Quando Dio creò le Alpi, congiungendo l’Italia all’Europa con la grande catena di monti che da mare a mare la protegge e la incorona, ebbe un occhio particolare per la Valle Imagna,”la più bella delle valli bergamasche”, mettendola alla porta di entrata del grande transito che, al centro dell’ arco alpino sul lato orientale di “quel ramo del lago di Como”, risale dalla pianura nel cuore delle Alpi, sul percorso longitudinale della Vallimagna appunto, della Valsassina ,dell’Alto Lario e della Valchiavenna per arrivare nel cuore dell’Europa dalla Rezia e dall’Engadina sui passi dello Spluga e del Maloija.
Valle Imagna, una visione vista dall'alto
Ci avevano fatto studiare alle elementari la divisione della Alpi in tanti pezzettini, Pennine, Retiche, Cozie e Graie fino alle Giulie, ma quando, invece che chinato sui banchi di scuola, lo sguardo umano ha potuto osservare dai satelliti il panorama della terra, anche le Alpi hanno cambiato aspetto, e quel percorso così marcato al centro dell’arco alpino ha diviso la catena montuosa in due semplici distinzioni di Alpi Orientali e di Alpi Occidentali, tenendo come linea di demarcazione i monti al di qua o al di là di quel tracciato, che partendo dalla depressione del Lario risale le Alpi, avendo come apertura di entrata laterale, contrassegnata dal Resegone, la Valle Imagna, portale aperto sul dosso del monte Duno tra i bastioni del Linzone e dell’Ubione, giardino di ingresso dal verde della grande pianura nell’arco dei monti, “conca di smeraldo” sotto “il ciel di Lombardia, cosi bello quando è bello,così limpido, così in pace”.
La Valle Imagna,”la più bella delle valli bergamasche” per definizione d’autore, più che un territorio, più che un’ orografia è una “visione “,bisogna vederla dal cielo la Vallimagna, dall’alto, dalle cime del circondario dei suoi monti, dal balcone del Linzone e dal dorsale di Valcava, dal rilievo del monte Tesoro e dalla prominenza dell'Ocone, dalle creste dalla Serrada e dalle cime del Resegone, dalla corona della Piacca e dei Canti e dalle alture del Pralongone e di Piazzacava, dal cocuzzoli di S.Piro e del monte Castello e infine dalla vista a pieno orizzonte dal vertice della piramide dell’Ubione.
Valle Imagna, significato del nome: terra del “waldman”
Tanti hanno parlato e tanti hanno scritto sul nome e sulla terra della Valle Imagna ma forse una narrazione partecipata di condivisione e di sentimenti non ci fu mai e ce ne può dare l’occasione questa iniziativa lodevole di giornale online “La Voce delle Valli” con questa pagina o rubrica di narrazione, di ascolto e di voce della Valle Imagna, come ricerca e ritrovamento dell’ “ Anima” di questo Territorio, della sua Storia, del suo Destino, del suo Nome autentico di “Waldimagna”, nel suo contenuto originario da “Wald”, in termini e traduzione letterale come bosco e foresta di patrimonio comune, ma in termini e traduzione di attualità come Natura, Territorio e Ambiente patrimonio di tutti da abitare come bene comune .
Il “Wald” della Curtis longobarda di Lemine, patrimonio del regno e dei re di Pavia, amministrato dal “waldman” funzionario regio, divenne “terra del waldman” e quindi compare nel primo scritto del 1170 col nome di “Valdimania” e nel secolo successivo gli “habitatores de Valdimania” si costituiscono in “Comune di Valdimania;…quello che dovremmo oggi fare noi abitanti in Waldimagna, immaginando come “Wald” un possibile “Comune di Waldimania “ dalla foce del fiume a Clanezzo nel Brembo alle sue sorgenti sotto il Resegone, dal Ponte romano di Lemine in Almenno alla dogana veneta di Arnosto di Fuipiano.
(segue 2° puntata )