Se esiste una passione che può cambiare la vita, quello deve essere il viaggio; partire per una nuova meta, alla scoperta di luoghi più o meno lontani e, alla fine, anche di una parte di sé. È quanto successo a Gianluigi Locatelli, detto “Gigi”, dipendente comunale del Comune di Corna Imagna che da anni occupa il proprio tempo libero girando per il mondo.
“Abito a Corna Imagna, ho 54 anni e sono dipendente comunale come messo e notificatore, anche se sono diplomato in agraria – ci racconta –. Dopo il diploma ho lavorato come giardiniere per alcuni anni poi, per casualità, quando ha aperto il concorso ho provato a iscrivermi per andare a lavorare per il mio paese. Ho provato e sono stato assunto, era il 1998. Mi sembra l’altro giorno a parlarne, e invece sono passati più di 20 anni”.
Due decenni in cui Gianluigi si mette al servizio del Comune di Corna: “In un paese così piccolo si deve fare tutta la parte burocratica, la bollettazione, un tempo c’era anche la gestione degli acquedotti. Essendo un solo dipendete controllavo depurazione, livelli, riparazione, un po’ tutto. Poi nel tempo è subentrata Uniacque. Io gestisco tanto l’aspetto elettorale, l’allestimento dei seggi, distribuire le tessere e così via, ma anche notifiche di atti dell’ente e per conto terzi. Come operaio specializzato mi occupo della parte pratica, manutenzione parchi, strada, tutta la parte di lavori piccoli come riverniciare, il Comune è piccolo e si fa di tutto. Un grosso impegno, devi essere reperibile h24 perché se si rompe qualcosa devi partire e andare ad aggiustarlo”. Un ritmo di lavoro frenetico, che porta il nostro Gigi a cercare uno stacco dalla vita professionale, per avere un momento tutto suo.
“Durante il periodo invernale avevo trovato una finestra di 3-4 settimane in cui prendere del tempo per me stesso: non c’era molta manutenzione dei parchi e degli acquedotti e potevo rischiare di andare via”. Inizia così l’esperienza di Gianluigi come viaggiatore: “Ho iniziato a fare il primo viaggio in Thailandia, a me piacciono i paesi asiatici. Sono partito tramite un gruppo online di viaggi avventura, cioè con sconosciuti: ho contattato un capo gruppo di questa associazione, erano viaggi fuori dalle righe, ai primi tempi bisognava adattarsi a dormire in strutture non proprio di primo grado, ma si potevano fare viaggi lunghi a prezzi più ridotti”. La chiave sta tutta qui, nell’economicità dell’offerta unita a esperienze autentiche.
“Il bello, e il brutto, era che ci si iscriveva in una data, all’epoca addirittura erano schede cartacee, poi lasciavo organizzare agli altri il viaggio, sapendo soltanto la destinazione: da solo non l’avrei mai fatto, non avrei avuto il tempo per organizzarli, ma così sono andato in Nepal prima del terremoto, hanno organizzato trekking nei villaggi che tante compagnie escludono – racconta Gigi –. Da lì è nata la passione, si andava a contatto con la realtà della gente, c’era un pro e contro perché alcune situazioni di disagio c’erano, non si dormiva nel classico hotel, si conosceva bene la realtà locale, dormivamo nelle guest house a 3 o 4 giorni di cammino da una città”.
Comincia un vero tour per il mondo. Nel corso degli anni Gianluigi ha collezionato una quantità notevole di timbri sul passaporto: “Sono stato in Sud America, per visitare i siti Maya, all’epoca con 2-3 mila euro si stava via 2-3 settimana, così come in Laos, bisognava adattarsi alla situazione e alloggiare nelle capanne, ma eri seguito da guide e stavi in gruppo, non eri allo sbaraglio. In Mongolia siamo andati a vedere la caccia con l’aquila, o il safari in Botswana, si dormiva in tende e il contatto con gli animali era tanto, ovviamente otto giorni così con un’agenzia sarebbero stati impossibili economicamente”. Dalla Cina alla Tanzania, il messo della Valle Imagna esplora il mondo e le località esotiche: “Ci si metteva in contatto con i capigruppo, proponevano quel tipo di viaggio e il periodo per me migliore, con destinazioni interessanti e mi sono goduto viaggi davvero particolari, anche le situazioni al limite creavano il bello di fare gruppo con persone che non si conoscevano, ci si iscriveva e non si sapeva con chi si andasse. In Rwanda siamo andati a vedere i luoghi del genocidio e i gorilla di montagna, in Cambogia ho avuto l’occasione di conoscere la storia locale, molto interessante, si univa la passione per la natura a quella della storia, che magari si sentiva solo in Tv o sui libri”.
La passione per la natura è tanta, Gianluigi se la porta dentro fin dagli studi ed è proprio Madre Natura ad avergli regalato le esperienze forse migliori. “In Alaska la natura era quasi un pericolo, tra lupi e orsi, lì e nei parchi del Nord America ti sentivi tu l’ospite del luogo, erano la casa degli animali, rispetto all’Italia la mentalità era diversa – racconta – vedere dal vivo la risalita dei salmoni con fiumi che ribollivano di pesci è stato incredibile”. Il viaggio è anche un’occasione di miglioramento personale: “Per il mio carattere chiuso questa soluzione mi ha permesso di osare e fare esperienze che da solo non sarei mai riuscito a fare- Trovando la base pronta potevo documentarmi, essere sicuro delle spese e del periodo. Ho conosciuto persone da tutta Italia, da Palermo a Genova, magari con qualcuno ci litigavi, con qualcun altro ti trovavi bene in viaggio, con altri continuavi a sentirti anche se la litigata c’era ma è normale così, era la bellezza di mettersi in gioco”. Una formula perfetta, che la pandemia ha un po’ incrinato.
“Purtroppo, all’inizio del Covid ero partito per le Filippine, ho fatto fatica a tornare indietro e quando sono rientrato era periodo di lockdown, tra una cosa e l’altra sono passati due anni e da lì si è un po’ rotto il meccanismo – spiega Gianluigi, che però ha ancora diverse destinazioni nel cassetto – avevo una lista di viaggi da fare fino alla pensione, tra cui il Sud America per andare alle Galapagos, mi ero letto guide e libri di ornitologia, biografie di Darwin eccetera. Quello è il primo della lista da fare, mi mancano Cile e Bolivia, vorrei anche fare qualche safari nella zona del Sudafrica, ma ce ne sono davvero tanti. Il mondo sta cambiando così velocemente che tra il primo viaggio e l’ultimo sta diventando una realtà molto più uniforme, Internet e i social hanno un po’ appiattito i viaggi, ora è molto più facile partire ma forse ci si gode meno l’esperienza”.