Questa settima puntata di “C’era una volta in Waldimagna “ volevo chiamarla “ settima stanza”oppure “settimo cielo “ perché, per continuare la descrizione del bellissimo quadro di Andrea Previtali dipinto nel 1523 per la chiesa di Locatello, in quel “cielo” ed in quella “ stanza” si raggiunge un punto alto di poesia e di elevazione per le suggestioni che l’orizzonte di quel cielo racchiude, per i sentimenti che la “ stanza” di quel panorama suscita .
E’ l’orizzonte della Valle Imagna vista da fuori , dalle piane sul Brembo ( da Brembate Sopra paese del Previtali ?) ; è il panorama della Valle Imagna vista da chi ne è ora lontano , è la patria perduta di chi ne è stato allontanato ,è l’ addio al profilo di quei monti di chi tra loro è vissuto, ma è anche il sentire che niente si perde e niente si abbandona nell’eternità del bene e del bello che si è vissuto, e ne traspare la grande arte della narrazione e del racconto della felicità di esistere .
E allora la Patria è ancora là, configurata, dietro le acque del Brembo e le rocce di Ventolosa, dalle piramidi dell’Ubione , di S.Piro e del Pralongone , testimoniata nella sua storia dal ponte romano in Lemine col suo castello turrito. Avevan distrutto la” Brembilla Vecchia” ed il borgo di Lemine e divelto il suo castello fin dalle fondamenta nel 1443 i nemici rettori della città di Bergamo, vincitori guelfi sotto comando di Venezia dominante, ed il ponte nel 1493 era crollato con nubifragio nelle arcate laterali dei sette pilastri, ma nel dipinto dell’esule Previtali del 1523, commissionato dai Locatelli Bernardo e Vitale figli di Gothofredo per la chiesa di Locatello , la gloria e la storia di quella patria perduta sono ancora là, a ricordare con orgoglio ghibellino che su quel ponte nel 1402 caddero sconfitti i guelfi di Rota, con vilipendio del capo mozzo del loro capitano .
Vicende umane presenti a fare da sfondo alla “ sacra conversazione” fra santi colloquianti nel verde all’ombra del grande albero. Geniale l’inversione studiata dal pittore che pone sulla terra e nell’ombra i discorsi del cielo, mentre eleva sentimenti ed aspirazioni terrene nel chiaro della luce del cielo; e allora con straordinaria sensibilità religiosa le vite dei santi diventano vite degli uomini, con i santi Antonio e Bernardo (o Gottardo?) che ricordano i nomi dei committenti , ma indicano anche la terra di transito e di passaggio ai monti della Brembilla Vecchia e della Waldimagna, nel richiamo dei paesi a questi santi titolari nelle chiese di Clanezzo , di Berbenno e di Laxolo, così come nella raffigurazione del Castello sul ponte romano di Lemine , rappresentato anche da Palma il Vecchio nella “fuga in Egitto “ e qui, come il ponte nel paesaggio della Gioconda di Leonardo , richiamo di antichità e di storia, ma soprattutto simbolo sacro di passaggio da una all’altra sponda, dalla terra al cielo, dall’ombra alla luce, dal falso al vero!
Ed a proposito di falso e vero Andrea Previtali detto il Cordeliaghi (probabilmente dal nome di famiglia di venditori di “cordelle”ed aghi, esule(?) a Brembate Sopra dalla Brembilla Vecchia di Berbenno ) ha posto la sua firma di famiglia esule non solo con lo scritto ma, con genialità ,proprio con la figurazione del ponte col castello di Lemine dipinto nel quadro ;non potendo far riconoscere ed esaltare in un dipinto un’opera distrutta con il borgo di Almenno nel 1443 dalla Dominante repubblica di Venezia ,disegnò il castello di Lemine sulla sinistra del Brembo anziché sulla destra del fiume dove era, adiacente alla pieve dell’attuale Madonna del castello , dove ritrovi archeologici confermano le basi di una torre rotonda come quella del dipinto; Previtali ricorre ad uno stratagemma imparato certo da Leonardo(conosciuto e frequentato a Venezia alla bottega del Bellini ),che scrivendo le parole al contrario da sinistra verso destra ne faceva la lettura normale da destra a sinistra nel riflesso di uno specchio ; anche il quadro di Locatello se riflesso nello specchio colloca il castello nella sua vera e storica posizione sulla destra del fiume, con risultato studiato ad arte anche nella scritta sul cartiglio di Giovanni il Battista dove la parola ECCE e, solo quella, può essere letta anche nello specchio sempre uguale in tutti e due i versi.
“EX PECUNIA NOBILIUM DOMINORUM BERNARDI ET VITALIS FRATRUM NATORUM QUONDAM GOTHOFREDI DE LOCATELLIS –ANDREAS PREVITALIS PINXIT MDXXIII ( Con i soldi dei nobili signori Bernardo e Vitale fratelli, figli del fu Goffredo dei Locatelli Andrea Previtali dipinse nel 1523-) la scritta e l‘autentica solenne trovata sul quadro nel restauro del 1800 ,quando la “Madonna delle Grazie “ di Locatello era collocata all’altare della Madonna nella parrocchiale, ci fornisce notizie storiche circostanziate, ma molto altro e molto oltre ci dice questo capolavoro rinascimentale nella conclusione e nel richiamo del suo paesaggio con il castello sulle acque del fiume ,nel contorno di monti di una terra amata e conosciuta , con l’ arrivo al porto della nave della vita,simboleggiata dalla caravella veneziana (che compare anche in altri ritratti e quadri del Previtali), su un mare che si prolunga a congiungere la terra al cielo dorato dal rosa di una sera piena di nostalgia, di speranze e di sogni ,” cirri di porpora e oro”, che si concludono con una bella pagina di grande poesia espressa qui dal Previtali in forme e colori , espressa dal sommo poeta Dante con le parole divine: “era già l’ora che volge al desio, che ai naviganti intenerisce il cuore, lo dì che han detto ai dolci amici addio !“.
Quando passate da Locatello andate a vedere la “Madonna delle Grazie “, dipinta da Andrea Previtali per la parrocchiale di S. Maria Assunta nel 1523. Patrimonio e vanto di Locatello quando Locatello comprendeva anche di Corna e Fuipiano ,ora è ricollocata, dopo recente restauro , nel mezzo della bella chiesa. Era chiamata “ Madonna delle Grazie” per la sua bellezza e perché la devozione dei fedeli in lei riscontrava grazie, favori e miracoli ; la Madonna di Locatello fa ancora miracoli, parla e continua la sua “sacra conversazione “ coi santi che la contornano e con chi ascolta la lettura ed il racconto del suo quadro, un racconto ed un quadro che hanno a che fare con la Waldimagna di ieri e di oggi.