belli e catturano la mia attenzione. Ho delle serie limitate da 700 pezzi, come quello realizzato per la Confederazione Svizzera che è autografata dai designer che l’hanno progettato, ma ho anche alcuni prototipi. Ho avuto la fortuna di essere stato invitato, insieme ad altri, a visitare la fabbrica in Svizzera, ci hanno fatto vedere come vengono montati gli orologi, alla fine è una forma di arte ed è stato meraviglioso”.

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