Dalla viabilità al turismo, dal calo demografico alle start up giovanili: sono tanti i temi al centro del raggio d’azione della Comunità Montana Val Brembana, impegnata a tutto campo su più fronti in un’ottica di maggior impegno politico e presenza sul territorio. Ne parliamo con il presidente Alberto Mazzoleni.
La Voce delle Valli: Cosa ha trovato quando si è seduto alla presidenza della comunità montana?
Alberto Mazzoleni: “Un’ottima gestione precedente ma con alcuni problemi aperti. Primo fra tutti quello della questione “elisuperfice” di San Giovanni Bianco che abbiamo però felicemente concluso grazie anche all’ottimo lavoro di squadra. Altri problemi erano di carattere più generale. Iniziava infatti il periodo della crisi e della “caccia alle streghe” che avrebbe portato alla sciagurata idea della cancellazione delle Provincia e al tentativo di accorpamento dei piccoli Comuni. Anche le Comunità Montane erano in bilico ma abbiamo agito di conseguenza per il loro mantenimento in quanto strumenti a disposizione della popolazione locale per far sentire in modo coeso le voci delle montagne”.
Come è cambiata la Valle Brembana in questi anni?
“Come tante vallate prealpine subisce le problematiche dell’era moderna: riduzione dei servizi, difficile accessibilità, spopolamento. A fronte di questo, che inevitabilmente colpisce i punti più marginali e le fasce più deboli, c’è stato un importante sviluppo di alcune imprese del territorio con imprenditori illuminati che hanno permesso, non delocalizzando, di mantenere lavoro in valle e dare speranza ai giovani e alle famiglie”.
Frana orridi e variante Zogno: la situazione viabilità è ancora critica?
“È certamente la nota più dolente dei problemi legati allo sviluppo economico-turistico. Da anni attendiamo alcune opere fondamentali, come la variante di Zogno e il completamento della Villa d'Almè-Dalmine, che non so se risolveranno tutti i problemi ma certamente auspichiamo possano migliorare la situazione per chi sale e scende per lavoro o svago dalla valle senza rimanere fermo in auto in code interminabili. Nel frattempo, altre opere si stanno rendendo indispensabili, soprattutto a livello di prevenzione: penso a quanto accaduto in Val Serina e sulla strada per il Passo San Marco, ma anche alla soluzione per la sostituzione del ponte Bailey in Val Taleggio che, grazie a Provincia e Regione, sarà realizzato nel prossimo anno. In generale c’è una situazione della viabilità molto difficile che spero possa essere migliorata con l’auspicata riforma delle legge delle Province”.
Qual è l’impegno per il turismo?
“Anche se non è una delega di stretta competenza della Comunità Montana, ci stiamo impegnando con tutti i Comuni vallari, le associazioni di categoria e i maggiori player del territorio a livello turistico su un progetto per un’associazione che rilancerà entro quest’anno una gestione unitaria del turismo: Visit Brembo, con sede nella Green House di Zogno. Ovviamente questa da sola non basterà per esaltare i tanti punti di forza dell’offerta turistica vallare. Ogni territorio dovrà fare la sua parte e ci coordineremo a livello superiore con Visit Bergamo”.
E per la tutela dell'ambiente che azioni sono state programmate?
“Ovviamente è un’attenzione che da sempre poniamo al centro della nostra azione. Oltre al lavoro ordinario è stato avviato sin dal 2009 un progetto aderendo al “Patto dei sindaci”, progetto europeo che ha come capofila la Provincia e che ha sensibilizzato enormemente gli attori pubblici nel risparmio energetico e riduzione delle emissioni”.
Come affrontare il calo demografico, soprattutto in alta valle?
“Non ci sono soluzioni semplici. Certamente iniziare una politica seria di controesodo, mantenendo e incrementando i servizi ospedalieri, l’assistenza sociale, i trasporti e le poste, sarebbe la prima cosa da fare e che, con grande fatica, lavoriamo perché sia attuata con il sostegno delle associazioni di rappresentanza come Anci e Uncem. Diciamo che va invertito il concetto che pochi abitanti sia sinonimo di pochi investimenti”.
Forse perché si conta poco a livello politico?
“Non credo. Ricordiamo che gran parte della cultura e della tradizione nasce dalla montagna e che nei secoli siamo sempre stati quelli che hanno garantito con la buona conduzione dei territori, il mantenimento dell’equilibrio ambientale. Poi con le bonifiche e l’industrializzazione si è invertito il paradigma e ora le montagne soffrono. Ma vivere in montagna resta sempre il modello più salutare”.
Come incentivare la nascita di nuove imprese giovanili e start up?
“Come Comunità Montana abbiamo fatto numerosi progetti. Prima collaborando per la nascita di indirizzi scolastici legati alla meccatronica, poi per l’agricoltura. Abbiamo anche operato in sinergia con Bergamo Sviluppo per gli incubatori d’impresa e creato un coworking di successo all’interno della Green House di Zogno. Certamente va fatto ancora molto e speriamo che le Istituzioni ci mettano nelle condizioni di condividere nuovi progetti a favore dei giovani”.