“Fin da bambina sono sempre rimasta affascinata dalla natura, dal cambio delle stagioni, dalle montagne e dai pascoli della mia valle, in modo particolare dalle realtà agricole vallari, che caratterizzano l’agricoltura di montagna: operosa e perseverante”, così Elisa Salvetti, 20enne di San Giovanni Bianco, ci introduce alla sua passione. Una passione, la sua, forte, che l’ha spinta, dopo le scuole medie, a iscriversi all’Istituto Tecnico Agrario “Mario Rigoni Stern” di Bergamo.
“Già durante le scuole superiori mi sono avvicinata a questo mondo riprendendo l’attività apistica che gestiva mio nonno paterno – ci racconta – Il lockdown, nonostante fosse stato un momento negativo, è servito a molti per fermarsi a riflettere sulle cose realizzate e ai progetti futuri. Io ho rispolverato e riadattato le arnie e tutta l’attrezzatura, acquistando altre tre arnie. È così che ho iniziato la mia piccola attività apistica, nei prati di casa, in particolare modo nella località chiamata Zappello, operando sotto le attente osservazioni di mio nonno, incrementando ogni anno l’allevamento. Riesco a produrre annualmente poco più di 40kg di miele millefiori per parenti e amici: per molti una quantità irrisoria, per me un successo frutto di fatica e lavoro”.
L’attività di Elisa però, non si è fermata al settore apistico, ma si è estesa alla coltivazione di mais: “Parlando con un amico, ho scoperto l’esistenza di un antico mais rostrato di Lenna, una varietà riscoperta per caso solo in questi ultimi anni e che stava per scomparire. Volendo sperimentare la coltivazione, ho iniziato a lavorare due piccoli pezzi di terra, circa 100 mq in tutto, e ho seminato la granella che il mio amico aveva recuperato. Ad oggi, riesco a produrre annualmente circa 35 kg di farina di mais per la polenta. Sono piccole produzioni che però ripagano le fatiche del lavoro e della dedizione”.
Spesso però, la passione e la costanza non bastano in questo tipo di lavoro: è possibile infatti riscontrare problematiche durante l’anno che non dipendono dal coltivatore, ma dagli agenti atmosferici, come ad esempio la siccità che ha contraddistinto questa estate. Elisa però è una ragazza determinata e ogni difficoltà l’affronta con il sorriso. Dopo essersi diplomata come perito agricolo con indirizzo “gestione ambiente e territorio”, ha iniziato a lavorare come tecnico agrario presso l’ufficio tecnico di Coldiretti Bergamo: “Il mio lavoro mi permette di conoscere spesso realtà di grandi aziende della pianura, dinamiche innovative e tecnologiche, l’opposto della maggioranza delle nostre realtà vallari. Una agricoltura di più piccola scala locale, che ripercorre i passi fatti dai nostri avi, un’agricoltura che conserva tradizioni, che affascina”. Elisa è convinta che, come affermato durante la Conferenza di Cork del 1996, l’agricoltore sia custode del paesaggio, in particolare modo di un’agricoltura multifunzionale come quella di montagna, che favorisce la tutela del territorio e della biodiversità, oltre che sostenere l’economia locale.
Dal 2020 la sua passione si è intrecciata con quella del suo fidanzato, Andrea Palazzi, 20enne anche lui originario di Zorzone, Oltre il Colle, con il quale gestisce la piccola stalla paterna di Andrea, situata proprio a Zorzone, alle pendici del monte Menna. “Fin da ragazzino Andrea nutre una forte passione per gli animali, tanto che allevava capre di razza Tibetana, arrivando a possedere una quindicina di capi. Dallo scorso anno abbiamo deciso di impegnarci insieme in questa attività: in una prospettiva di crescita e di produzione, abbiamo venduto le capre tibetane e acquistato capre di razza Camosciata delle Alpi. Nei prossimi mesi dovrebbero nascere i primi capretti e da lì la nostra avventura avrà inizio – ci racconta entusiasta -. Stiamo inoltre riadattando i locali esterni, per decenni inutilizzati, e a breve prenderemo nuovi animali. Attualmente sia io che il mio fidanzato abbiamo un lavoro che ci permette di vivere appieno il nostro sogno; ci aiutiamo a vicenda”.
Con i suoi animali Elisa sente di essere nel suo posto: “A stare con gli animali e allevandoli già da capretti, ci si affeziona loro, infatti ognuno ha il suo nome e non ti mollano un secondo, sono sempre in cerca di coccole. Certo, non sempre va tutto bene, specie in questi periodi di prova capita di pensare di mollare tutto, ma basta guardarsi attorno per vedere i piccoli progressi e sentirsi appagati”. Il sogno di Elisa e Andrea sarebbe quello di aprire la loro attività agricola, ristrutturare la vecchia stalla esistente, sperimentando nuovi allevamenti e attività. I progetti sono tanti ma i due sono più determinati che mai.
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Bravissimi ragazzi, fa piacere vedere che ci sono persone autentiche e generose che con il coraggio e con il cuore alimentano le proprie passioni. Spero di leggere in futuro un nuovo articolo in cui questi ragazzi racconteranno come sono riusciti ad aprire e a fare crescere la loro attività agricola.
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Sono la Segretaria dell’ Associazione Cerealicoltori Brembani che ha recuperato l’Antico mais della Valle Brembana e sono interessata all’esperienza di Elisa Salvetti di S, Giovanni Bianco che ho trovato sul vostro giornale. Come posso mettermi in contatto con lei? Mi potreste aiutare? Grazie infinite.
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Ciao Maria Angela, abbiamo girato i contatti alla vice presidente! 🙂
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