Siamo soliti stare il più possibile alla larga da chi indossa una divisa blu e rossa, con tanto di cappello, forse perché ci sentiamo spesso nel torto anche per piccolezze e così basta una divisa ad intimorirci. Ma in realtà li sotto ci sono cuori buoni e disponibili per il bene della propria comunità e, a volte, anche per quelle vicine.
Dal 1978, culla il Comune di Sant’Omobono Terme, l’Associazione Carabinieri in congedo opera con semplicità e rigore per la Valle: “Se ripercorriamo la storia della nostra associazione penso ai nomi dei nostri presidenti partendo dal fondatore della nostra sezione, Gianfranco Dolci, allora vice sindaco, insieme a Marino Petrarca, capitano dei Carabinieri della sezione del nostro Comune. Potremmo dire le menti. Ma è con Bruno Moretti, milanese di origine che dopo essersi trasferito qui in valle per la sua sposa valdimagnina, ha guidato il gruppo per 30 anni. Prima di me ha portato avanti il gruppo Ruggero Manzinali, sino al 2018 quando mi hanno nominato presidente.”– ci racconta Aldo Manfredi.
L’Associazione Carabinieri opera soprattutto per eventi religiosi, processioni, presso il Santuario della Cornabusa durante la stagione delle celebrazioni e per manifestazioni comunali. E’ Dalle parole dirette del presidente che si riconosce il loro operato: “I Carabinieri son sempre i Carabinieri, è la prima Arma che è stata fondata in Italia. C’è da tenere conto del prestigio dell’Arma dei carabinieri e bisogna associare che non deve mancare la buona volontà di fare i volontari. A volte qualcuno ci dà un contributo per sostenere qualche spesa delle uscite… benvenga! Ma solitamente ci auto sosteniamo. Non manca massima serietà e un certo rigore, senza dimenticare l’aver voglia di fare per la comunità e senza chiedere nulla. Ma la cosa principale è il comportamento verso la gente: non bisogna mai cadere nel tranello della discussione… rispetto e farsi rispettare.”
C’è una piccola “chicca” che, per chi non è del mestiere, potrebbe non esser scontata: i Carabinieri in congedo prendono ordine dai vigili: “Tutto parte dal “comandante del paese”, ovvero il sindaco, il quale delega il comando al vigile comunale. In base alla nostra disponibilità e alla sua, ci indica luoghi, posti e indicazioni sul come comportarci in base alla sua presenza o meno. In caso di sua assenza, i suoi “poteri” sono delegati a noi.”– sottolinea il presidente.
La collaborazione interna ed esterna è punto saldo per ogni buona riuscita degli interventi: “Collaboriamo con le altre associazioni dei carabinieri vicini del territorio, come Villa d’Almè e con Almenno San Salvatore che hanno qualcuno in più, ma numeri non lontani da noi. E’ in costruzione una sorta di consorzio informale per collaborare a vicenda sui propri impegni. Cerchiamo di unire le forze! “
Attualmente l’associazione della Valle conta 45 iscritti di cui 12 volontari “operanti”(solo uno simpatizzante, gli altri tutti ex carabinieri); per questo Aldo Manfredi , con mandato in scadenza il prossimo ottobre, non manca di lanciare un appello: “Ci sono progetti in campo per ampliarsi: l’appello è aperto a tutti, donne e uomini. I nuovi verranno affiancati per i primi periodi da qualcuno di già attrezzato. Verrà fornita la divisa e avvisiamo che potrebbe essere richiesto un contributo iniziale per il tesseramento dove si viene segnalati a Roma e così tesserati con un numero di matricola, inserito poi sulle divise che arrivano proprio dalla capitale.”
Il ringraziamento del loro operato è reso visibile grazie alla cappelletta votiva inaugurata a Cepino nel 2014, contenente l’affresco raffigurante la Virgo Fidelis, patrona dei Carabinieri: “E’ stata nostra volontà realizzata. Grazie alla bontà del proprietario del terreno, il sì del Comune e via: il geometra Salandra, progettista e nostro socio, insieme ai muratori soci e altre mani hanno portato avanti la costruzione.Poi, il dipinto di Togni, un pittore della bassa bergamasca. Grazie alla chiamata del Conte Carminati. Ruggero Manzinali, all’epoca presidente, ha gestito tutto il processo di comunicazione e gestione. A me piace particolarmente quell’angolo riservato e rispettato: sa del sapore del nostro volontariato.”