Claudia Boffelli, una vita di corsa, dallo scialpinismo al ciclismo

"La prima volta mio fratello William mi aveva portata alle Baite di Mezzeno, sopra Roncobello, con l’attrezzatura di mio papà mi è piaciuto e, da quel momento, ho cominciato ad allenarmi per migliorare”.
21 Marzo 2024

È tempo di primavera, le primule e le prime foglie sugli alberi stanno cominciando a spuntare e il sole regala giornate più calde e luminose, ma sulle montagne la neve non manca affatto e il finale di stagione per lo scialpinismo si preannuncia emozionante.

Per questo motivo, ho deciso di intervistare una persona appassionata e competitiva, Claudia Boffelli, 27 anni di Roncobello, vincitrice del Trofeo Parravicini 2023 e reduce da tre importanti vittorie: Skialp3 Presolana, Domobianca Vertical Night e Monterosa Skialp.

È sorella di William, altro atleta eccellente, (vedi l’articolo qui) e gareggia con i colori dello Sci Club Roncobello. Ecco un po’ della sua storia: “Pratico scialpinismo, ma mi sono dedicata allo sci di fondo per molti anni, mentre in estate mi cimento con il ciclismo, la corsa in montagna e l’alpinismo. La prima volta mio fratello William mi aveva portata alle Baite di Mezzeno, sopra Roncobello, con l’attrezzatura di mio papà (avevo gli scarponi di 3 numeri più grandi e indossavo 3 paia di calzini!) mi è piaciuto e, da quel momento, ho cominciato ad allenarmi per migliorare”.

Dopo tante fatiche, Claudia ha iniziato a partecipare alle gare, portando a casa anche delle vittorie, ma ascoltiamo direttamente da lei com’è l’ambiente delle competizioni per una donna: “Ho partecipato spesso alle gare quest’anno e molte volte si sente dire che le donne ricevano meno premi o non ricevano il miglior trattamento possibile. Io penso che ciò non sia vero, il motivo per cui il montepremi per le categorie femminili è minore è perché il numero delle partecipanti alle gare è inferiore rispetto a quello degli uomini, di conseguenza gli organizzatori non possono mettere in palio le stesse cifre”.

Ma come mai il numero delle donne che praticano lo scialpinismo ad alti livelli è minore rispetto a quello degli uomini? “Secondo me – risponde Claudia- il numero delle donne che fanno questo sport a livello agonistico è inferiore perché l’approccio alla disciplina è difficile, lo scialpinismo è uno sport che richiede una preparazione psicologica e fisica notevole. Allo stesso tempo però le donne di talento possono fare meno fatica ad emergere rispetto ai maschi, che trovano invece tanti rivali contro cui competere”.

Molto allenamento è necessario, ma come fa Claudia ad essere sempre preparata? “Mi alleno soprattutto con i miei amici e compaesani di Roncobello e mi diverto molto perché ogni sessione è come una piccola gara e sempre una sfida tra risate e piccole prese in giro che ci scambiamo a vicenda. Inoltre, ho un motto, che cerco di ricordare sempre anche nei momenti di difficoltà: mai mollare, se ti impegni i risultati arrivano. Bisogna godersela mettendo tanta passione in tutto ciò che si fa. Io, personalmente – prosegue Claudia – preferisco le gare di lunga durata magari in ambiente, come il Trofeo Parravicini, che mantengono l’essenza dello scialpinismo, rispetto alle nuove tipologie brevi”.

Concludendo, ho chiesto a Claudia i suoi progetti per il futuro: “Dopo un infortunio mi sono detta: è ora di svegliarsi e non perché è mattina, quindi, da qual momento, ho deciso di impegnarmi con la preparazione per ottenere buoni risultati e in futuro l’obiettivo è di raggiungere il mio limite, capire fino a che punto posso spingermi”. Facciamo il tifo per Claudia nelle prossime gare che affronterà (Tour du Rutor, competizione internazionale e Trofeo Parravicini 2024) e che sia per tutti un finale di stagione divertente e ricco di avventure tra le montagne.

IMG 7336 - La Voce delle Valli

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