Don Guido, il prete appassionato di scienza che vola in parapendio: “Fate sport, è un elisir”

Un piccolo Guido Rottigni aveva nel cuore di fare lo scienziato o diventare prete; ora è don Guido, parroco di Mazzoleni e Valsecca dall'ottobre del 2018 e, dallo scorso anno, anche moderatore dell'Unità pastorale di Sant'Omobono.
9 Gennaio 2023

“Le vie del Signore sono infinite”, anche quelle di don Guido Rottigni. I sogni e le vocazioni nascono da quando siamo piccoli e, se non diventano lavoro, non rimangono certo incoltivati.
Un piccolo Guido Rottigni aveva nel cuore di fare lo scienziato o diventare prete; ora è don Guido, parroco di Mazzoleni e Valsecca (Sant’Omobono Terme) dall’ottobre del 2018 e, dallo scorso anno, anche moderatore dell’Unità pastorale di Sant’Omobono.

La sua vita si snoda fra sport e passioni, fra assaggi di avventure grazie alle tante relazioni che fra famiglia, studio, lavoro e amicizie ha incontrato fin qui. “La passione della montagna mi è stata trasmessa da uno zio di Leffe, zio Giacomo, che adesso non c’è più. Portava volentieri noi nipoti; mete come il Rifugio Coca, le montagne vicino alla Val Gandino… mi ha portato lui per la prima volta!”.

Ancora la famiglia porta don Guido a imparare i primi sport: “Il Primo sport fatto da ragazzo è stato Judo perché a Cazzano Sant’Andrea, mio paese natale, c’era il Judo Club affiliato con quello di Bergamo. Il bello di arrivare alla cintura arancione mi è uscita un’ernia inguinale ed è finita la carriera. Altro sport fatto sin da piccolo è lo sci: nonostante il papà non ha mai potuto per problemi di salute, ha voluto che tutti noi 3 figli imparassimo a sciare con i maestri in Presolana.”

Ebbene, difficile da pensare, ma dai 18 ai 24 anni i sogni correvano altrove, non solo fisicamente per lo spostamento da casa a Milano per frequentare l’Università d’informatica, in cui don Guido si è laureato, ma soprattutto perché dalla fine del percorso di studi ne inizia un altro: il seminario. Dopo aver abbandonato le montagne per qualche anno, ecco il ritorno fra seminario e anni seguenti: “Durante gli anni del seminario, quando in Valle Imagna, precisamente a Rota, c’era lo zio don Luigi Gerardi come parroco, a settembre faceva i suoi 10 giorni di vacanza, sempre in dolomiti: e lì via di ferrate! Possiamo dire di aver fatto passare un po’ tutte le valli dolomitiche.”

Galeotto fu il 1995, anno di ordinazione, da dove si spianano nuove scie: Diventato prete a 30 anni, grazie all’incarico come impiegato in Curia, potevo gestirmi del tempo libero e così ho ripreso alcuni sport, a partire dallo sci.” Poi le amicizie da “don” hanno stimolato l’avventura: amici di Leffe e Cazzano hanno portato il don a provare il biposto in parapendio: e via con il corso di parapendio. Mentre scia sul monte Pora incontra un amico di Iseo e gli chiede se aveva mai provato il Windurf, e via a provare con annesso corso. Nella parrocchia di San Lorenzo a Rovetta, dove è stato parroco prima di arrivare in Valle Imagna, un parrocchiano l’ha invitato a Parre dove vi era una prova per subacquei: ” e via a Monelia in Liguria! “– con l’entusiasmo della novità percepibile dalla voce.

Ma non è finita qui, don Guido non si è risparmiato neanche qualche sport “da brivido” : “Quando con lo snowboard, imparato negli anni 90 a Vilmaggiore per coinvolgere gli adolescenti, allora in Val di Scalve come prete, e anche la tavola alpina con amici della Val Camonica, lì vicina, ho fatto il giro della morte e l’ho mollata. Ma soprattutto un amico meccanico del Vanni Oddera, campione italiano di freestyle motocross, mi ha invitato a provare il back flip con la moto (forse addirittura il primo prete al mondo a farlo ndr), fatto anche quello nei circuiti di Ottobiano e Castelletto di Branduzzo. Fino a quando me l’hanno rubata e direi che, in quel caso, mi hanno salvato la vita.”

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Don Guido si cimenta nel back flip (Fonte: vannioddera.it)

Insomma,non si può certo dire che sia un uomo che non si butti a capofitto nelle esperienze, proprio come un vero uomo (e prete) di montagna. Nell’ultima decina d’anni gli sport rimasti sono lo sci, il parapendio, le camminate in montagna e un po’ di bici, che – sorridendo ci dice: “Non è mai stato un mio sport perché mi hanno sempre dato fastidio i ciclisti sulla strada quindi mi do fastidio da solo.”- ma va volentieri quando d’estate organizza uscite con gli adolescenti della parrocchia e non solo. La sua fama è la voglia di conoscere don Guido si è sparsa subito al suo arrivo in Valle Imagna per la sostanza e il modo conciso di fare gustare le sue belle omelie ed inoltre per la curiosità delle tante scritte adesive visibili sulla sua automobile.

Qui ritorna il suo mondo universitario, ma anche i sogni di bambino, non solo quelli già citati: “Sin da piccolo volevo fare lo scienziato e l’astronauta, da qui è nata la passione per la scienza, ma sognavo anche di fare il pilota di caccia perché, a quell’epoca, era ancora in voga la presenza degli Stati Uniti vicino a Verona e quindi, ogni settimana, passavano velocissimi i caccia e io mi incantavo a guardarli. Da piccolo guardavo con papà il programma di Piero Angela, quindi fisica, fenomeni fisici, gli atomi, galassie, le stelle, i pianeti… un tripudio di numeri che mi hanno portato all’informatica, che contiene tanta matematica. Ecco un po’ da dove vengono le formule della fisica quantistica sulla mia auto!”.

Con la semplicità e l’ironia che lo contraddistingue, don Guido non manca di condividere le conoscenze celesti con la sua gente, come lo scorso anno, la scoperta della possibilità di vedere la stazione spaziale italiana passare sopra le nostre teste: un SMS a tutta la rubrica, quelli che ormai utilizzano in pochi, perché nonostante la conoscenza tecnologica preferisce ancora un bell’incontro davanti ad un caffè o a una bella mangiata, che mille messaggi con WhatsApp.

Nella quotidianità, fra una celebrazione e l’altra, sente il bisogno di un momento di sport e lo consiglia come un elisir, anche solo una camminata di mezz’oretta, perché questo permette il bene personale e così anche più disponibilità per gli altri, più sorrisi, più parole buone. Ed infine tanta lettura d’interesse che riguarda più le passioni che la teologia, ci svela con un pizzico d’ironia. “Tutto questo diventa occasione di incontro con le persone che anche loro hanno le stesse passioni . Poi mi chiedono: a ma sei un prete? E da lì parte tutto. “

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Commenti:
  1. Felice di aver conosciuto oggi don Guido e di aver partecipato alla Messa di Prima Comunione.
    Bellissimo essere prete come lui con la voglia di incontrare e appassionarsi delle persone ed essendo prete missionario condivido tutta la sua passione per la vita in tutte le sue dimensioni

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