Avere un'Azienda Agricola non è cosa facile, ma se ci sono passione e volontà allora l'obiettivo non sembra così irraggiungibile: non lo è nemmeno per Gabriele Masnada, 29enne di Sant'Omobono Terme e titolare dell'Azienda “La Coccinella”, a Selino Alto. Un progetto che bolliva in pentola da anni, ma che ha trovato la sua realizzazione solamente quattro anni fa, quando ha deciso di investire le proprie competenze agrarie acquisite all'I.I.S. Mario Rigoni Stern nella coltivazione di piccoli frutti.
Un'idea innovativa che si discosta dalle solite scelte “standard” adottate dalle Aziende Agricole. “Ho avuto la fortuna di possedere dei terreni di proprietà, un grande punto di partenza – afferma Gabriele – Perché ho deciso di investire nei piccoli frutti? Ho cercato quale potesse essere uno spazio in un mercato ormai saturo di tutto: cercavo un qualcosa che si potesse differenziare e che godesse di una strada un po' più libera. Il terreno è quello che comanda e quello sfruttato da me era a suo tempo usato anche dai miei nonni, per cui è positivo e ricco per la strada che ho scelto di intraprendere”.
L'azienda di Gabriele conta circa 4.000 metri quadri di terreno per un totale di quasi 2.000 arbusti da frutto – suddivisi in lamponi, lamponi gialli, mirtilli, mirtilli rosa, more, ribes bianco, ribes rosso e la new entry dell'anno, la fragolina di bosco. “Il primo anno ho cercato di trovare la mia strada e soprattutto ho cercato di capire se le piante rispondevano bene alla zona. Visti i riscontri positivi, ho deciso poi di ampliare l'offerta – spiega il giovane – La novità di quest'anno è la fragolina di bosco, un frutto che è difficile da trovare fresco e che è stato anche l'input che mi ha permesso di partecipare al Bando Idee 2019”.
Il Bando, emesso dall'Azienda Speciale Consortile Valle Imagna-Villa d'Almè, prevede infatti il contributo dai 3.000 ai 4.000 euro che Gabriele ha impiegato per l'acquisto di serre da utilizzare nella coltivazione della fragolina di bosco, oltre che per investire in nuove varietà per la sua Azienda. “La serra è fondamentale per la crescita di questo delicato frutto – spiega il giovane – Inoltre grazie al contributo investirò in nuove piante, magari con una maturazione più o meno tardiva che vada a coprire i vuoti nella stagione. Aldilà del discorso economico, per me si tratta di un'importante valorizzazione dell'idea che sto portando avanti”.
Quella di Gabriele più che una semplice Azienda, è una filosofia di vita che combina freschezza e qualità dei prodotti offerti: una caratteristica molto apprezzata dalle realtà locali, come pasticcerie e fruttivendoli, che si affidano alla sua comprovata qualità per rifornire i propri banconi o guarnire le proprie paste. “Io cerco di orientarmi il più possibile sul fresco – spiega il 29enne – Lamponi e mirtilli sono il mio cavallo di battaglia. Nel vendere il mio prodotto sono alla ricerca della freschezza: la maggior parte delle volte, quando mi richiedono la frutta quella è ancora sulla pianta. Raccolgo tutte le sere per avere un prodotto il più fresco possibile, dalle 12 alle 24 ore dalla raccolta, a casa piuttosto che in pasticceria o dal fruttivendolo”.
Ad aiutarlo nella coltivazione anche il papà, perito agrario. “Mio padre mi dà una grossa mano, perché io ho un lavoro “principale” a Longuelo. Senza il suo aiuto non sarebbe affatto semplice” afferma il giovane. E un pensiero va anche alla sua bambina, che spesso bazzica fra lamponi e mirtilli insieme al papà. “Per me investire in questo progetto significa anche lasciare qualcosa un domani anche a mia figlia – racconta – Si tratta di uno sprono dal punto di vista genitoriale, creiamo qualcosa che un domani possa farle da “cuscino”. Che poi lei voglia andare avanti o meno, sarà scelta sua”.
La sua è una strada complessa, ma che per ora si sta rivelando vincente. “È un'esperienza che va avanti piano, fra mille tentativi, passo dopo passo – confessa Gabriele – Il mio obiettivo, la mia ambizione, che è il carburante di tutto, è di riuscire un domani a vivere della mia Azienda, magari anche di dare la possibilità di lavoro a qualcuno. Non so se la mia scelta sia stata azzeccata, ma io ho deciso di sfruttare l'occasione del terreno, la mia voglia e gli studi nei quali ho investito, portando avanti il tutto al meglio delle mie possibilità. I momenti difficili arriveranno, ma sono proprio quelli a darti la spinta e dei segnali che ti facciano capire di stare sbagliando qualcosa, che è necessario fare un passo indietro, rivedere l'errore e migliorare. Questo è il mio motto di vita”.
Fortunatamente, la pandemia da coronavirus non ha influito in modo importante sulla attività di Gabriele, la cui produzione è cominciata dopo il lockdown: “Io, durante il lockdown, non avevo nessuna pianta in produzione, per cui ho impegnato il maggior tempo libero per migliorare la produzione futura, facendo potature e diversi altri accorgimenti agronomici. La produzione è cominciata a inizio giugno e per quanto riguarda le consegne fondamentalmente non mi è cambiato quasi niente rispetto all'anno scorso.Faccio le mie solite consegne a fruttivendoli, pasticcerie e privati. Fortunatamente non ho avuto la produzione durante la quarantena”.