Chiunque, almeno una volta nella vita, ha potuto assistere ad una delle sue dimostrazioni in piazza. I più fortunati possono vantare di possedere una sua scultura, magari custodita con cura nella propria abitazione. Perché quelli a cui Enus Milesi dà vita con la propria motosega sono dei pezzi unici, infusi di tutta quella passione che, con il tempo, è diventata un lavoro vero e proprio, tanto da portare Enus a partecipare a gare, ricevere riconoscimenti e portare le proprie opere oltre i confini della Valle Brembana e perfino della bergamasca.
Classe 1966, nativo di Ornica ma residente a Piazza Brembana, fin dall'infanzia il legno ha fatto parte della sua vita. Il papà, infatti, era un boscaiolo e quando Enus era piccolo lo portava con i fratelli nel bosco per insegnargli le varie tipologie di legno e le loro caratteristiche. “Avevo 10 anni quando mi sono affacciato al mondo della scultura – racconta Enus – Io sono di Ornica e ai tempi era un paese piuttosto isolato. Aiutavamo sempre gli altri, in particolare quando sentivamo le motoseghe dei boscaioli nel pomeriggio, allora importate dalla Francia, noi ragazzini ci trovavamo sempre per guardarli lavorare”.
Le prime sculture Enus le ha fatte insieme allo zio, che partecipava alle gare di boscaioli della zona. “Ricordo che mio zio, in un'occasione, aveva realizzato una sedia. Anche io volevo provare, così gli ho chiesto di accendermi la motosega, per me troppo grossa, e ho realizzato la mia prima seggiolina con le gambe – racconta con un filo di emozione – Da lì è iniziato tutto. Ogni volta che andavo nel bosco con mio papà e i miei fratelli, cercavo una radice e la tenevo da parte perché volevo sempre ricavarci qualcosa. La prima motosega l'ho avuta a 15 anni, acquistata vendendo la moto da trial che mi aveva regalato mio papà. Ce l'ho ancora adesso”.
Gli animali, in particolare quelli legati al bosco, sono il suo punto forte: non a caso, la prima scultura realizzata da Enus ritraeva proprio uno scoiattolo, soggetto ricorrente nelle sue opere lignee. Ma come riesce a dare vita a quelli che, agli occhi meno esperti, possono sembrare soltanto anonimi pezzi di legno? “È il legno stesso a suggerirmi la forma – confessa – Il momento in cui lo guardo, decido subito che cosa diventerà. È difficile da spiegare. Ma è un processo molto rilassante”. Visualizzare una forma richiede molta fantasia, che a Enus sicuramente non manca.
“Quando ero piccolo, con i miei fratelli si andava a cercare le radici per creare il presepio – racconta – Quelle sono cose che ti emozionavano, ed emozionano ancora adesso”. E con i presepi, Enus ha un rapporto speciale: lui è fra gli organizzatori del “Presepe vivente” che da anni si tiene nella splendida cornice di Città Alta, con l'obiettivo di rievocare gli antichi mestieri dell'Alta Valle Brembana. Il tutto, chiaramente, a scopo benefico, il cui ricavato viene devoluto dal Reparto Oncologia dell'Ospedale di Bergamo. Perché Enus, oltre ad essere boscaiolo, è anche un Alpino e volontario di Protezione Civile. E quando c'è bisogno di una mano, non si tira mai indietro.
Una qualità che non è passata inosservata e, anzi, gli ha permesso di ricevere negli anni anche diversi riconoscimenti e premi. Fra questi vi è una targa, assegnatagli nel 2013 dal gruppo “Amici Gogìs” dell'Alta Valle Brembana durante l'annuale incontro conviviale, e un riconoscimento ufficiale per il suo impegno nel volontariato e solidarietà in Valle, consegnatogli nel 2016 nel corso della nona edizione della Sagra degli Uccelli, a Lenna.
Proprio a Lenna, lungo il percorso naturalistico sulle rive del Brembo disegnato dai volontari nell’area retrostante il santuario della Coltura, il sottobosco è popolato da più di 60 sculture realizzate da lui: dai caprioli agli orsi, ai funghi, gnomi, aquile, tacchini, marmotte, lupi e pescatori, ma anche ricostruzioni in miniatura di antichi mestieri e scenari domestici di una volta. Si può dire che, ormai, le sue opere facciano parte della Valle Brembana, basta un occhio attento per scovarne qualcuna che osserva discreta e silenziosa i passanti. Ogni manifestazione importante viene “battezzata” con una sua scultura, come il passaggio del Giro d'Italia a San Pellegrino Terme nel 2011. E la sua presenza è un must nelle fiere e sagre di paese, anche oltre i confini brembani.
(La scultura del Ciclista, realizzata in occasione del Giro d'Italia 2011 – Fonte immagine L'Eco di Bergamo)
“Sai cosa c'è di bello? – confessa Enus – Quando vado a fare le dimostrazioni, vedo sempre bambini e giovani che si appassionano alla motosega. Sono momenti emozionanti, perché c'è sempre qualcuno che mi dice “anche mio nonno ne ha una così” e restano incantati a guardare. Magari i genitori non sono interessati, ma i bambini sono spesso incuriositi ed è una cosa che mi riempie di gioia. Un'altra cosa che mi emoziona è quando faccio delle dimostrazioni per le persone disabili e regalo loro i pezzi che creo. È una grande soddisfazione, per me, vedere quanto apprezzino il mio lavoro”.
La grande passione di Enus lo ha portato a partecipare anche ad alcune gare, la più importante delle quali il Campionato Mondiale di scultura lignea in velocità, tenutosi ad Edolo nel 2017, dove ha conquistato il sesto posto. “C'erano persone da tutto il mondo: cinesi, inglesi, giapponesi, argentini. Eravamo soltanto due o tre dall'Italia – racconta lo scultore – Ti fanno scegliere a sorte un pezzo di legno, dopodiché la sera stessa della gara ti danno un tema da realizzare entro un certo tempo. Per me, il Campionato Mondiale è stato molto bello ed emozionante, soprattutto per il clima che si respira. Ti trovi con tante persone che non conosci, ma trovi subito l'amicizia e la sportività”.
Quest'anno molti appuntamenti sono saltati, ma Enus non è certo rimasto fermo e spera di tornare presto nelle piazze per le sue spettacolari dimostrazioni. “Quest'anno sono stato chiamato in un paio di Comuni, ma è ancora tutto da decidere – conclude – Nonostante molte piazze siano saltate, mi sono mantenuto attivo: ho realizzato tavoli, panche, fontane, anche su richiesta. Anche se il vero me stesso esce quando sono io a decidere cosa un pezzo di legno diventerà. Ci metto del mio, tutta la mia passione che mi ha portato fin dove sono adesso”.