A tempo di musica, tenendo il ritmo tra cerchi, nastri e clavette. A portarci nel mondo della ginnastica ritmica è Letizia Ravanelli, 17 enne di Corna Imagna fresca di vittoria ai Campionati Italiani. La sua esperienza nello sport, però, inizia molto prima. “Quando avevo 5 anni ho iniziato con la danza classica, poi moderna, poi in palestra ho visto delle ragazze esercitarsi con i nastri. Mi sono interessata e ho detto a mia mamma che volevo provare, così a 7 anni ho cominciato”. Incontro casuale ma determinante: “Ho fatto un anno di corso base, poi hanno visto che ero bravina, ho sostenuto una prova per passare al livello più alto, sono passata nel Promozionale, poi l’anno ho scorso ho cambiato squadra. Sono andata dall’Orobica ginnastica alla Società Sportime Lombardia”.
A questo punto è obbligatorio capire come funziona l’agonismo nella ginnastica ritmica: Letizia ce lo spiega in poche parole. “Ci sono categorie di gara diverse: gare di squadra, individuali o di coppia, in base agli esercizi che si creano con le allenatrici si vede cosa ogni atleta può fare e si decide di conseguenza. Io ho sempre fatto individuale, poi con il cambio di società io e le mie amiche che erano venute con me ci siamo buttate sulla squadra. Abbiamo fatto qualche allenamento, poi una gara che è andata bene, ma con la quarantena dello scorso anno sono state cancellate le competizioni”.
Uno stop che non ha fermato Letizia e tutta la squadra. “Abbiamo perso un po’ il ritmo, quest’estate ci siamo allenate davvero tanto, anche nei parchi quando le palestre erano chiuse. Così siamo arrivate alle gare nazionali a Rimini, l’anno scorso si sono svolte a inizio dicembre”. Un appuntamento importante che ha portato a grandi risultati.
“Ai nazionali abbiamo affrontato due gare, una serie D con esercizio di squadra, successione e individuale: alla fine si sommano i punti ottenuti, noi siamo arrivate seste. Il giorno dopo, abbiamo affrontato la gara LC, in cui siamo arrivate prime con la squadra cinque cerchi: abbiamo gareggiato con 5 ginnaste tutte attrezzate con il cerchio (si può scegliere se usare uno stesso attrezzo o vari ndr): durante la gara si devono seguire dei criteri imposti dalla Federazione, in ogni esercizio deve esserci almeno un giro, un salto etc. Vengono valutati gli esercizi e i giudici danno un punteggio a ciascuna squadra”.
Letizia, però, non è solo atleta, ma anche studentessa. Frequenta infatti l’istituto sociosanitario Mamoli e, come racconta lei stesa, conciliare la vita sportiva e quella scolastica non è sempre facile. “Mi alleno a Seriate tre volte alla settimana. Qualche volta è un po’ pesante, ci metto un’ora ad arrivare fino alla palestra e questo toglie tempo allo studio, anche se cerco sempre di organizzarmi il meglio possibile. Appena ho tempo libero mi metto sui libri. Ora con la DAD è più facile, ho più tempo, non devo prendere il pullman per andare a scuola, vado a Seriate in pullman e studio durante il tragitto”.
La passione per lo sport è forte e Letizia ci spiega cosa ama della ginnastica. “Mi piace perché unisce l’eleganza con il ritmo della musica, con gli attrezzi si possono sempre provare cose nuove, anche gli errori possono portare a delle scoperte, ogni volta che si fa un esercizio si arriva a qualcosa di nuovo. C’è una scelta di ben 5 attrezzi, quindi quando abbiamo qualche minuto in allenamento proviamo in libertà con il nostro corpo nuovi movimenti e passi sulla musica”. Potersi esprimere in libertà è importante, e diventa impegnativo quando lo si fa in squadra con le altre ginnaste.
“Serve coordinazione tra tutti gli elementi, le atlete devono seguirsi l’une con le altre, con la squadra se si perde un attrezzo non si può andare avanti, occorre fermarsi e ripartire: non si può improvvisare ma bisogna aspettare tutte”.
È evidente che quella di Letizia è una passione forte, dunque non stupisce che lei veda lo sport anche nel proprio futuro. “Io spero che questa passione prosegua, non posso deciderlo ora, ma è uno sport che mi ha dato molto, quando arriverò dopo i vent'anni spero di diventare giudice o di allenare le bambine per trasmettere quello che ho provato; mi piacerebbe passare il valore dell’amicizia, io ho le stesse amiche da dieci anni”. Letizia è particolarmente attenta ai valori umani che lo sport trasmette. “Vorrei far capire che non si deve mollare mai, per arrivare a uno scopo che richiede sacrifici. C’è poi Ii coraggio, perché alle prime gare c’è sempre paura, poi si va più tranquille e ne vale la pena. Se una gara va male per un errore, non ci si butta giù ma si guarda avanti”.