Don Gianpaolo Carrara, che da quasi 30 anni salva le ragazze dalla strada

Don Gianpaolo Carrara e la sua Fondazione Gedama con sede a Serina che vuole salvare le schiave del sesso che anche sulle strade bergamasche non mancano.
30 Dicembre 2024

Di giorno e di notte si muove, con una squadra di volontari, sulla strada e macina migliaia di chilometri sfidando le maman per liberare le ragazze dalla strada. Lui è don Gianpaolo Carrara, 67 anni, con la sua Fondazione Gedama Onlus di Serina cerca di salvare le schiave del sesso sulle strade della Bergamasca. Tutto è iniziato nel 1998: “quando ero parroco a Morengo – racconta il don – mi sono fermato per dare un passaggio a una ragazza nigeriana che andava al lavoro. La donna mi ha raccontato la sua storia ed era una storia triste e piena di dolore. Come non restarne colpiti?”.

“Il progetto della Fondazione Gedama è nato nel 2006 quando, insieme a mio fratello Pierluigi, anche lui sacerdote, abbiamo trasformato la nostra casa di Serina in un’opera di carità e, dal 2011, me ne occupo a tempo pieno. C’è una casa famiglia anche a Ponte San Pietro – aggiunge –  Facciamo tanti chilometri ogni sera andiamo tra Osio, Seriate, Filago e la città. Senza contare che devo fare anche i conti con la realtà, ovvero fare i conti con la disponibilità che ho sia dal punto di vista dei volontari sia dal punto di vista economico, in quanto non ricevo fondi né dallo Stato né dalla Chiesa, ma ho solo il 5×1000 e le donazioni che le persone caritatevoli ci fanno”.

“Gedama richiama il nome dei miei parenti a cui ci siamo ispirati per la Fondazione – svela il don -. Nel dettaglio: G per Giuseppe, il papà, E per Elisabetta la mamma, D per Domenica una zia, A per Angela un’altra zia, M per Maria una cugina e mamma e A per Amata che è ancora un’altra zia”.

Quali sono i futuri progetti della Fondazione? “Tre le iniziative in corso: il progetto Unità di strada/Libera che prevede di andare sulle strade per cercare di convincere queste donne a tornare delle persone libere e svincolarsi dalla “schiavitù delle maman”.

E’ un percorso lungo e faticoso  – prosegue il don – dato che i volontari devono ottenere la loro fiducia e solo dopo si possono proporre dei percorsi di salvezza a norma di legge. Poi ci sono altri due progetti che si chiamano “La Casa Famiglia GE ossia Giuseppe ed Elisabetta” (i nomi dei genitori di don Carrara) e “Famiglie in rete”. Con questi progetti si vuole offrire a queste donne degli ambienti protetti e sereni in modo tale da insegnare loro che c’è una nuova opportunità di vita che le faccia sentire amate e benvolute per poi diventare persone autonome e libere”.

Chiunque fosse interessato a diventare volontario o fare una donazione, può contattare la Fondazione al numero 333.8929711 o scrivere a fondazionegedama@gmail.com o fondazionegedamaonlus@pec.it.

Foto Copertina by Ugo Gualandris via YouTube

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