Don Diego, 20 anni di sacerdozio e la fioritura della Sacra Spina: “Mi viene ancora la pelle d’oca”

Da dieci anni parroco a San Giovanni Bianco, dove ha potuto assistere alla fioritura della Sacra Spina nel 2016. La più grande passione? Il canto.
13 Maggio 2023

“Fra tutto quello che il Signore mi ha concesso di vivere in questi anni di sacerdozio, non posso che ricordare il prodigio della fioritura della Sacra Spina nel 2016, quando la reliquia conservata qui a San Giovanni Bianco ha prodotto una nuova Gemma e cambiato il colore di una preesistente. Mi viene ancora la pelle d’oca a ripensarci”. Questo ci racconta don Diego Ongaro, classe 1978, originario di Clusone, ma operante attualmente a San Giovanni Bianco. 

Un evento più unico che raro a cui questo parroco ha potuto assistere. Una prova di fede molto percepita. Una fede che da sempre fa parte di don Diego, anche se la sua vocazione al sacerdozio è stata graduale, non lineare e tranquilla: “Non ho avuto un momento preciso in cui ho detto questa è la mia strada.

È stato un processo ondeggiante. Sicuramente l’aver frequentato in modo costante e abbondante la mia parrocchia mi ha permesso di avere una visione più globale e realista della figura che un sacerdote deve ricoprire – ci spiega -. Se dovessi indicare dei momenti chiave e decisivi, devo pensare all’ordinazione di don Mauro Bassanelli, attualmente Prevosto di Zogno e dintorni, anche lui nativo delle Fiorine. Era il 1996 e tutto il nostro quartiere diventò uno stupendo giardino per festeggiare quel momento: quel clima di euforia, di coinvolgimento, di stima spalancò una porta socchiusa. Infatti, poi decisi di entrare in seminario nel 1997, terminata la maturità e incominciando il cammino di Teologia presso la Scuola Vocazioni Giovanili”. 

Infatti, don Diego inizia giovanissimo il suo cammino verso il sacerdozio: aveva solo 18 anni. La famiglia immaginava per lui un percorso diverso: avendo frequentato il liceo scientifico, si aspettavano che proseguisse gli studi universitari. Senza troppa euforia, l’hanno però accompagnato in questo percorso. Quando hanno visto la gioia che provocava in lui lo stare con i ragazzi e con le persone della comunità parrocchiale, si sono rasserenati, e il padre gli ha detto buffamente: “Se vai in seminario, non fare il prete lazzarone”.

Lui però, di queste parole ne ha fatte una legge da seguire. Diventato sacerdote nel 2003, è stato inviato in Valle Calepio, a Chiuduno, come direttore dell’Oratorio dove è rimasto per 7 anni, un periodo dinamico e intenso, che ha visto la Parrocchia costruire il nuovo Oratorio. Poi, nel 2010 il trasferimento a Mariano al Brembo, un quartiere della città di Dalmine: anche lì alcuni cantieri importanti per quella comunità. Nel 2011 la conclusione dell’Oratorio e nel 2012 la Consacrazione della Nuova Chiesa. A settembre 2013 è diventato Prevosto di San Giovanni Bianco e Fuipiano al Brembo, e nel 2022 anche di San Gallo e San Pietro d’Orzio. Un impegno il suo, quello di trasmettere una fede convinta e non di tradizione, che porterà avanti quando a settembre si trasferirà a Pedrengo (a raccogliere il testimone sarà don Gianluca Salvi). 

Al di fuori della fede, Don Diego ha una passione di cui è lui stesso a parlarcene: “La mia più grande passione? Senz’altro cantare. Canterei da mattina a sera. Sono un fanatico della Messa Beat, una corrente musicale nata in seguito al Concilio Vaticano II. Anche la lettura mi appassiona molto. Sport invece non lo pratico: amo fare passeggiate, seppur brevi per problemi di salute, solo o in compagnia di giovani e non per le amate montagne che disegnano il contorno della mia Parrocchia”. 

Foto: Gianni Gritti

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