Imprenditori si nasce. La fortuna può aiutare ma, senza sogni, nulla cresce. Antonio Locatelli di Airoh, presidente di una delle più prestigiose aziende bergamasche con sede ad Almenno San Bartolomeo, ma conosciuta a livello internazionale, ci racconta di sé, del suo lavoro e della sua terra di origine con attenzione e passione.
E’ dalle piccole cose, come il paese di Rota d’Imagna, che è nato il protagonista di questo articolo: una piccola Valle, un piccolo paese, dove la grande passione per moto e automobili, che le strade della zona invogliano a percorrere con questi mezzi, han portato il giovane Antonio a sperimentare sport e corse in pista. “La fortuna mi ha assistito e ho continuato la passione dei motori, con quel qualcosa che si avvicina, ovvero la protezione di chi usa le moto, piuttosto che le auto.”
Quando la passione e il lavoro combaciano, raccontarle diventa ancora più soddisfacente. Proprio così è stato per il Presidente di Airoh Helmet – Locatelli Spa: “Dal 1986 ho cominciato a lavorare con i caschi per altre aziende, poi nel 1997 ho fondato l’azienda che si chiama Locatelli, ma che ha il brand Airoh, e da li siamo arrivati ad avere un marchio internazionale; da una persona che non amava andare a scuola (e adesso me ne pento perché mi manca l’inglese…), mi sono solo impegnato a lavorare. Mi sento comunque orgoglioso per il marchio internazionale raggiunto e per il prodotto casco che abbiamo sviluppato. Dentro di me c’è sempre la ricerca: non sono mai contento di quello che faccio, voglio sempre di più.”
Dalle parole del Presidente è subito intuibile quanto l’azienda sia in continua crescita, nonostante gli attriti generali sul mercato attuale, oggettivi per tutti , il suo pensiero giornaliero è rivolto ai suoi dipendenti: “La nostra azienda ha un indotto di circa 300 persone, 80 interne e il resto collaboratori esterni, un’azienda medio-piccola, diciamo così. Nel nostro interno sono molto legato alle 80 persone, quindi 80 famiglie. Il mio focus giornaliero è di non dover mai dire a queste persone, un giorno, che c’è poco lavoro, e che quindi è necessario dover attuare dei cambiamenti. Nella mia dottrina c’è l’idea di cercare sempre di impegnare le persone, soprattutto quando si aumentano. A tal proposito, ultimamente abbiamo adottato l’ aumentato della forza lavoro, ma anche in questo caso penso che sia necessario saperla mantenere. Questa è un po’ la paura che mi accompagna. E’ il mio essere premuroso, preservare qualcosa, perché le persone non sono birilli. Noi impieghiamo maggiormente risorse femminili, perché per il nostro lavoro le donne sono migliori di noi maschietti, proprio perché è tutto un lavoro manuale, quasi sartoriale. Se una lavoratrice poi è anche moglie e mamma, significa che ha a casa un marito, dei figli: qui torna la mia premura e sviluppo il pensiero al negativo per evitare spiacevoli inconvenienti, come dover dire che tot persone dovranno stare a casa. Parlo spesso con loro di queste cose. Detto questo, ce la mettiamo tutta per fare il meglio.”
Una lavoratrice all’opera in Airoh
La soddisfazione azionata con premura e ricerca sono altri tratti caratterizzante di Antonio Locatelli, che non si fa mettere i piedi in testa nel dal passato ne dal futuro prossimo, lasciando prestigio e nuove idee attuabili al passaggio generazionale: “I ragazzi hanno capito cosa possiamo fare, l’evoluzione del prodotto, soprattutto avendo tanti piloti che portano il nostro casco abbiamo un sacco di feedback. Il casco che usa il campione del mondo attuale è di nostra produzione. Se in 25 anni abbiamo vinto 125 titoli mondiali vuol dire che qualcosa di buono l’abbiamo fatto. Vuol dire che questi rider e piloti ci danno queste informazioni che portiamo sul prodotto,anche quelli che porta Antonio Cairoli, per intenderci. I nostri caschi sono tutti da gara ma li si trovano anche in negozio.
Come presidente sono soddisfatto perché ho le mie figlie in azienda una del ‘90 e una ‘93, una si occupa del marketing e l’altra fa le mie veci. Una fortuna perché se dovesse succedere qualcosa al presidente, l’azienda è all’80% pronta a continuare con le proprie gambe, ad andare da sola, e anche questa è una bella cosa. Ho lasciato scritto alle mie bimbe, come le chiamo io, progetti per l’azienda per 10 anni di attività, andando avanti sicuramente nell’ambito della sicurezza, per i caschi ci si ferma un po’ sulle protezioni che già facciamo mentre immagino un ampliamento delle branchie diverse come le e-bike, le auto. C’ è un percorso che l’azienda farà da qui a 10 anni, uno sviluppo dove diventerà a mio avviso ancora più grande.”
Uno sguardo positivo verso l’oltre ha sempre guidato Antonio Locatelli con l’aggiunta di “umiltà e cercare di fare le cose al meglio: avere l’azienda pulita, avere le attrezzature apposto, continuare ad innovare, nel senso che se serve investire nel fare l’azienda più grande, è opportuno spendere dei soldi ovvero fare un investimento che non ti torna subito, ma lo faccio. Continuare ad andare avanti con la testa bassa e spingere. Voglia di fare, testa dura da valdimagnini, abituati a lavorare tanto. Questa impronta ci è stata data “nel sangue” e cerchiamo di trasmetterla come buona qualità ai figli.”
Nulla è lasciato al casco, si potrebbe dire, e tutto è in sicurezza per viaggiare ogni tanto in risalita nella Valle natia. “Della mia valle, del mio paese di Rota d’Imagna, ne sono tuttora innamorato, anche se 40 anni fa diciamo che erano diversi: il paese si riempiva d’estate, le case erano tutte vissute e non chiuse come ce ne sono parecchie ora. Rota e altri paesi della valle li vedo come paesi che ce la sta mettendo tutta per portare turismo, qualcuno sta cercando di rinnovare e grazie a loro ci sono stranieri che si fermano notti in valle. Bisognerebbe provare ad attrarre maggiormente: ci sono tanti punti di attrazione in valle, magari potrebbe essere interessante studiare dei percorsi dove la gente possa arrivare fra le belle montagne vicine. Sicuramente servono dei soldi e penso che qui potrebbe essere possibile una mano tramite la Regione che a mio parere dovrebbe vedere quante bellezze dispone questa zona e stanziare fondi per rinnovare, per” riilluminare”. Il mio esempio è Brumano, dove non c’è una casa in disordine. Evidentemente in alcuni paesi c’è qualcosa che negli altri non siamo capaci di fare. Sicuramente la gente viene se si investe.”
Per finire un imprenditore valdimagnino di questi calibri non può che lasciare uno slancio ai più giovani del territorio e non: “Pensate sempre positivo, abbiate tanta voglia di lavorare che so che ce l’abbiamo! Non avere paura, che se fai le cose bene gli aiuti ci sono, arrivano. Prima eravamo pieni di aziende che lavoravano il legno, alcune sono tornate, altre hanno chiuso perché non avevano ricambio generazionale. Se dovessi parlare davanti a 100 ragazzi e ragazze della Valle Imagna direi: non lasciarla la valle, è un peccato lasciarla, tornare a casa la sera in questa valle è sempre bello, non è la distanza il problema. Sono stato a Sant’Omobono a lavorare per alcuni anni e ricordo che quando venivano i bilici a caricare, invadevano la strada e dovevamo bloccare il traffico – ricorda sorridendo – però l’abbiamo sempre fatto . Voglio dire che si può lavorare in Valle Imagna! Se tu credi in una cosa, anche se diventi un’azienda grande, puoi rimanere. E’ una valle, non una città, e la gente nostra lavora in modo diverso. Dico sempre che un ragazzo valdimagnino dà 10 giri a uno della città, nel modo di lavorare, perché siamo abituati in un altro modo. Siamo un po’ diversi dai cittadini in questo ed una buona qualità per cui esserne orgogliosi.” Antonio Locatelli di Airoh ne è la prova: se alle passioni e ai sogni ci credi davvero, puoi arrivare lontano.
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Questi sono imprenditori veri che capiscono il valore dei territori.Bravo!!!
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Un grande imprenditore da prendere esempio
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Ben Antony Mohamed potrebbe essere un prezioso ed insoistituibilile suo dipendente è dotato di grazia e precusione assoluta nelle sue prestazioni. Se avesse bisogno di lui per l azienda il mio recapito watts sap è 3397148039. La ringrazio e saluto. Samiani Mina. Referenziata na soprattutto sincera!