Altro che mucche o pecore: a Stabello di Zogno Desirée Ghisalberti alleva (milioni di) lombrichi

A Stabello di Zogno c’è un allevamento tutto particolare, in cui al centro ci sono… i lombrichi.
26 Marzo 2025

Un aiuto che arriva dalla natura, da quella parte del regno animale meno considerata, ma forse più preziosa. A Stabello di Zogno c’è un allevamento – il Lombrico Verde – tutto particolare, in cui al centro ci sono… i lombrichi.

Un’attività davvero peculiare, come racconta Desirée Ghisalberti, 20enne allevatrice di Sedrina: “Mi chiedono tutti come abbia iniziato con l’allevamento. Io sono un po’ figlia d’arte: i miei genitori sono giardinieri. In quell’ambito si è sempre usato il fertilizzante chimico, che va bene all’inizio per le piante, ma poi queste iniziano a risentirne e muoiono o si indeboliscono. I miei cercavano qualcosa che potesse fertilizzare in maniera più naturale. Abbiamo scoperto l’efficacia dell’humus di lombrico e così abbiamo provato anche noi. Ha cominciato mio papà nel 2020, poi due anni fa mi ha passato il testimone. Mamma e papà ovviamente continuano a darmi una mano e sostenermi”.

Non tutto è andato subito liscio, anche per chi è abituato a che fare con il mondo del giardinaggio, come appunto Desirée: “Abbiamo impiegato un po’ di anni a perfezionare il metodo di produzione, perché è un mondo piccolo e con poche informazioni. Il lombrico mangia lo scarto vegetale o il letame, dunque noi abbiamo messo delle vacche nei prati, poi abbiamo iniziato con gli animali: abbiamo comprato i lombrichi, sopra si mette il letame che viene mangiato e lo scarto del lombrico diventa humus. Io ci ho scritto una tesina per il mio terzo anno all’ABF di San Giovanni Bianco. C’è stato un lavoro di studio dietro, non è stato facile perché non è una pratica molto diffusa, anche a livello burocratico. Il ministero non riconosce il lombrico come animale da allevamento, dunque non rientra nelle tabelle ministeriali: ci sono poche associazioni e stanno soprattutto al Sud, Italia quindi è difficile mettersi in contatto e scambiarsi opinioni o esperienze”.

Si tratta di un animale che non presenta particolari difficoltà. “Il lombrico è facile da tenere, non scappa, finché ha da mangiare, sta lì. Durante il periodo invernale, lo si nutre, invece d’estate c’è bisogno di acqua: ogni sera vanno bagnate le vasche per non far seccare il letame. Ogni anno, vengono tolti i lombrichi (e sono milioni!), si vaglia l’humus che viene setacciato e insacchettato per poi essere venduto. Per averlo maturo bisogna raccogliere una volta all’anno, se si fa più spesso il letame non è stato del tutto lavorato e rischia di bruciare le piante”. Nemmeno il clima sempre più estremo sembra dare noie ai piccoli invertebrati. “Quando piove, il lombrico sta bene lo stesso, non starebbe in superficie in ogni caso. Il clima non ci ha ancora dato problemi, con la siccità bagniamo noi le due vasche, circa duecento metri quadrati l’una, verso Stabello”.

L’allevamento ha anche grandi benefici per l’ambiente, come ci illustra Desirée: “Il nostro vicino ha visto che ha raccolto 30 balle di fieno in più rispetto a prima dal prato vicino all’allevamento. I lombrichi si riproducono molto velocemente, possono anche uscire dalla vasca, ma non è un problema, a volte li troviamo anche fuori. Un po’ di humus l’utilizziamo nell’azienda di giardinaggio, poi sto finendo di sviluppare un sito dove lo venderò in sacchetti da 10 a 5 chili, quindi faremo vendita online principalmente. Per il momento, vogliamo far andare avanti l’allevamento, intanto vediamo in sacchi grandi all’aziende e poi al cliente”.

“Non vendiamo gli animali – sottolinea Ghisalberti – perché è difficile cercare i lombrichi nelle vasche: avevo pensato di venderli come esche da pesca, ma non è facile, la tipologia di lombrico è più piccolo di quello usato nella pesca”. In ogni caso “c’è molto interesse sull’argomento e lo vediamo quando ne parliamo nel milanese, dove curiamo i giardini. È un campo che si svilupperà perché è del tutto biologico e andrà a soppiantare il chimico, sono tutti interessati all’argomento, ma mancano informazioni: si era già iniziato negli anni ’80, solo ora si sta reintroducendo questo tipo di tecnica. Siamo solo all’inizio, per questo motivo è difficile creare una rete di vendita, ma quando riusciamo a fertilizzare le piante e rigenerare terreni sterili in maniera totalmente sostenibile è davvero una bella soddisfazione”.

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Commenti:
  1. Bella iniziativa ,io mi ero interessato anni fa e avevo interpellato x informazioni un signore a Mandello del Lario k era un divulgatore dell argomento. Si chiamava Compagnoni.

  2. Molto interessante mi piacerebbe avere il vostro contatto… Sono una appassionata di orto e giardino grazie

  3. Bellissima attività Io la sto praticando nel mio piccolo nel giardino a Bergamo con il compostaggio Mi piacerebbe visitare la tua attività se possibile vorrei venire a visitarti

  4. Felice di conoscervi ! È possibile avere informazioni per lo allevamento del lombrico e , se possibile acquistare da voi .abito a Petilia Policastro provincia di Crotone , il mio recapito telefonico è 328 250 3906 e la mia e-mail è rosario.paterino@libero.it .In attesa saluti Rosario Paterino

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