A pochi giorni dall'ottima prova della Nazionale di pallavolo femminile, ad un soffio dalla conquista del mondiale che ha fatto sognare tutti (appassionati e non), andiamo a presentare una ragazza di Zogno che quella maglia azzurra l'ha indossata, vincendo persino un Europeo Juniores.
Lei è Marina Zambelli, classe 1990, centrale statuario che ha mosso i primi passi nelle fila della Pallavolo Zogno: “Ho iniziato a giocare a pallavolo quando frequentavo la terza media: tutte le mie amiche ci andavano e quindi volevo andarci anch’io, anche se prima mi sono divertita pure con altri sport. Mi era sempre piaciuta la pallavolo, sia mia madre che mio padre erano stati allenatori nella squadra di Zogno. In quella squadra mi divertivo tantissimo, è stato un anno davvero spensierato .”
Ma le grandi qualità di Marina non restano inosservate a lungo, e dopo un solo anno nella Pallavolo Zogno passa al Volley Bergamo (la “Foppa”) grazie ad un provino per la selezione provinciale andato male. Proprio così: “Io e altre compagne non siamo state scelte per la selezione provinciale. Ma penso mi abbiano notato perché poi mi hanno chiesto di fare un allenamento di prova con il Volley Bergamo, allenamento andato bene visto che successivamente è arrivata la richiesta di unirmi alla squadra in pianta stabile. È stato un sogno, ma allo stesso tempo si sono innescate una serie di reazioni a catena che mi hanno portato a cambiare vita totalmente. Ogni giorno dovevo prendere il pullman da Zogno per andare agli allenamenti, poi i miei allenatori o mia madre mi riportavano a casa. Se ora posso dire di giocare in serie A, devo di certo ringraziare loro che hanno creduto in me e che ogni giorno mi hanno permesso di allenarmi”.
Dagli allenamenti a Zogno alle giovanili della Foppa, in mezzo tanti anni di duri allenamenti e sacrifici. Un impegno ripagato con l'esordio in prima squadra in A1 a soli 19 anni nella stagione 2009/10: “Ricordo benissimo la sensazione di scendere in campo in quel palazzetto storico (Palazzetto dello Sport di Bergamo ndr), che è la stessa che vivo ancora oggi quando gioco lì”.
La “Foppa” (ora Zanetti Bergamo), che lo scorso anno rischiava di scomparire per mancanza di investitori che succedessero alla Foppa Pedretti, è stata salvata da Zanetti Formaggi, nuovo main sponsor. Zambelli, che al Volley Bergamo non ci gioca più dal 2013, ha ancora un bellissimo ricordo della Foppa e commenta con parole al miele l'operazione: “La 'Foppa' non morirà mai – spiega – credo che sia importante per loro aver trovato nuovi fondi per continuare il loro percorso, ma le persone e la passione che gira intorno a quella società sarà la stessa indipendentemente dal nome sulla maglia”.
Spesso la carriera sportiva può destabilizzare l'equilibrio di un ragazzo, e aspetti come amici e studio sono i primi a pagarne le conseguenze: “In cinque anni ho frequentato 4 licei diversi perché durante il percorso di studi ho cambiato spesso squadra – spiega Marina Zambelli –. Non è stato per niente facile conciliare il tutto, perché l'indirizzo che avevo scelto non era semplice, le ore in palestra erano tante ed il continuo cambiamento non mi ha aiutato. Al mio fianco c’era però sempre la famiglia, una presenza importantissima. Purtroppo ho dovuto rinunciare agli amici storici, ma il continuo viaggiare mi ha anche permesso di fare nuovi incontri in Italia e nel mondo. Quindi non ho rimpianti”.
Non è una regola scritta, ma a volte le rinunce possono andare di pari passo con i risultati e le soddisfazioni sportive. E così nel 2008 Marina vince l'oro agli Europei con la nazionale Juniores e nel 2011 arriva anche una convocazione nella nazionale maggiore. “Poter vestire la maglia azzurra ha rappresentato un altro coronamento di tutti gli sforzi e di tutto l'impegno messo in questo sogno, non solo da me ma anche da tutti quelli che mi hanno aiutata e mi sono stati vicini. Vincere l'Europeo Juniores nel 2008 mi ha fatto capire che io c'ero! Che potevo far diventare quello che amavo la mia vita e il mio lavoro! Non c'è niente di meglio”.
Zogno, Bergamo, Club Italia a Roma, il ritorno a Bergamo e poi, dopo una parentesi in Toscana al VB Santa Croce, tre anni all'estero, in Francia. “All'inizio, nonostante avessi uno staff totalmente italiano, è stato difficile – spiega Zambelli – Non poter comunicare e soprattutto non poter capire nell'immediato quello che ti viene detto in uno sport di squadra come la pallavolo rende tutto più complicato. In poco tempo però mi sono data da fare e, oltre a imparare il francese, ho cercato di comprendere lo stile di vita transalpino, e questo mi ha reso tutto più facile. Il campionato francese mi ha aiutato forse di più a migliorare come persona, sono cresciuta mi sono aperta a moltissime persone e ho imparato tantissimo da ognuna di loro. Consiglio a tutti quelli che ne hanno la possibilità di fare un esperienza fuori dai propri confini perché ti fa crescere in poco tempo molto più di quanto si possa fare protetti nelle proprie mura casalinghe”.
Poi il ritorno in Italia lo scorso anno, con la casacca del Casalmaggiore (Cremona), e quest'anno al Cuneo Granda: “Ora il mio percorso mi ha portato qui a Cuneo, una società storica che ha avuto nel passato una squadra di primo livello nella pallavolo maschile. A noi il compito di iniziare una nuova storia, ma nel femminile. Non penso sia semplice quando l'aspettativa è così alta, ma trovo che sia una bella sfida per tutte le ragazze che sono qui e passeranno di qui. I presupposti ci sono tutti, per quest'anno l'obiettivo è mantenere la categoria, ma non bisogna mai porsi dei limiti. Siamo qui per lavorare e puntare più in alto possibile”.
Da Zogno alla Serie A1 passando per un Europeo Juniores e la Ligue A. Una carriera davvero notevole quella di Marina Zambelli, e che può e deve essere alla portata di altre ragazze che, come lei, vengono dalla Valle Brembana o dalla Valle Imagna, dove “la pallavolo è concreta e ben strutturata – spiega Zambelli – . Penso si debba ringraziare chi usa il proprio tempo per far allenare tutti i bambini di questi paesi e gli permetta ogni week-end di scendere in campo. Credo che non sia facile emergere in generale, perché oltre al talento ci deve essere una dose di fortuna, deve esserci in palestra qualcuno che ti noti e che decida di scommettere su di te. Per quanto riguarda i nostri settori giovanili credo si stiano adattando sempre di più, anche con la formazione di gruppi A e gruppi B che, a volte fanno storcere il naso ai genitori, ma io penso siano fondamentali per permettere a tutti di esprimersi al meglio secondo il loro livello in quel momento. La cosa più importante è avere la possibilità di giocare e di arrivare a esprimere il proprio massimo potenziale, e credo che per questo le nostre società siano ben attrezzate”.
(Fonte Immagine: Marco Collemacine – MC Fotoreporter)