“La mia passione per il volo è nata in me da quando ero bambino. Non so cosa mi abbia spinto a voler volare così in alto. Forse le nostre montagne, che ci fanno sentire alti, ma allo stesso tempo cosi piccoli di fronte alla loro vastità. La stessa cosa mi succede con il volo: ti fa vedere veramente che dall’alto noi siamo una minima parte di ciò che ci circonda, e che non ci sono ne limiti né barriere, se non quelle che ci creiamo noi”. Così Enrico Casa, giovane 20enne di Sant’Omobono Terme, ci introduce alla sua passione più grande, ovvero quella per il volo.
Passione che conduce Enrico dapprima a Forlì, poi a Maribor, Slovenia, e infine a Malta. “Posso dire di essere partito dalla Valle Imagna a settembre 2017, quando ho iniziato i miei studi presso l’Istituto Tecnico Aeronautico di Forlí. In Romagna ho passato cinque anni presso il Convitto Aeronautico della città, gestito da Salesiani. Qui ho avuto la possibilità di vivere con decine di studenti, diventati poi amici che porterò nel cuore per tutta la vita, provenienti da ogni parte di Italia: da Bolzano a Lampedusa. Un’esperienza unica che mi ha aiutato a crescere sotto moltissimi punti di vista. Abito invece a Malta da ottobre 2022, dopo tre mesi di Erasmus a Maribor, in Slovenia”, ci racconta il giovane. Ma perché la scelta di trasferirsi a Malta? Come ci spiega Enrico, “non ha scelto lui Malta, ma Malta lo ha scelto”, poiché è stato chiamato lì per lavoro. Qui riveste il ruolo di Flight Dispatcher presso una Private Jet Company: in breve, si occupa della pianificazione, organizzazione e schedulazione dei voli per la compagnia.
“Passo dal preparare i piani di volo per i piloti (rotta, tempo di volo, carburante ecc..) alla richiesta di slot per poter atterrare e decollare nei vari aeroporti. Come compagnia abbiamo un business per il quale operiamo ‘’worldwide’’, in tutto il mondo. Sono molto contento di questo lavoro, perché mi sta dando l’occasione di mettere in pratica quello per il quale ho studiato durante gli anni dell’Aeronautico. La cosa che mi rende soddisfatto della mia carriera è vedere la faccia che fanno le persone quando dico che ho venti anni e lavoro per una compagnia di jet privati. Mi rende orgoglioso, pensare che come me, pure altri compagni di classe possono dire la stessa cosa. Non è sicuramente da tutti!”, ci confida orgoglioso.
Nonostante ormai Malta lo ospiti da due anni, Enrico ha lasciato un pezzo di cuore a Forlì: “Il senso di comunità che unisce Forlì con i suoi studenti è molto forte e l’ho riconfermato a maggio dell’anno scorso in occasione dell’alluvione. Mi trovavo lì per un evento, poi annullato, e mi sono trovato sommerso dalla generosità e forza di volontà che studenti, e non, hanno avuto in quei momenti. La Romagna ti contagia, non puoi stare con le mani in mano se sai che il tuo vicino di casa è sommerso nel fango. Ragazzi, studenti che andavano nelle case a chiedere se ci fosse bisogno di qualcosa: quando vuole l’uomo, può veramente dare una svolta alla società”.
Scegliere di partire, però, non è mai una scelta che si fa a cuore leggero, ed è proprio il giovane a parlarcene: “Non sono decisioni che si devono prendere immediatamente, ma sai che prima o poi succederà. Ho dovuto lasciare tutto alle spalle per due volte, dapprima quando sono partito per Forlì, scelta di tipo professionale, poiché è una piccola cittadina romagnola che ospita il più grande polo aeronautico italiano, formato dall’Istituto Tecnico Aeronautico Francesco Baracca, ENAV Academy (sede formazione controllori di volo), la facoltà di ingegneria aerospaziale dell’Università di Bologna e il complesso dell’aeroporto, il quale comprende scuole di volo, per futuri piloti, e scuole di manutentori aeronautici. Questa professionalità presente sul territorio mi ha spinto a lasciare casa per iniziare quello che è il mio percorso nel campo aeronautico”, spiega, per poi proseguire, “È difficile però, sapere di dover lasciare tutto e tutti. Però, come si è consapevoli che prima o poi si lascia, si è consapevoli che prima o poi si torna. Vivo la vita al momento, ora mi sto creando una vita a Malta, un domani chissà dove me la creerò. Il cambiamento fa parte della mia vita, e penso che farà parte di me per sempre”.
L’integrazione a Malta però è stata piuttosto semplice: non vi sono usanze e tradizioni molto diverse dall’Italia, e soprattutto è molto influenzata dalla nostra nazione. “La vita maltese è molto rilassante, siamo su un’isola. La fretta non fa parte della vita isolana. La gente è abbastanza tranquilla e il posto è molto sicuro. Ci sono poi tanti giovani, provenienti da tutto il mondo poiché Malta è un punto di passaggio per erasmus, scuole di inglese ed esperienze lavorative. Qui hai la possibilità di conoscere tradizioni e culture diverse”, ci racconta Enrico.
Il suo sogno più grande? Quello di diventare pilota: “È un percorso molto lungo e un grande investimento. Piano piano, valuterò. Ad oggi posso dire che il mio sogno è quello che ognuno possa realizzare i propri sogni, senza avere le ali tarpate. Purtroppo al giorno d’oggi molte persone non possono permettersi tutto questo, qualcuno non può permettersi nemmeno di sognare. Fortunatamente i miei genitori, la mia famiglia, mi hanno sempre sostenuto nelle mie scelte e nei miei progetti. Se oggi ho tutto questo da raccontare è sicuramente grazie a loro!”.
Un ultimo pensiero Enrico lo vuole dedicare alla scuola che per anni lo ha accolto e formato, spiegando quanto una scelta sentita, sia fondamentale nel proprio percorso di studi: “Il mio percorso scolastico è stato ad oggi l’esperienza più bella che abbia vissuto. L’ITAer è una grande famiglia. La maggior parte degli studenti provengono da fuori provincia. Ed è questa caratteristica che accomuna la maggioranza degli studenti. Dentro l’Istituto c’è un forte spirito di comunità scolastica. Ragazzi che si fermano a scuola per progetti, che chiedono di aiutare i professori nei laboratori, studenti che spendono molto tempo per dedicarsi alle attività extra scolastiche.
Questo senso di comunità scolastica rende l’ITAer un posto unico e quando arriva il momento di salutarlo, ci lasci il cuore, ma sai che stai solo lasciando il banco dove hai studiato per cinque anni, perché la grande famiglia dell’ITAer sarà sempre lì ad aspettarti. Questa cosa l’ho vissuta in prima persona tornando a scuola dopo qualche tempo. È sempre un piacere tornare e rivivere per qualche ora l’atmosfera scolastica. Un grande grazie lo devo alla Dirigente scolastica, Maura Bernabei (e tutti i Docenti dell’ITAer), che si sta battendo da anni per mantenere l’Istituto uno dei più prestigiosi Aeronautici di Italia”.
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Complimenti!
Abbiamo anche un pilota di 26 anni Pierre Dazzan di Brancilione che lavora per la Ryanair!
Fantastico!