Ha lasciato il suo lavoro per seguire la sua passione, via dalla fabbrica e su, in alto, con fune e caschetto. Tiziano Ambrosioni ha fatto della propria passione un lavoro. Originario di Oneta a San Giovanni Bianco, per riassumer la propria storia inizia da una frase.
“L’ho scritta anche sul mio sito: se fai ciò che ti piace non lavorerai un giorno della tua vita. Io ho iniziato in fabbrica, ma ho sempre avuto la passione per la speleologia e l’alpinismo: con il tempo, sono diventato anche istruttore di speleologia. Mi sono reso conto che stare appeso alle funi, anche facendo formazione, mi appagava: aspettavo quel giorno già dalla mattina. Partecipando a un corso, ho conosciuto un centro di formazione e abbiamo iniziato a collaborare in modo continuativo”.
Tiziano, che oggi ha 49 anni, nel 2019 fa il grande passo. “Ho mollato il lavoro in fabbrica e mi sono dedicato alla formazione, poi ho deciso di mettermi in proprio aprendo la mia attività AT Funi. Ora mi alzo e sono tranquillo, non devo più aspettare quel giorno per fare ciò che mi piace: dal lavoro in quota al taglio degli alberi, ai lavori in spazi stretti. Sono convinto, ma è una finta convinzione, di essere padrone di me stesso. Lavoro il doppio rispetto a prima – chiarisce – ma sono davvero contento della mia scelta. Ho fatto grandi passi nel mio settore, collaboro con altri ragazzi e insieme abbiamo deciso di crescere in questo settore. Devo dire che sta pagando, non tanto a livello economico che è il lato su cui devo migliorarmi, ma lavorativamente parlando ci stiamo facendo conoscere”.
In questo senso, è fondamentale spargere la voce e Tiziano lo sa: il cliente deve essere soddisfatto, così parlerà di te. “Il passaparola comincia quando fai un lavoro fatto bene, lì la pubblicità viaggia, oppure quando fai un corso di formazione e chi è lì capisce che tu sei competente. Io me ne sono reso conto, non ci deve essere il formatore da una parte e chi impara dall’altra, ma occorre un gruppo che lavora insieme. Si devono capire le necessità del lavoro: l’edile ha bisogno di una soluzione, chi lavora in quota un altro, chi pulisce silos un altro ancora… il formatore deve essere in grado di entrare nel dettaglio, se ti riconosce come competente sparge la voce. I lavori più belli li ho presi così, e anche attraverso il mio sito, perché no”.
Ogni esperienza è unica, uno sfida a sé. “Tutti i lavori che ho fatto, non ne scarterei nemmeno uno: magari ne vorrei ripetere qualcuno, tutti hanno una storia. Mi sembra di essere un bambino con un vaso di caramelle: è una sfida continua. Non sempre hai le competenze giuste, bisogna cercare un partner (siamo sempre almeno in due durante il lavoro) che ti completi. Ora si è creato un bel gruppetto, ognuno ha qualcosa di particolare, messi insieme siamo fortissimi”.
Tiziano porta un esempio freschissimo. “Ora lavoriamo in parete, c’è bisogno di un getto in cemento armato proprio sulla parete, perciò devi coordinarti con l’elicottero ed essere pronto all’emergenza: abbiamo una persona addetta solo a quello. L’altro giorno ci siamo definiti carpentieri d’alta quota, con l’elicottero che porta materiale in continuazione”. Non c’è solo l’aspetto materiale. “Quando hai finito ci diamo una pacca sulla spalla e ci diciamo bravi, il rapporto umano è fondamentale”.
Viene da chiedersi cosa si provi, appeso a una parete o tra le cime degli alberi, legato ad una fune. “In certe situazioni, un pizzico di paura ci vuole sempre, non ti tiene vivo ma ti tiene sveglio e attento. Bisogna sempre avere un po’ di timore.” spiega Tiziano, che dà un’idea della preparazione necessaria. “Io sono fatto così: quando prendo un cantiere, passo la sera a cena, ma non parlo con la mia famiglia, mi vedo vari schemi sui piani d’emergenza. Forse, dovrei ritagliarmi qualche momento, ma la mia famiglia mi aiuta molto”.
L’obiettivo è essere pronti. “Il mio collega lo sa, non si può sgarrare: il rischio zero non esiste da nessuna parte, ma facciamo sempre una riunione la mattina, si stabilisce cosa succede in caso di emergenza, cosa utilizzare etc. Magari ci vuole un’ora, ma il lavoro va visto in ogni dettaglio, se lancio il sasso o pianto un chiodo devo essere sicuro di cosa succede”.
La meticolosità è uno degli aspetti fondamentali del suo lavoro: Tiziano può così guardare avanti con fiducia. “Se penso al futuro sorrido, lo voglio e ci credo tanto. L’attività sta funzionando bene, devo imparare a gestire il calendario, a volte mi trovo coperto dal lavoro, ma sono contento e voglio andare avanti così. Lo auguro a tutti, se hanno un sogno di crederci e coltivarlo. Io credo di essere partito al momento giusto, quando ho avuto lo stimolo” e quando arriva “devi amare il tuo lavoro e andare a cercarlo, finalmente mi sento realizzato: non è avere la casa o la macchina, che forse non ti danno niente. Quando mi alzo la mattina e sono contento, mi sento di dire che i soldi non sono così importanti”.