Oramai sono passati più di 13 anni dalla sua scomparsa, ma in Valle Imagna il suo ricordo non si è mai sbiadito. Tra le genti e i paesi della valle protagonisti dei suoi testi, la figura del Costantino è ancora “forte e chiara” come era la sua inconfondibile voce.
Costantino Locatelli era innanzitutto un insegnante, appassionato ricercatore e testimone della cultura e delle tradizioni della montagna bergamasca, in particolare della Valle Imagna. Persona di grande ironia, cultura e saggezza. È stato la “voce della Valle Imagna” non solo per il suono squillante, limpido e argentino delle sue parole, ma anche e soprattutto per l’autorevolezza dei suoi interventi.
Tra i fondatori del Centro Studi Valle Imagna, Costantino Locatelli è stata una delle figure più note e rappresentative della Valle Imagna. C’è una bella fotografia (sotto riportata), scattata nel 1920, che lo ritrae con papà Giovanni, muratore pecapride, mamma Itala, contadina, e il fratello Angelo, più grandicello, che poi si farà sacerdote: il piccolo Costantino, al centro con i capelli lunghi e biondi, appare con un volume sotto il braccio, segno premonitore di una vita attraversata dai libri, che lo portò da grande a diventare valente letterato e fine latinista.
Dopo gli studi classici in collegio, dai Salesiani, prima a Treviglio e poi a Valsalice (Torino), il 14 giugno 1940 Costantino si laurea in Lettere classiche alla Cattolica di Milano. Da pochi giorni l'Italia era entrata in guerra e in un battibaleno Costantino passò da neo-laureato a sottotenente degli alpini; fu mandato in Croazia, dove ebbe modo di dimostrare il suo valore, meritandosi una Croce al merito di guerra.
Sposato con sei figli (tre maschi e tre femmine), ha dedicato la sua vita all'insegnamento; al suo attivo trentacinque anni di lavoro nella scuola statale e privata: prima all’Esperia e poi al liceo scientifico Lussana, di cui fu anche preside; sono seguiti altri tredici anni all’Istituto Sant’Alessandro e, infine, sei anni come preside dell’Istituto di Maria Consolatrice (scuola superiore) di Cepino.
LA RICERCA DELLA TRADIZIONE VALDIMAGNINA
L'attività didattica è stata accompagnata da un costante lavoro di ricerca e documentazione sulla cultura e le tradizioni della sua terra: in Valle Imagna ha continuato a studiare, a fare ricerca mantenendo attivi contatti con studenti e insegnanti, nel suo “rifugio” di Bransiù de Sura (Brancilione, frazione di Corna Imagna), che un tempo era la stalla della sua famiglia. Con il pensionamento, quell'attività di ricerca è diventata quasi una professione.
Assieme ad Antonio Carminati – attuale direttore del Centro Studi Valle Imagna – ha dato vita alla collana di “fonodocumenti” del Centro Studi Valle Imagna, effettuando e trascrivendo le interviste dei protagonisti dell’antico mondo rurale valligiano, ma più in generale delle aree montane, che fanno parte dei preziosi Archivi della Memoria e dell’Identità, conservati nella Biblioteca di Cà Berizzi a Corna Imagna, intitolata nel 2015 proprio a Costantino. Storie di valligiani, bergamini, soldati, sacerdoti… Tali interviste sono il frutto di una assidua ricerca «sul campo» cui Costantino ha contribuito raccogliendo testimonianze anche in altri Paesi (Svizzera, Belgio) e facendosi raccontare le esperienze dei migranti bergamaschi: boscaioli, minatori, muratori, gente “di frontiera” per la quale si è riusciti a conservare frammenti di vita, salvando un pezzo di storia sociale che sarebbe altrimenti andata irrimediabilmente persa.
Ha inciso anche alcuni Compact disc che conservano la sua voce acuta e penetrante, attraverso la quale è possibile conoscere storie, leggende e tradizioni locali.
Fonte: Ruralpini.it