Don Carlo Nava: il suo anno a Sant’Omobono, la passione per il Milan e la bicicletta

Don Carlo Nava ripercorre le tappe che lo hanno condotto alla scelta di dedicare la sua vita al Signore. Importante il sostegno dei parenti per affrontare le difficoltà, quali la negazione della possibilità di formare una famiglia propria.
22 Agosto 2022

È giunta al termine la “chiamata a tempo” per Don Carlo Nava, prete di 51 anni originario di Ponte San Pietro, che ha prestato servizio per un anno nelle parrocchie di Cepino e Selino Basso a Sant’Omobono Terme. Si racconta apertamente soffermandosi sulle tappe che lo hanno portato a scegliere di donare la sua vita al Signore, esternando personali opinioni sull’importanza del celibato e sul tema del matrimonio per i preti.

Secondo di tre figli, Carlo Nava ha vissuto l’infanzia all’interno di una famiglia credente e devota, dove la figura del prete non era estranea: “I miei genitori hanno ormai 81 anni, mi hanno sempre sostenuto. Nella mia famiglia c’è uno zio che è prete, per cui questa figura non è nuova. I miei parenti ritengono che la mia sia stata una scelta lodevole, credono sia un bel modo di spendere la propria vita nel rispetto e nel sostegno del prossimo”.

La vocazione, sempre latente, ha trovato effettiva attuazione nel 1992. La decisione di intraprendere il cammino in seminario è giunta dopo un’esperienza di servizio civile: “Sono entrato in seminario quando avevo 21 anni, correva l’anno 1992. Venivo da un’esperienza svoltasi ad Almenno San Salvatore, dove avevo vissuto in comunità al fianco di un prete facendo la carità. Lì ho capito che spendere la mia vita al servizio degli altri era quello che avrei voluto fare, così ho deciso di entrare in seminario”.

Concluso il percorso in seminario Carlo Nava è divenuto ufficialmente prete nel 2001 e per lui è iniziato un periodo lungo 9 anni trascorso nell’oratorio di Trescore Balneario: “I primi 9 anni di servizio li ho vissuti a Trescore. Poi nel 2010 sono diventato vicedirettore della propedeutica del seminario, che accoglie i giovani che avvertono il desiderio di capire meglio se il Signore li stia chiamando a divenire preti. È un compito che ho svolto fino allo scorso anno” racconta il don, che prosegue spiegando quali incarichi ricopre al momento e parlando della sua “chiamata a tempo”: “Adesso sono direttore dell’ufficio per la pastorale delle educazioni e per la pastorale dei tempi dello spirito. Sono anche superiore dei preti dove abito io. A Cepino e a Selino Basso mancava la figura del parroco, per cui mi è stato chiesto di venire in attesa sella nomina del nuovo. La mia è una “chiamata a tempo” che si concluderà il prossimo 25 settembre”. Al suo posto arriverà don Vinicio Carminati, 46 anni.

La vita ci sottopone costantemente a scelte che ci indirizzano su sentieri diversi, ognuna di questa comporta delle rinunce. Decidere di spendere la propria esistenza al servizio del Signore presuppone la rinuncia alla formazione di un nucleo familiare, che dal racconto traspare essere per lui una negazione particolarmente sentita. Don Carlo Nava non rinnega però la decisione presa in quel lontano 2001.

Una famiglia sente di averla creata ed è la sua comunità: “Per la mia esperienza è vero che il prete sceglie di accogliere il dono del celibato e questa è una privazione, l’esperienza di formare una famiglia non la potrò vivere. Ma ci sono tanti altri aspetti belli. Il prete deve spiritualmente concentrarsi su questi aspetti, non sulle privazioni. Ogni scelta comporta delle rinunce, un uomo che sceglie una donna rinuncia a tutte le altre. La decisione della Chiesa che impone il celibato dimostra, nel corso della storia, che è efficace per chi vuole donarsi totalmente al prossimo”.

Nella quotidianità di un prete impegnato ad aiutare gli altri c’è spazio anche per qualche passione: “Mi piace tantissimo il calcio, lo adoro. Sono un milanista molto appassionato e mi capita di andare allo stadio a vedere alcune partite. Mi entusiasma tanto anche andare in bicicletta, quando riesco sfrutto i momenti liberi per concedermi un’uscita in questa splendida Valle, dove ho vissuto una bellissima esperienza”.

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