Quale è il miglior modo di vivere con le persone, se non il confronto? Incontrarle, conoscerle e creare una rete: è questo lo stile di don Simone Pelis, parroco dell’Unità pastorale di Zogno. “Vengo da Pedrengo, e sono entrato in seminario in prima media. Ovviamente non c’era l’idea subito di diventare prete, ma mi piaceva quella figura. Ho anche vissuto un’adolescenza movimentata, ma è maturata l’idea di vivere questa vita per due ragioni. Primo: mi dava e mi dà tanta gioia, secondo: perché Gesù ha preso così tanto la mia esistenza che era fondamentale farlo incontrare agli altri”. Nel segno di questo incontro, don Simone prosegue gli studi, un percorso netto “fino alla sesta teologia, diventato prete sono stato assegnato a Romano di Lombardia e dal 2018 all’Unità pastorale di Zogno”. Due realtà molto diverse, la Bassa e la Valle Brembana, ognuna con le proprie caratteristiche uniche.
“A Romano è stata un’esperienza bellissima, si sono creato davvero tanti legami con soddisfazioni grosse. È una cittadina grande, Zogno è una realtà in cui mi trovo bene, ovviamente è divisa in tante frazioni ed è un lavoro diverso, ci sono tanti particolari da far dialogare senza farne perdere l’identità”. Nonostante le differenze, per don Simone il passaggio è stato facile “perché ho avuto un mesetto in Africa con i giovani di Romano in cui ho lavorato questa partenza e sono arrivato molto tranquillo, il giorno dopo sono arrivato a Zogno molto sereno. I mesi precedenti sono stati emotivamente duri, mentre in Valle ho avuto un’ottima accoglienza e tuttora rapporti belli e sono soddisfatto”.
Non ci sono problemi, spiega, nemmeno con l’annosa questione del celibato. “È una scelta che la Chiesa ha fatto anni fa, non devo sindacare io: non vedrei di cattivo occhio il fatto di poter dare la possibilità ai preti di scegliere una vita sposati o meno. Se mi chiedessero cosa farei adesso direi di no, ma perché non mi ritengo in grado di gestire più impegni di quanto già faccio, ma nella vita non si sa mai, poi per tanti aspetti lascerei la possibilità di scelta”.
Altri aspetti non si possono proprio scegliere, come le passioni e gli interessi che a 37 anni don Simone coltiva tra un impegno e l’altro. “Passione numero uno è l’Inter, da sempre” racconta: “anzi, con gli anni peggiora pure. Ho imparato anche ad evitare alcune partite, ma è una cosa che mi prende tanto, pure difficile da controllare. L’altra grande passione è stare con la gente nei momenti di festa, anche per lo sport, non tanto praticato quanto visto fare dagli altri. C’è anche la politica, che mi piace, anche se non intendo politica come partiti, ma come idee, mi appassiona approfondire le idee e l’attualità, lo scambio di idee”.
A proposito di formazione e pensieri diversi, don Simone si dà fare in prima persona nelle scuole: “Io insegno religione alla Secondaria dell’Istituto Comprensivo di Zogno, ho fatto la scelta di insegnare a tutte le classi per una funzione anche pastorale, vedendo tutti i ragazzi, anche quelli della frazione, mi permette di creare rapporti, di agganciare relazioni per il lavoro che stiamo facendo”. Si tratta di coltivare relazioni con gli altri, per farli crescere: “Ho insegnato anche a Romano, credo sia importantissimo perché ti fa entrare nella vita delle persone in un’esperienza che è fuori dal contesto diciamo parrocchiale: ti permette di avere un lavoro in cui rendere conto a qualcun altro, da prendere con serietà, e poi crei rapporti con il territorio fondamentali, come gli assistenti sociali, le forze dell’ordine, l’amministrazione…. Diventa un mondo che va intrecciarsi.
È bellissimo anche stare con i ragazzi – aggiunge – se non ci fossero loro sarebbe inutile: non è tanto il dovere, ma la cosa che mi interessa è che si abbia un’idea e che la si possa esprimere. Non mi importa che i ragazzi la pensino in un certo modo, ma che si schierino, anche litigando, ma occorre che ragionino e prendano posizione: ogni mattina iniziamo con una notizia e la commentiamo, così i giovani vengono stimolati”.
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Letto ho ritrovato nello scritto quello che sei tu, uomo di chiesa ma pastore con un grande cuore accogliente con tutti soprattutto coni più bisognosi ,tanti auguri don Simone