Disciplina, autocontrollo, umiltà. Sono queste tre parole a caratterizzare la vita di Ivan Mazzoleni che da ormai 38 anni pratica l’arte marziale del karate. Ma procediamo con ordine e scopriamo insieme quale è la storia di Ivan. Ivan Mazzoleni è nato nel 1962 nella Svizzera francese, cantone di Neuchatel, Le Locle, un paesino di circa dodicimila abitanti.
“Le persone del posto erano per lo più bergamaschi e veneti, tutti andati in Svizzera da giovani per cercare lavoro. Facevano quasi tutti i muratori, iniziavano da giovani 15,16 anni. Si iniziava facendo i manovali, poi i muratori e in alternativa su andava a fare i boscaioli”, racconta Ivan, ricordando un paese che grazie all’influenza del popolo bergamasco, un po’ ricorda l’Italia degli anni ‘60. Continua poi: “Il sabato mattina eravamo a casa da scuola e si approfittava per andare al mercato e non si sentiva parlare francese, ma solo bergamasco. Se si sapeva che qualcuno era stato in Italia per tre o quattro giorni eravamo tutti pronti a chiedere notizie di come andava nella nostra Bergamo”.
Nostra sì, perché nonostante sia nato in Svizzera, Ivan ha radici bergamasche. Il papà infatti, era valdimagnino, e durante la permanenza in Svizzera è riuscito a costruire una casa a Brembate, dove hanno poi deciso di trasferirsi. “Sono tornato in Italia nel ‘75, perché mio padre aveva costruito una casa a Brembate di Sopra, mentre in Svizzera eravamo in affitto. Vedevamo famiglie italiane con i figli ormai grandi, dove i genitori tornavano in Italia, ma i figli essendo cresciuti là preferivano rimanere in Svizzera e la famiglia non era più unita. Io avevo 14 anni e mia sorella 11, abbiamo preferito non aspettare oltre, prima che diventasse troppo tardi, prima che magari io trovassi lavoro o che io e mia sorella ci costruissimo un futuro in Svizzera. Decidemmo così di rimanere uniti e tornare nella nostra patria tutti insieme”, ci confida Ivan.
Continua poi parlando dei sacrifici che hanno dovuto fare, soprattutto i genitori che, come ci racconta, hanno fatto fatica a recuperare il modo di vivere italiano: “In Svizzera gli operai erano visti molto meglio, c’era sicuramente più rispetto, se lavoravi eri visto bene e c’era rispetto tra il datore di lavoro e l’operaio”. È rimasto a Brembate per 30 anni, e poi ha avuto l’occasione di ereditare una casa paterna di suo suocero, l’ha ristrutturata ed è venuto ad abitare a San Giovanni Bianco con la moglie e le figlie.
Ivan però, uomo dalle mille sfaccettature, non è rimasto con le mani in mano una volta giunto in Italia. Dall’82 pratica l’arte del karate, ed è proprio lui a parlarcene con una tale enfasi da invogliare chiunque ad iniziare tale disciplina: “Il karate come lo vedo io, e come cerco di farlo ed insegnarlo, non è visto come sport ma arte marziale. L’apprendimento non riguarda solo la palestra ma continua durante tutta la vita quotidiana, nel migliorare il carattere, nell’essere umili, il rispetto verso gli altri e tutto ciò che ci circonda: è uno stile di vita. Sono arrivato alla cintura nera, 4° Dan, grado di maestro. Ho iniziato a praticare questo sport perché amo l’esercizio fisico ma anche tutta la filosofia orientale che ci sta dietro, che fa parte dell’arte marziale. Ovviamente mi piace la difesa personale. Inoltre mi ha dato una carica nella vita per andare avanti in tanti momenti e a non mollare, allenandomi ho scoperto tante cose di me stesso, la mia sensibilità, le mie emozioni. Praticare karate mi fa sentire bene con me stesso.”
Nella Valle quindi Ivan ha trovato il suo posto, e non pensa di tornare a vivere in Svizzera, anche se ci torna ogni tanto per vedere i luoghi della sua infanzia. Qui ha riscoperto anche un debole per la Valle Imagna, paese di suo papà che ama frequentare. In Valle Brembana si sente pienamente integrato e grazie al suo carattere sempre molto allegro non ha problemi ad andare d’accordo con le persone del posto. Come progetti per il futuro, Ivan si augura di andare presto in pensione per godersi la sua famiglia al massimo e spera di progredire nello sport.