Il marmo arabescato rosso di San Giovanni diventa la “fiamma” dei giardini pubblici

Nuovo appuntamento con la rubrica del baby reporter Gabriele Grataroli che incontra lo scultore Elio Rota e la sua "fiamma" dedicata alle vittime del Covid.
17 Maggio 2023

“La memoria è una risorsa utile e fragilissima, senza memoria non esistiamo. È come una fiaccola che passa di mano in mano, ma la cui fiamma lentamente si spegne. Per ravvivarla occorre riprodurla, rielaborarla”, così la comunità di San Giovanni Bianco, che nel 2020 come tutta la Bergamasca ha vissuto i drammatici momenti della pandemia da Covid-19, forse anche in maniera più intensa vista la presenza dell’ospedale, nella mattina di sabato 20 maggio 2023 invita tutti i cittadini presso i giardini pubblici all’inaugurazione di un monumento in ricordo delle vittime.

Il monumento è opera dello scultore di San Giovanni Bianco Elio Rota, 84 anni, che non ha esitato ha raccontarmi la storia di questa bellissima fontana di marmo che ha regalato al suo paese: “Dopo aver fatto un omaggio ai medici e agli operatori sanitari dell’ospedale di San Giovanni Bianco, mi è venuta in mente l’idea di farne uno anche per chi è morto durante la pandemia e ho deciso di scolpire proprio una fiamma per ricordare i defunti portati via dai carri militari. Così ho cercato una pietra adatta a questo scopo nella cava sopra la frazione Portiera, dove potevo trovare il marmo arabescato orobico rosso.”

Esiste anche una “sorella” di quella fontana, che Elio conserva gelosamente a casa sua, nel giardino, che ho potuto ammirare intervistandolo. In occasione di questa cerimonia, il Comune di San Giovanni Bianco ha inoltre chiesto agli alunni della scuola primaria e secondaria di primo grado di scrivere frasi, poesie e riflessioni personali sulla pandemia, alcuni verranno letti dagli autori durante l’inaugurazione.

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Lo scultore con il nostro Gabriele

Perciò, per spiegare meglio quali sensazioni e pensieri provavamo noi ragazzi durante il lockdown ho chiesto ad un mio coetaneo, Andrea Galizzi, di raccontare quello che ha espresso nella sua poesia: “È dedicata a tutte le persone che sono venute a mancare a causa del Covid, scrivendola mi sono soffermato soprattutto sulla solitudine che provavo io come tanti altri ragazzi della mia età durante il lockdown: non avevamo la possibilità di vedere i nostri amici e personalmente mi sentivo una tigre in gabbia, segregato in casa per mesi e l’unica gioia di quel periodo era la vicinanza con i miei genitori”.

Infatti, nella sua composizione recita: “Oh Covid! Con la tua corona sei arrivato in ogni zona, tutti in casa con terrore, neanche fosse un film dell’orrore, ora tutto è deserto o forse c’è qualcuno col volto coperto e una volta vinta questa prova potremo iniziar una vita nuova!”. Inoltre, la professoressa di Lettere, Carmela Tre Rose, ha sottolineato quanto nei testi dei ragazzi delle medie siano ricorrenti i temi della reclusione forzata in casa, con il rumore continuo delle sirene delle ambulanze e il dispiacere per le perdite delle persone care, che riflettono perfettamente tutte le angosce e le ansie che tutti provavano in quei mesi. Anche alla primaria, le frasi e le parole dei bambini, seppur molto piccoli nel 2020, rispecchiano questi sentimenti. Eccone qualche stralcio: “Per giorni e giorni ho sentito le sirene dell’ambulanza, ad un tratto il silenzio, non so dire cosa mi ha spaventato di più…” oppure “Il covid ci ha tolto tanto, ma ci ha anche regalato un grande insegnamento: stare insieme alle persone che amiamo e vivere appieno le nostre giornate”.

Tutti i testi elaborati da bambini e ragazzi sono originali e importanti e verranno inseriti come memoria storica, in un bussolotto sigillato, all’interno del monumento come dono per le generazioni future. Concludendo, penso che raccontare sia importante perché non si dimentichi la pandemia, le giuste misure per contrastarla, l’importanza della ricerca medica, le tante persone che hanno lavorato negli ospedali e quelle che purtroppo sono morte, anche nei nostri piccoli paesi, e meritano di essere ricordate, al pari dei caduti delle guerre.

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