Valerio, Roberta e i loro amici animali (non ingredienti) nell’agriturismo vegan a Corna Imagna

Difficile trattare argomenti che non riguardino il coronavirus in questo momento, ma crediamo sia giusto provarci, nella speranza che le nostre parole possano far emergere, nonostante la contingenza, il buono e il bello che c’è nelle nostre valli.
10 Marzo 2020

In questi giorni che stanno scombussolando i nostri ritmi e le nostre abitudini, parlare con leggerezza di agricoltura e allevamento potrebbe sembrare inopportuno, se non addirittura irrispettoso, nei confronti di chi sta affrontando l’emergenza in prima linea, o è preoccupato per la salute sua e dei suoi cari. Con questa disposizione d’animo, siamo rimasti combattuti circa l’opportunità di presentarci all’appuntamento con la rubrica. Eravamo sul punto di desistere, quando abbiamo sciolto ogni riserva e abbiamo preso il pc, iniziando a scrivere, nella speranza che le nostre parole possano far emergere, nonostante la contingenza, il buono e il bello che c’è nelle nostre valli. Ed è con questo spirito che contattiamo Valerio Meregalli, quarantunenne titolare dell’agriturismo vegano “La Capra Campa” di Corna Imagna, uno dei pochissimi in Italia.

L’agriturismo si distingue, infatti, per la filosofia che lo anima. Chiediamo conto del numero di capi ospitati, ma subito veniamo corretti: “Qui da noi non c’è alcun capo di bestiame – sottolinea Valerio -. Abbiamo degli animali ospiti, membri della nostra famiglia.”. Nell’agriturismo abitano tre pecore, cinque capre, un’asina, due maiali, oltre che galline, tacchini, capponi, oche e anatre. “Questi animali sono per noi degli amici, non ingredienti.”.

La decisione di aprire un agriturismo vegano non nasce da una scelta improvvisata o dal radicamento di una moda, ma è la diretta conseguenza della visione di Valerio e della moglie Roberta: “Io e Roberta siamo antispecisti,  quindi la nostra filosofia di vita, che è anche il nostro più grande valore, è il rispetto della vita di ogni essere vivente e della nostra madre terra”.  Dalla teoria, però, sono passati alla pratica. “Abbiamo fatto volontariato per diversi anni in un santuario (rifugio per animali ex da reddito salvati ndr) e ci siamo trovati durante questa esperienza a gestire un alpeggio con una struttura ricettiva con camere e ristorazione. Ed è lì che abbiamo pensato di seguire questo sogno e aprire una piccola attività agricola, ricettiva e con un piccolo rifugio.”

Attività che unisce un nobile intento ad un’attività in grado di abbattere i pregiudizi sulla cucina vegana. “Il nostro progetto era di produrre il cibo che avremmo poi servito ai nostri ospiti, dimostrando che una cucina vegana non significa rinuncia e non significa nemmeno mangiare tofu o seitan, che mangiare vegano significa mangiare bene, sano ma anche cose gustose nonostante siano di origine vegetale. Il nostro progetto includeva l’idea che gli animali non sarebbero stati nei piatti, ma vivi, felici e amati.”.

 

Così, nel 2018, Valerio e Roberta hanno dato vita al loro progetto. Loro, brianzoli, hanno scelto la Valle Imagna come luogo della loro attività. Perché proprio la Valle Imagna? “Ci abbiamo messo molto tempo per trovare la giusta collocazione del nostro progetto. Abbiamo visto circa trenta proprietà tra la Valle Brembana, Seriana e Imagna. La Valle Imagna, che ai tempi non conoscevo, l’abbiamo dunque scoperta solo in occasione di questa lunga ricerca. Ci è piaciuta da subito. Una valle un po’ più selvaggia rispetto alle altre. Intima e ricca di luoghi verdi incontaminati. Da non trascurare anche il fatto che fosse la valle più facilmente raggiungibile da Milano. Punto strategicamente molto importante, in quanto la nostra proposta agrituristica avrebbe contato su quel bacino di utenza.”.

Dal lunedì al venerdì Valerio gestisce l’azienda agricola, che produce materia prima e prodotti derivati da verdura, legumi, frutta e piante officinali. “In genere ci si alza con il sorgere del sole. Per prima cosa faccio il “giro pappa” agli animali, poi faccio colazione.  Una volta mangiato, si esce nell’orto finché non fa buio, con un paio di pause durante la giornata.”. Il sabato e la domenica, invece, entra in funzione anche il servizio di ristorazione. “Io cucino, Roberta fa sala e dopo i pasti accompagniamo gli ospiti a conoscere i nostri animali e, se qualcuno vuole, può acquistare la verdura che raccogliamo al momento.”.

L’idea di aprire un agriturismo vegano ha raccolto diversi consensi: “L’apertura della nostra attività è stata accolta dai nostri concittadini, credo, con curiosità  Dall’amministrazione e da alcune realtà della valle direi bene, intanto perché abbiamo deciso di aprire un’attività in Valle, poi perché coltiviamo e lo facciamo con metodo biologico, infine perché siamo molto aperti alla collaborazione.  E abbiamo anche scoperto di non essere gli unici vegani.”.

Non per pedanteria, ma quanto piuttosto per cercare di comprendere meglio, chiediamo nello specifico quale sia il ruolo degli animali all’interno della struttura. Valerio ci chiarisce subito le idee: “Loro sono parte della nostra famiglia come per la maggior parte delle persone lo può essere il proprio cane. Loro sono individui, ognuno con la propria personalità. Noi abbiamo avuto la possibilità di salvarli e ospitarli e ce ne prendiamo cura. Se proprio dobbiamo trovare loro un ruolo, potrei dire che sono “ambasciatori della loro specie” e attraverso l’interazione con i nostri ospiti possono farsi conoscere e far capire che non sono oggetti ma esseri viventi con tanta voglia di vivere.”

 

Soddisfatti della risposta, chiediamo di un tema che ci sta molto a cuore, ossia la stagionalità dei prodotti, ormai vera e propria chimera nell’era della grande distribuzione. Valerio, con laconica simmetria cartesiana, ci risponde: “Il limite della stagionalità è che a marzo non ci sono i pomodori.” Lo lasciamo continuare “Ma è questo è il loro valore, e il nostro compito è far capire che i pomodori ci sono a luglio, le melanzane ad agosto e che sarebbe necessario tornare a cibarsi del cibo che ci viene offerto dalla terra nel momento giusto, e che se al supermercato ci sono i pomodori a marzo c’è qualcosa che non va.”  Musica per le nostre orecchie. “Non è facile farlo capire, perché purtroppo ormai ci si è abituati ad avere tutto e sempre, ma credo che le cose pian piano stiano cambiando e che la gente abbia voglia di tornare a seguire i ritmi della natura e a riscoprire i suoi sapori veri.”.

Ovviamente, per combattere questa battaglia, servono motivazioni forti e ben radicate che, fortunatamente, Valerio e Roberta dimostrano di possedere in abbondanza. “Serve amore per il nostro pianeta, per la vita, per la natura. Dobbiamo avere il coraggio di smarcarci e di non far parte di un sistema che a mio avviso sta rovinando ciò che di più bello e caro abbiamo, la nostra madre Terra. La nostra è anche una sfida, dove servono tanta energia, tanto lavoro, tanta tenacia. Penso che ogni sogno sia raggiungibile se lo si vuole veramente, ma questo comporta anche tanto impegno e buona volontà.”. 

Parliamo, dei progetti a venire. “Compatibilmente con la delicata situazione di queste settimane, stiamo organizzando qui a Corna Imagna un festival insieme ad un’associazione con cui collaboriamo, la “Compagnia della Polenta”, per il 27-28 giugno che si chiamerà “VegImagna.”. Saranno due giorni ricchi di attività, conferenze, workshop, stand e tanto buon cibo. Il sito è quasi pronto e poi ne sentirete parlare!”.

Un’ultima riflessione verte sul futuro delle valli e dell’offerta del settore agricolo valdimagnino: “Secondo me – incalza Valerio- c’è modo di farcela e di portare avanti un progetto economico basato sul ritorno alla terra. Le persone sono sempre più attente ai propri consumi e questo offre grandi possibilità alle piccole realtà locali. Bisogna lavorare sulla promozione di ciò che offriamo.”. E, quanto a promozione turistica, come siamo messi? “Se parliamo della nostra Valle c’è sicuramente molto da fare, perché provenendo dalla Brianza mi rendo conto che tante persone non conoscono la Valle Imagna. Però vedo molto impegno da parte delle amministrazioni per promuovere la nostra Valle e cogliere nuove opportunità per crescere.”.

Salutiamo Valerio, con la promessa che, appena torneremo alla normalità, passeremo a salutare lui e i suoi animali, che non sono capi di bestiame, ma amici.  E anche dalla nostra rubrica, che parla di incontri e di vita all’aperto, rinnoviamo l’appello a stare il più possibile in casa. Solo così ANDRÁ TUTTO BENE.

Per informazioni a questo link il sito ufficiale e qua la pagina Facebook.

 

 

Ultime Notizie

X
X
linkcross