I GUERRIERI D’OCCIDENTE
CAPITOLO 2
Nelle settimane che seguirono Lug riuscì a raggruppare una cinquantina di mercenari e finalmente arrivò il giorno dell’attesa partenza. Il possente guerriero in quella fresca mattina si avviò verso la capanna per dare l’ultimo saluto al padre ma lo trovò nella grotta- tempio. Il vegliardo dalla lunga barba candida, sentendo entrare il figlio, capì subito cosa volesse chiedergli ed anticipandolo gli disse: “- Ci stai per lasciare, vero?” –“ Sì , padre, sono venuto per chiederti il permesso di lasciare il villaggio”– “Lo so, caro figlio, da tempo in te era nato il desiderio di partire per conoscere nuovi luoghi e nuove genti “-
Così parlando lo portò nella sala delle offerte ,vasto antro ornato da stalattiti. Dalla nicchia ai piedi della Grande Stalagmite ,trasse un pettorale in cuoio ornato al centro come a borchia da un bronzo tagliente a mezzaluna inciso con punti del segno sacro dell’ascia bipenne(4) ( 4-rasoio sacro dell’età del bronzo ,unico reperto con incisa l’ascia bipenne nel nord Italia ,custodito nel museo civico di Bergamo e trovato nel territorio orobico nella “Grotta dei polacchi” a Rota d’I.)…. -“Tieni questo sacro bronzo tagliente, fatto per sacrificare agli dei ,che è appartenuto ad un antico eroe transitato su questi monti , che come te voleva esplorare nuove terre alla ricerca dei confini del mondo .E’ il simbolo sacro del suo popolo e ti proteggerà nel viaggio che domani intraprenderai “– disse il vecchio . E Lug messo il pettorale datogli in dono salutò con in forte abbraccio il padre .
Il piccolo drappello di soldati si mise in marcia verso il fondovalle ,e mentre il sole tramontava alle loro spalle ,Lug riuscì a malapena a trattenere il pianto ,cosciente che per molti anni non avrebbe più rivisto le sue montagne . Dopo un giorno di cammino i cinquanta arrivarono alla piana di Acerra ,alla confluenza del fiume Adda con il Serio , e qui ci fu il raduno delle truppe etrusche e dei mercenari celti. Lug fu molto felice di rincontrare Leucos, i due amici infatti avrebbero affrontato insieme questa spedizione ed il celta fu molto contento di avere al suo fianco l’etrusco che istruito e grande viaggiatore , gli avrebbe fatto imparare nuove cose. Il piccolo esercito di guerrieri ,in pochi giorni percorse il breve tragitto che lo separava dal mare , attraverso il territorio degli Apuani ,popolo ligure amico degli etruschi e dei fenici .
-“Guarda , Lug, il mare!- urlò Leucos all’amico – quello è il mare !” –“ Non avevo mai visto tanta acqua in vita mia ,mai !”– rispose Lug all’etrusco meravigliato e stupito nel vedere questa enorme distesa blu.- “Te ne farai l’abitudine ,il nostro viaggio sarà interamente sul mare, anche se a me non fa alcun effetto ormai, ho imparato presto a navigar sul lago ed altrove girando i porte dell’Etruria” –Anche le navi furono motivo di stupore per Lug che non ne aveva mai visto una . La giornata era calda ,il mare calmo, nel piccolo porto fortificato di Erix (5) (5- Eryx antico porto ligure di Lerici e Porto Venere) le navi imbarcarono a schiera i guerrieri liguri Elisykoi e Libui e mercenari celti guidati a squadre ordinate dagli abili marinai fenici ed etruschi.
Per affrontare questa lunga attraversata bisognava prima fare rifornimento di viveri a Pyrgi (6) ( 6-Pyrgi porto e santuario fenicio sulla costa etrusca ) Qui fu concessa una breve sosta per i guerriere che si riversarono nelle vie polverose della cittadella. – ” Avanti Lug , scendiamo anche noi, ti farò conoscere la città , poiché io deve andare dal sacerdote del tempio che è un vecchio amico di mio padre “ – “ Arrivo subito ,ho proprio voglia di far quattro passi sulla terra ferma “.
Pyrgi era calma ed accogliente poco popolosa ma ricca di mercati e botteghe, importante centro di scambio tra l’Etruria e l’Oriente .Il tempio sorgeva su una piccola altura ,isolato dal centro urbano e geloso custode delle sacre lamine d’oro, segno di alleanza con le genti fenicie. L’altare era decorato da statue raffiguranti divinità etrusche e nella sala principale si ergeva possente la statua della dea Uni a cui era dedicato il tempio , la grande sala era illuminata da piccole torce, e vari bracieri sistemati attorno all’altare emanavano un profumo strano quasi magico.
Lug e Leucos erano già entrati ed attesero l’arrivo del sacerdote Rasenna che entrò da una delle porte laterali .L’uomo indossava una lunga tunica scura e portava una folta barba candida ,anche le mani ossute ed il gracile corpo segnavano l’età avanzata del vecchio . –“ Salve, Leucos !”-“Salve, Rasenna! : questo è il mio amico Lug e sono venuto per avere la tua benedizione prima di partire per la Persia “- “ So già tutto; tutti ormai sono a conoscenza della vostra spedizione qui a Pyrgi. Ma ora, giovane guerriero, fa un sacrificio agli dei per fare sì che la dea Uni ti protegga durante il viaggio e nelle battaglie che dovrai affrontare .Prima però dovrò affidarti un compito di estrema importanza” – a quelle parole Leucos si fece più attento ed accorto – “Devi sapere che io e tuo padre abbiamo combattuto assieme ad Alalia in una battaglia navale risoltasi con la vittoria delle nostre navi etrusche sulla flotta greca. Tuo padre è stato un valoroso guerriero,uno dei più temibili,e da oggi quindi toccherà a te combattere contro il nemico comune .Per questo, io Rasenna, ti offro le sacre armi dell’antico re Tirseno indossate dai nostri avi , e tu continuerai le sua gesta.” E dicendo questo mostrò la bronzea armatura sulla quale risaltava dorato il segno del sole nascente .- “Inoltre – continuò il vecchio – ti assegno il compito di raggiungere il territorio della Lidia (7) ( 7- Lidia regione dell’Asia Minore terra di origine secondo alcune ipotesi del popolo etrusco) da là partirono i nostri antenati e quando troverai il tempio con il segno del sole raggiante ,farai sacrifici agli dei ed interrogherai l’Oracolo sul destino della nostra patria.”
Leucos con grande onore prese le bronzee armi e ringraziò il sacerdote annuendo con il capo. Quel giorno Leucos fece dei sacrifici alla dea Uni e passò una notte agitata ripensando le parole di Rasenna ed al compito che lo aspettava.