I Camosci del Foldone, gli amici che han fatto rivivere la baita abbandonata in Val Brembilla

Una baita, un gruppo di amici e tanta passione per il proprio territorio. "I Camosci del Foldone" nel 2023 hanno ristrutturato e preso in gestione la storica baita di Brembilla, che oggi accoglie gli escursionisti.
29 Marzo 2025

Una baita, un gruppo di amici e tanta passione per il proprio territorio. Questi sono gli elementi che, insieme, hanno fatto nascere, in Val Brembilla, l’Associazione “I Camosci del Foldone” che ha come presidente Massimiliano Rota, 48enne originario di Barzana, anche se da 25 anni vive a Brembilla.

“L’associazione, no-profit, è in auge da un anno e mezzo ed è stata fondata ufficialmente ad aprile 2023. All’interno del nostro gruppo siamo sette membri con età che va dai 37 fino ai 55 anni, tutti uomini che possono contare sulla collaborazione delle mogli. La storia della nostra Associazione è cominciata durante una pizzata tra amici dove, tra chiacchiere e bicchieri di vino, iniziammo a parlare della Baita del Foldone che fino a qualche anno fa era un’ex malga di proprietà del comune di Brembilla” – racconta Massimiliano.

La baita in questione, che negli anni è stata abbandonata e poi ripresa in gestione e ristrutturata, è collocata sul Monte Foldone ad un’altitudine di 1.450 m e, grazie ad un’iniziativa del gruppo brembillese, è diventato un punto panoramico e di valore storico che accoglie in quota gli escursionisti, tra cultura ed occasioni di incontro.

A pochi passi dalla baita c’è la Piana del Foldone e, secondo alcuni racconti, i primi accenni del sito risalgono al 1.200, ai tempi di Guelfi e i Ghibellini: “Anticamente quel luogo serviva come punto di accampamento per la costruzione del noto Castel Regina, dove ai tempi c’era un fortino che fu abbattuto due volte dai Guelfi, in quanto apparteneva ai Ghibellini” – prosegue.

È stato tramite questi racconti che Rota e i suoi amici hanno deciso di non restare con le mani in mano e di darsi da fare con l’intento di permettere alle persone ed agli escursionisti di tornare ad incontrarsi alla Baita del Foldone, che si trova a metà tra il Pizzo Cerro di Brembilla ed il Pizzo Grande di San Giovanni Bianco: “Vogliamo che la baita sia un posto un po’ di tutti e non solo nostra. La gente sale qui perché ha voglia di conoscere questo luogo ed il territorio circostante” – continua.

Per chi non lo sapesse il Foldone, insieme al Castel Regina, è considerato uno dei punti più panoramici della Val Brembilla e quest’ultimo possiede anche un importante valore di tipo naturalistico e storico-culturale: naturalistico perché, da questo luogo è possibile osservare un faggio di 400 anni ed alcuni esemplari della fauna selvatica che vive nelle Orobie come, ad esempio, i Camosci da cui è nato appunto il nome dell’associazione. Inoltre la baita è collocata nella zona che anni fa segnava il confine di un territorio molto conteso: da una parte l’allora Repubblica di Venezia e dall’altra il Ducato di Milano.

camosci di foldone 1 - La Voce delle Valli

“Il nostro gruppo di amici si occupa di accoglienza alle persone che vengono in montagna. Attualmente stiamo diventando sempre più inclusivi, aggiungendo anche l’uso della Joelette, uno strumento che viene utilizzato in montagna per il trasporto di persone disabili. L’idea di tutto questo è una convivialità condivisa in cui si trascorre del tempo insieme senza scopo di lucro, ma lasciando semplicemente una piccola offerta” sottolinea il presidente.

Nel corso di questi anni “I Camosci del Foldone” hanno stretto delle collaborazioni con alcune associazioni locali come “Amici di Sussia” di San Pellegrino Terme, con la quale ha collaborato lo scorso agosto (QUA l’articolo dedicato), e col brembillese “Gruppo Sentieri e Amici della Storia”, con il quale si lavora al mantenimento di alcuni sentieri.

baita1 - La Voce delle Valli

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