Antonio Regazzoni, il sindaco con la fascia…neroazzurra: “Busi che personaggio, mi ha insegnato molto”

Antonio Regazzoni, primo cittadino di Valtorta, è succeduto ad una istituzione come Piero Busi. Si racconta tra amore per il paese, passione per l'Atalanta e impegni familiari.
14 Febbraio 2023

La vita del sindaco di un piccolo paesino non è proprio rose e fiori, per questo la formazione conta tantissimo. Antonio Regazzoni, primo cittadino di Valtorta, ha la fortuna di aver avuto una vera istituzione in questo senso, Piero Busi, figura storica della politica brembana (sindaco per 59 anni, vero e proprio recordman – scomparso il 27 marzo 2020), come racconta Regazzoni. “Io sono nato a San Giovanni Bianco nel ’79 e vivo a Valtorta. Ho iniziato in amministrazione, non diciamo in politica, tredici anni e mezzo fa, con l’allora sindaco Busi”. Antonio ricopre così tutte le cariche comunali. “All’inizio ero assessore, i primi 5 anni, poi alla fine del mandato ho fatto il vicensindaco con Busi e, da quando ha lasciato l’incarico, mi ha passato le redini. Da lì ho cominciato con la fascia tricolore, il mio mandato termina a maggio dell’anno prossimo”.

Raccogliere il testimone di una figura importante quanto Piero Busi non è facile: “Lui era un’istituzione, ha fatto costruire il Don Palla, era una figura importante nell’Ospedale durante i suoi anni migliori, ha lavorato all’Asl… Avevamo un bel rapporto, quando ero vice ci vedevamo ogni sabato per fare il punto della situazione. Busi era un personaggio, tendeva ad accentrare i processi, ma alla fine era il responsabile del Comune e del suo andamento. Le decisioni dovevano passare dal Sindaco perché la responsabilità è sua, ora vale lo stesso con me”. La fascia ha un peso non indifferente e Regazzoni lo sa bene: “Io delego, ma l’ultima parola è la mia perché il rischio, se si sbaglia, è il mio. Possiamo dire che è un’arma a doppio taglio, i problemi sono tanti e sono pochi quelli che vengono a complimentarsi quando li risolvi, ma la critica è sempre pronta. Direi che vale per tutti i sindaci”.

Quando non è in municipio, Antonio è alle prese con l’altro suo lavoro, iniziato ormai sedici anni fa. “Io ho finito le scuole superiori nel ’97, ho fatto il militare e poi aiutavo nel ristorante di mia mamma. Da gennaio 2007 sono diventato guardiano manutentore delle centraline idroelettriche del territorio. Dal primo febbraio 2023 ho cambiato la ditta per cui lavoro, ora ne devo seguire due a San Paolo d’Argon e a Valbondione. C’è di bello che quando sono in Valle non ho grossi problemi, ho appena iniziato e non sarà facile fare sopralluoghi così lontano, ma parto al mattino e torno alla sera. Posso assentarmi un giorno da Valtorta” scherza.

A Valtorta Antonio non è solo sindaco, ma anche papà: “Sono sposato da dieci anni e ho due figli di sei e quasi nove anni. Tra famiglia, Comune e lavoro sono sempre in movimento, perché i figli vanno portati ad allenamento, uno ha scuola calcio il venerdì – racconta – mia moglie mi aiuta tanto, ma l’impegno è costante. Si fanno un po’ di sacrifici, ma è bello, l’amministrazione mi piace, altrimenti non mi sarei candidato. Le responsabilità alla fine sono tante, ma a me piace confrontarmici e spero di portare alla fine questi 5 anni al meglio”.

Cosa fa il nostro per staccare da una vita tanto frenetica? “A me piace molto il calcio, quindi vado a vedere l’Atalanta allo stadio, sono molto appassionato, oltre che abbonato, e voglio concedermi la partita del weekend insieme a mio figlio. Poi qualche sabato e domenica vado sulla neve, ma se riesco a rilassarmi per un giorno lo faccio ben volentieri”.

Perché nonostante tutto, le soddisfazioni ci sono, soprattutto quando si ha un progetto e lo si porta a termine: “Ad esempio, se dobbiamo chiudere la strada che va alla frazione Costa per fare manutenzione, le critiche ci sono, ma quando sarà finito la gente sarà contenta, anche chi viene da fuori e ha una baita, sono le nostre soddisfazioni”. Lavoro che viene però frenato da una burocrazia decisamente soffocante, soprattutto per le piccole realtà: “Con i soldi del PNRR è ancora peggio, le rendicontazioni prima impiegavano un giorno, adesso è un disastro. I comuni piccoli che non hanno un ufficio tecnico devono assumere un tecnico esterno. Il personale non è quello di una grande città, ho la fortuna di avere tre impiegate, per la ragioneria e l’anagrafe, per il resto serve assumere esterni o rimaniamo bloccati”.

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