Labib, il tunisino ‘ciclista’ innamorato di S.Pellegrino

Fin da piccolo sognava di poter raggiungere l’Italia, sia per un miglioramento delle condizioni di vita, sia per la sua passione per il calcio. Vede a compimento il suo sogno quando nel 1995 giunge sulle coste di Lampedusa.
10 Giugno 2019

Labib Regaieg, classe 1974, dalla Tunisia. Quattro sono le caratteristiche che lo contraddistinguono: dolcezza, disponibilità, riservatezza e determinazione. È grazie alle sue qualità che Labib si inserisce facilmente nei nuovi contesti. Fin da piccolo sognava di poter raggiungere l’Italia, sia per un miglioramento delle condizioni di vita, sia per la sua passione per il calcio. Vede a compimento il suo sogno quando nel 1995 giunge sulle coste di Lampedusa.

Come altri immigrati, anche a Labib tocca effettuare il viaggio via mare. Nonostante sia stato difficile lasciare la famiglia, non era preoccupato per il viaggio: “Vengo da un paese di mare e di pescatori, quindi non ho avuto molti problemi ne paure con il viaggio: per me il contatto con il mare era routine”, racconta Labib.

 

Una volta arrivato l’integrazione è stata difficile sotto un punto di vista linguistico, ma grazie alla sua conoscenza della lingua francese ha presto imparato l’italiano. A livello umano, invece, Labib ha trovato una forte accoglienza prima nel Sud Italia, e poi anche a Nord :“La gente ti aiuta tanto in Italia, non devi aver paura di rimanere solo. Mi sono sempre dato tanto da fare e questo mi ha ripagato”, spiega.

L’Italia è divenuta in questo modo la sua seconda patria, alla quale è molto legato e grato. Quando è giunto a Nord, si è insediato a San Pellegrino Terme grazie a delle conoscenze, ed è qui che nasce la sua nuova famiglia: due figli, Sara e Alessandro, e la compagna di S.Pellegrino.

In Italia, fa sapere, ha appreso molto, tra cui l’educazione, la buona cucina e a vivere una vita sana. Per questo forse si è così appassionato al ciclismo: “La valle mi offre la possibilità di mantenere attiva questa mia passione, mi piace andare in montagna con la mia bicicletta quando il tempo me lo permette. Mi piace farlo in compagnia, ho molti amici in valle, brave persone, ma anche da solo, mi da molta soddisfazione e mi fa sentire libero”, comunica. Ora dunque la sua vita si divide fra lavoro, famiglia e la sua amata bici.

Conclude dicendo che non tornerebbe nella sua patria in quanto in Italia vi sono grandi possibilità, mentre da lui le condizioni sono molto difficili. Talvolta torna a trovare la famiglia d’origine, ma per il resto rimane fedele al suo nuovo paese, alla nuova famiglia e al lavoro.

 

 

 

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