Per poter dire di conoscere davvero qualcosa, bisogna saperlo spiegare. Vale anche per il territorio dei paesi delle Valli e in questo senso Colomba Milesi conosce la sua Ornica alla perfezione, tanto da poterla spiegare anche a chi la visita. “Sono nata a San Pellegrino e vivo a Ornica da 59 anni, ovvero da sempre. Sono sindaco dal 2019, ma da 30 anni faccio parte dell’amministrazione. Sono una casalinga, moglie e mamma che però ha sempre avuto l’interesse di rendersi utile al suo piccolo paese, perché di riflesso questa cosa fa bene anche a me. Ho ricoperto il ruolo di consigliere, per anni, poi assessore, poi vicesindaco finché ho completato tutta la gavetta. Ho sempre fatto volontariato, perché volevo rendermi utile”. Dove c’è bisogno, il sindaco si fa avanti.
“Ho fatto anni nel volontariato sociale, religioso, civile” racconta “perché se c’è bisogno si dà una mano anche al parroco, dove occorre. Il fatto che il paese sia piccolo non lo rende di facile gestione, ci si relaziona di più con la gente, quando c’è un problema ci incontra per strada”. In questi frangenti, bisogna essere a disposizione. “Amo la comunicazione, se non sono le persone a chiedere lo faccio io. Per sapere quali sono i problemi, perché ci sono anche qua: tanti magari sono della vita del paese, neanche grandi, ma si cerca nel limite del possibile di risolverli. Si prova ad ascoltare, non sempre si riesce a fare quello che chiedono gli altri, ma ascoltare è il primo passo”. Ecco perché – dice Colomba – l’ufficio è potenzialmente esteso a tutta Ornica. “Io faccio il sindaco a tempo pieno, oltre che la casalinga, mi si vede sempre in giro e sono tanto a contatto con le persone, naturalmente questo ti porta a essere in prima linea. Finché si è assessori o consiglieri i problemi sono lontani, quando sei in prima linea la responsabilità è maggiore, la mia indole è di occuparmi più del sociale, da quando sono Sindaco la giunta e gli impiegati mi aiutano su tutte le altre problematiche, bandi, lavori pubblici”.
Un impegno costante a favore del proprio territorio, che non si limita alle normali attività amministrative. “Ho anche fatto un corso promosso dalla Provincia e dalla Comunità Montana come animatore del territorio, quando vengono organizzate visite guidate io accolgo i partecipanti, i nostri piccoli borghi hanno tesori nascosti che magari non sono conosciuti dai locali, io mi cimento per far scoprire alle persone le realtà nascoste del territorio. Ci tengo a far conoscere quello che abbiamo nei paesi, che magari nemmeno apprezziamo: se si va conoscere il perché delle cose che conserviamo, poi si vuole diffondere questa conoscenza e io voglio far sapere quello che di bello ha il nostro paese”.
È una nobile vocazione, soprattutto perché aiuta il territorio di Ornica e dell’Alta Valle. “Io e altri operatori abbiamo appunto frequentato dei corsi ad hoc, non ci siamo improvvisati. Quando l’associazione AltoBrembo riceve prenotazioni per i tuor, noi ci rendiamo disponibili. Periodicamente, in primavera, ci si trova per stilare un calendario di eventi e sono frequenti. Domenica, 24 settembre, ci sarà il tour dedicato ai Baschenis, con visita guidata nei paesi che hanno i loro affreschi: è una cosa molto apprezzata, queste iniziative sono gradite, ci sono sempre almeno 20-25 persone. Qua a Ornica si fanno conoscere gli affreschi della sagrestia, la Madonna del Frassino e si racconta la storia del nostro paese. Questa attività mi rende orgogliosa, prima di interessarmi a questa realtà vedevo le opere, ma non ci facevo caso: quando si sa il loro vissuto e la loro storia, le apprezzi di più e ti fai una cultura personale”.
Tanti impegni con cui Colomba non riuscirebbe a tenere il passo, se non fosse per la famiglia. “Ho due figli, anche loro hanno condiviso insieme a mio marito la mia natura, sanno se posso fare qualcosa, lo faccio. Se ne ho le capacità e la passione, allora ci provo e loro mi hanno aiutato. A volte mi riprendono per fami calmare un po’, capita che si resti coinvolti personalmente, ma si vive qua e bisogna avere sempre in mano la situazione”.
Sono le difficoltà di operare in un contesto tanto piccolo, spiega. “I nostri nonni dicevano che sindaco, prete e medico dei piccoli paesi non potevano avere la completa approvazione da parte di tutti: si mette in preventivo e si va avanti”. L’impegno non si declina solo verso le persone, ma anche nel decoro del paese. “Oltre a questo, sono creativa, quando posso, nei vari eventi, come a Natale, mi piace addobbare il paese: ci tengo all’estetica, all’arredo urbano, perché il mio paese sia accogliente. Nonostante le difficoltà che ci possono essere, badare al bello mi aiuta a scaricare la tensione, il paesino deve essere piacevole. In passato mi sono cimentata anche a fare l’autista dello scuolabus: provo a rendermi utile dove è necessario”.