Daniel Comotti, un almennese a Sydney: bartender nel miglior bar del mondo

Da Almenno a Sidney per coronare un sogno. Si è diplomato all’Istituto Alberghiero di San Pellegrino con una specializzazione in Sala e bar Daniel Comotti, 25 anni. Viene da Almenno San Salvatore e, oggi, lavora in Australia come bartender nel miglior bar del mondo, il Maybe Sammy di Sydney. “Sono partito che avevo 21 anni […]
13 Luglio 2024

Da Almenno a Sidney per coronare un sogno. Si è diplomato all’Istituto Alberghiero di San Pellegrino con una specializzazione in Sala e bar Daniel Comotti, 25 anni. Viene da Almenno San Salvatore e, oggi, lavora in Australia come bartender nel miglior bar del mondo, il Maybe Sammy di Sydney.

“Sono partito che avevo 21 anni e adesso ne ho 25 – racconta Daniel – mi sono diplomato nel 2018, due anni prima della pandemia. Quando sono partito non avevo idea di ciò che avrei trovato, sapevo che volevo fare questa esperienza e avevo lavorato molto per recuperare un po’ di denaro e, soprattutto, per avere delle competenze da mettere in gioco da un punto di vista professionale. Non ero mai stato in Australia, ma mi affascinava molto come Paese. Sono quelle idee che hai in testa da bambino, perché vedi dei film o senti parlare gli amici o i parenti.” Quando Daniel è partito non aveva un contratto di lavoro ma solo tanta voglia di mettersi in gioco.

“Sono arrivato a Sydney e ho trovato un mondo che si muove in un modo completamente diverso da quello a cui ero abituato. I primi giorni mi sembrava di essere dentro ad un film. Ho iniziato a girare per le vie del centro cercando di capire come funzionava il mercato, guardavo se c’erano inserzioni di ricerca del personale e se un locale mi ispirava entravo e chiedevo”. La ricerca non ha dato immediatamente i frutti sperati.

“I primi giorni ho dormito in una specie di dormitorio, non era molto motivante. Poi un ragazzo che avevo conosciuto mi ha chiesto se volevo andare con lui a fare un servizio bar in un evento organizzato sulla terrazza di un grattacielo e ovviamente ho detto sì. Mi hanno visto lavorare e, da lì, non ho più smesso.” Con i primi stipendi Daniel ha affittato un appartamento e si è trasferito, dando così inizio alla sua nuova vita.

“Incontro persone che vanno a fare la spesa in pigiama e nessuno ti giudica per come ti vesti. Mi piace sapere che nessuno ti guarda per come sei vestito quando vai in giro. Quando ero in Italia e andavo a scuola o in giro con gli amici ero molto attento a cosa mi mettevo o cosa compravo. Essere omologati è importante da noi. Compriamo cose o ci vestiamo con ciò che ci fa sentire appartenenti al gruppo oppure cerchiamo con i nostri modi di fare di ottenere l’approvazione degli altri. In Australia non è così. Se vado in giro, a nessuno interessa come sono vestito in quel momento mentre, ovviamente, sul lavoro devo essere impeccabile. Lì conta la professionalità che dimostri e, per fortuna, le esperienze che avevo maturato in Italia mi hanno lasciato un bagaglio importante da potermi giocare anche in Australia. Ora lavoro come bartender in un locale che si chiama Maybe Sammy, in una via del centro Harrington street, the Rocks 2000.

Il locale – prosegue Daniel – è stato nominato migliore bar del mondo dall’annuale classifica Top 500 Bars (ci sono 13 bar italiani tra i primi 100 – QUA il sito ufficiale). L’ambiente è stupendo, clienti giovani e personale straordinario. Orari e retribuzione adeguati al locale. Formazione continua su tutto: nuovi prodotti, tendenze, nuove tecniche di lavorazione. Ho grande libertà nel proporre e sperimentare nuovi prodotti o nuovi servizi. Forniamo colazioni, coffee breack, il pranzo di mezzogiorno è sempre rinnovato come proposte, ma il pezzo forte sono gli aperitivi. Dai prodotti analcolici agli aperitivi classici a tutte le preparazioni con centrifugati e moltissima frutta che utilizziamo per i nostri aperitivi. Sono consumi diversi rispetto all’Italia ed è molto interessante confrontare queste differenti tendenze.”

“Nel realizzare tutto questo, un ruolo molto importante lo ha avuto la mia famiglia conclude Daniel – che non mi ha mai ostacolato rispetto alle mie scelte. Chiaramente non erano particolarmente sereni quando sono partito, ma malgrado tutto mi hanno supportato e sostenuto sempre e questo mi ha dato davvero tanta energia nell’affrontare questa esperienza, ed ora sono davvero contento del risultato, e lo sono anche loro”.

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Daniel al suo primo servizio con un collega

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