Federica Cortesi, la stellina brembana del mezzofondo che sogna le Olimpiadi

Per questo nuovo appuntamento abbiamo intervistato Federica Cortesi, la stella brembana del mezzofondo.
15 Marzo 2019

Dalla Valle Brembana alla conquista del mezzofondo: parliamo di Federica Cortesi, atleta 19enne di San Giovanni Bianco portacolori dell'Atletica Valle Brembana. Nella sua giovane carriera, può già vantare dei traguardi di grande prestigio a livello nazionale e pure la partecipazione ad un mondiale giovanile. Attualmente vive e studia a Varese, presso l'Università Insubria dove studia Ingegneria per la Sicurezza del Lavoro e dell'Ambiente grazie ad una borsa di studio della Federazione Italiana Atletica, mentre in passato ha frequentato, come tanti ragazzi della Valle Brembana, il liceo scientifico all'Istituto Turoldo di Zogno.

La sua passione per l'atletica leggera nasce alle scuole elementari, complici anche le famosissime olimpiadi di Valtorta, in cui ogni anno gareggiano bambini provenienti da tutta l'alta valle, in una sana competizione all'insegna del divertimento. “Anche mio papà faceva atletica e mi ha supportata grazie alla sua passione – spiega Federica – Fino a due anni e mezzo fa praticavo sia pallavolo che atletica, in cui ho ottenuto i primi discreti risultati nonostante non mi allenassi come le altre ragazze, Da qui la decisione di mollare la pallavolo per dedicarsi completamente all'atletica leggera: diciamo che, pian piano, le mie soddisfazioni me le sto portando a casa”.

Lo studio è importante, ma gli allenamenti lo sono altrettanto. Come fa, allora, Federica a conciliare Università e sport? “Sono fortunata, perché il campo di allenamento si trova vicinissimo all'Università – spiega la giovane – Per questo motivo riesco a conciliare lo studio con l'allenamento del pomeriggio. Con la giusta organizzazione, in ogni caso, si riesce a fare entrambi”. Uno sport, quindi, che la ha appassionata da sempre e grazie al quale è entrata a far parte dell'Atletica Valle Brembana, di cui è ancora un membro e che Federica sente un po' come una seconda casa. “Mario Pirola è stato il mio primo allenatore: è lui che mi ha 'scoperta', incentivandomi a fare le olimpiadi di Valtorta. Successivamente, quando sono passata invece sotto la guida di Roberto Ferrari, che è il presidente di Atletica Valle Brembana, mi sono ritrovata bene come se fossi una seconda figlia per lui.”

Secondo Federica, la cosa più bella e affascinante dell'atletica leggera è che si tratta, soprattutto, di una sfida. “Non tanto con gli altri, ma quanto con te stesso. Riuscire a fare un tempo sempre inferiore rispetto ad uno precedente è sempre una sfida con se stessi, un cercare di migliorarsi sempre e costantemente – racconta la giovane atleta – L'atleta è per certi versi simile alla vita, più di molti altri sport: senza allenamento e sacrifici non si ottengono risultati, perché in atletica nessuno ti regala niente e solamente dalla fatica riesci a prenderti quello che vuoi.”

Sacrifici e allenamenti, che per Federica hanno significato meritatissime medaglie, fra cui quella d'argento negli 800 metri e quella di bronzo nei 1500 ottenute ai Campionati Italiani Juniores ad Agropoli nel 2018: due traguardi di cui la giovane portacolori brembana va orgogliosa, “perché li sento più miei”. La gara più bella, anche emotivamente parlando, è stata invece “in casa” a Zogno, quando ha ottenuto il tempo minimo per partecipare ai mondiale under 20 dell'anno scorso. L'ultima medaglia un bronzo lo scorso febbraio, negli 800 metri ai Campionati Italiani Indoor Under 23. “In generale, quando vinci è difficile realizzare subito cosa hai veramente fatto in quella gara – spiega Federica – L'anno scorso erano le mie prime due medaglie agli italiani e quella è stata un'emozione bellissima perché tutti gli sforzi e i sacrifici sono stati ripagati”.

Traguardi, ma non solo: durante i Campionati Mondiali di Tampere, in Finlandia, la giovane atleta ha raggiunto le semifinali negli 800 metri, ma ad un passo dalla finale l'ha vista sfumare di fronte a sé, pur ottenendo un tempo di tutto rispetto. Ma Federica l'ha presa con filosofia: “Per me, già essere ai mondiali, era un grande traguardo. Nelle due settimane precedenti non ero sicura di poter correre, non essendomi allenata quasi mai a causa di un dolore al ginocchio. Andare in finale, in questo momento, per me è un obiettivo che vedo ancora molto lontano, per cui non provo nessun tipo di rimorso o tristezza e sono contenta così: l'unico dispiacere era la possibilità di migliorare il mio record personale, che non ho colto.”

Fra gli obiettivi futuri della giovane, compaiono i Campionati Europei Under 23 in Svezia (11-14 luglio 2019), in cui Federica vorrebbe migliorare il suo tempo – per ora stabilito poco sopra i 2:06 minimi di gara. Fra gli obiettivi a lungo termine, invece, l'atleta confessa che il suo sogno nel cassetto sarebbe quello di partecipare ad un altro mondiale oppure un'olimpiade. “Vorrei ringraziare per tutto quello che sto costruendo e devo ancora costruire – conclude Federica – il mio precedente allenatore Roberto Ferrari, l'attuale Silvano Danzi, il gruppo del college mezzofondo e i miei compagni con cui mi sto allenando ora a Varese e poi ovviamente i miei genitori e mia sorella e tutte le persone che mi hanno sempre sostenuto e continuano a farlo tuttora.”

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