La Valle Brembana deve il suo nome al fiume che la attraversa: il Brembo. A tutti i residenti e ai turisti sarà capitato di osservarlo durante una passeggiata lungo le sue sponde e probabilmente di pensare pure a cosa si nasconda nelle sue acque. La scuola secondaria di 1°grado di San Pellegrino Terme e l’Istituto Superiore Turoldo hanno deciso, insieme, di dare vita ad un progetto per fare scoprire agli studenti gli organismi che abitano l’acqua del Brembo e come la loro osservazione aiuti a capire anche i livelli di inquinamento del nostro fiume.
Il progetto “A scuola sul fiume” non si limita ad essere solo una lezione in classe, ma prevede anche delle uscite sul campo per prelevare campioni di acqua da analizzare successivamente in laboratorio, un’esperienza di scuola attiva entusiasmante in riva al fiume con gli stivali a caccia di esemplari di macroinvertebrati che si nascondono nelle pozze o vicino ai sassi, come efemerotteri e tricotteri.
È un’attività che unisce l’osservazione sperimentale di vari fenomeni, come la coltura dei batteri e l’analisi dell’acqua, all’educazione civica, perché fa scoprire ai ragazzi delle informazioni sul loro territorio ed insegna come, anche con piccole azioni, tutti possiamo evitare che un corso d’acqua venga inquinato. Per spiegare meglio come si sono svolte le attività, ho posto qualche domanda a Giuseppe Garozzo, professore di Scienze all’IS Turoldo e referente del progetto per la scuola, a Rosanna Miraglia, tecnico di laboratorio e a Filippo Leopardi, professore referente per la secondaria di 1°grado di San Pellegrino Terme.
Com’è nata l’idea di dare vita al progetto? Il prof. Garozzo risponde: “Il progetto era stato proposto al Turoldo circa 7-8 anni fa dall’associazione SOS di Bergamo con la collaborazione dell’Istituto Superiore “Betty Ambiveri” di Presezzo e coinvolgeva anche vari insegnanti di vari istituti comprensivi. Dopo il Covid c’è stata l’idea della collaborazione tra la scuola secondaria di 1° grado di San Pellegrino Terme, dove gli studenti hanno molta voglia di scoprire nuove informazioni sul loro territorio e l’Istituto Superiore Turoldo, che dispone delle attrezzature necessarie per lo svolgimento delle attività”.
In che cosa consiste il progetto? Il prof. Garozzo risponde: “Il progetto consiste in una fase di raccolta di alcuni campioni di acqua e di macroinvertebrati direttamente nel fiume Brembo insieme ai ragazzi e una fase di analisi dei dati ottenuti in laboratorio, con misurazione degli indici di inquinamento tramite la presenza di questi organismi, poiché questo tipo di fauna si sviluppa solo dove le acque sono pulite e l’ossigenazione è nella norma”.
Per approfondire la fase dell’analisi dei campioni, Rosanna Miraglia ha spiegato: “Sono stati forniti ai ragazzi dei kit per misurare la presenza di nitrati e ammoniaca, sostanze tossiche per la fauna e la flora acquatica del nostro fiume, termometri e stick per l’analisi del pH dell’acqua per la ricerca sul campo. Poi, in laboratorio, si è creata una coltura batterica, cioè una “coltivazione” artificiale di una colonia di batteri. Partendo da un campione di acqua, si inserisce qualche goccia di liquido in un vetrino appositamente preparato e si attendono 48 ore per vedere il risultato, i batteri si dovrebbero essere moltiplicati a dismisura, andando a creare una vera e propria colonia batterica”.
Come hanno reagito i ragazzi al progetto? Risponde il prof. Leopardi: “I ragazzi erano molto entusiasti, per loro non è stata solamente un’occasione di analisi a livello scientifico dell’acqua del fiume Brembo, ma anche un’occasione di confrontarsi con studenti più grandi (terza superiore, 3^A e 3^B del liceo linguistico) e di fare un pre-orientamento nella scelta della scuola. Infatti, molti hanno espresso la volontà, in futuro, di andare a frequentare proprio il liceo linguistico”.
Inoltre, il prof. Garozzo aggiunge: “Gli studenti delle medie (2^A, 2^B e 2^C) si sono dimostrati molto interessati e si sono impegnati al massimo per comprendere le analisi in laboratorio, aiutati dai nostri studenti con la vetreria. Anche durante l’esposizione dei loro lavori individuali i ragazzi più grandi hanno mostrato disponibilità nel dare consigli per migliorare con le presentazioni digitali, essendo molto preparati nell’utilizzo quotidiano del tablet per la didattica. Abbiamo visto nascere spontaneamente un “tutoraggio” tra i ragazzi e la collaborazione era molto proficua”.
Per concludere sono stato felice di sentire dai professori i risultati dell’indagine di laboratorio: ossigenazione delle acque del Brembo corretta e buona presenza di macroinvertebrati. Sicuramente nei prossimi anni il progetto verrà riproposto, per permettere ai futuri cittadini della Val Brembana di responsabilizzarsi e capire l’importanza di un fiume pulito.