Valeria, dalla Russia in Val Brembana per amore: ”Non cambierei mai la mia San Pellegrino”

Valeria Smoliar è una donna di 42 anni che dalla Kaliningrad, Russia Ovest si è trasferita appena 19enne a San Pellegrino Terme, dopo aver incontrato l'amore a Parigi.
29 Giugno 2021

Chi mai potrebbe dire di preferire la Valle Brembana, con le sue montagne e tutto il suo verde, alla Cattedrale di San Basilio a Mosca? Di certo Valeria Smoliar, donna di 42 anni che da Kaliningrad, Russia Ovest, si è trasferita a San Pellegrino Terme per amore. Ma conosciamo meglio la sua storia.

Valeria ha vissuto in Unione Sovietica, in Repubblica Bielorussa, quando ancora c’era il comunismo: “È curioso parlarne ora perché in quei tempi si aveva una cognizione diversa di ciò che è stato definito comunismo – ci spiega, per poi proseguire – Prima di tutto eravamo felici di vivere in Unione Sovietica perché eravamo tutti uguali, tutti contenti di essere figli di una grande patria. Il patriottismo in effetti, veniva insegnato già da piccoli alle scuole elementari, e poi bisogna superare diversi gradi prima di entrare nella comunità vera: Oktiabrenok a 7 anni, Pioner a 10 anni, Komsomolets a 16 anni e poi finalmente ti aspettava il Partito”.

Valeria ci spiega che per capire il “suo” comunismo, bisogna ”dimenticare” ciò che è successo dopo e ciò che gli altri paesi hanno vissuto, in quanto un confronto non sarebbe possibile. “Per noi era la normalità questo: essere parte di una società che ti accudisce e che avrebbe protetto anche le generazioni future. Tutti avevano le stesse possibilità di studio, i libri venivano garantiti dalla biblioteca scolastica, tutti sapevano che avrebbero studiato all’università oppure in una scuola professionale e alla fine tutti avrebbero trovato lavoro. Difatti, essere disoccupati in Unione Sovietica era un reato”, ci spiega.

Tutti inoltre avevano un appartamento, con gli stessi mobili, stessi vestiti, stesso cibo. Tutti erano amici e ci si aiutava, ricorda la donna, per questo l’idea di trasferirsi a chilometri di distanza dal proprio paese non faceva paura: tutti ti avrebbero aiutato. Ma se questi erano visti come lati positivi, però, ben presto le cose hanno iniziato lentamente a mutare e tutte quelle certezze a vacillare..

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“A un certo punto tutti questi aspetti positivi hanno iniziato a crollare su sé stessi: le famiglie erano numerose e dovevano aspettare troppi anni nel convitto comune, il fatto di avere gli stessi vestiti ha iniziato a stancare, soprattutto con l’arrivo dei primi jeans portati dall’estero: chi avrebbe più voluto indossare quelle stoffe pesanti e poco elastiche dopo aver conosciuto i jeans? – spiega Valeria – Anche a scuola l’abbigliamento non era più adatto. Fino agli undici anni abbiamo portato tutti la divisa: per le ragazze vestito fino alle ginocchia marrone con il polsino e il colletto bianco (da fissare cucendoli sul vestito stesso ogni 2/3 giorni) e grembiule nero per tutti i giorni mentre quello bianco per i giorni festivi. I maschi invece portavano pantaloni e giacchetta blu con camicia bianca. La divisa in se era carina, ma immaginate una giornata di maggio con un vestito marrone chiuso fino al collo oppure lo stesso a metà gennaio con la neve fino al ginocchio. Era decisamente poco pratico!”.

Valeria è poi cresciuta, ha frequentato l’università, dove ha studiato francese. Ed è proprio qui che ha avuto la possibilità di ottenere un visto per andare in Francia durante l’estate: partita per Parigi, incontra l’amore in un ristorante in cui lavorava. E no, l’uomo non era francese ma italiano, è più precisamente di San Pellegrino Terme. È così che all’età di 19 anni Valeria ha messo per la prima volta piede in Valle Brembana.

“All’epoca mi è sembrata una città molto piccola San Pellegrino. I primi anni, senza amici e senza i riferimenti che avevo in Russia, sono stati duri. Mio marito ha fatto di tutto per farmi pesare di meno questo periodo e farmi integrare nella comunità e lo apprezzo molto. Negli ultimi anni apprezzo sempre di più questa cittadina elegante, immersa nel verde con i suoi svariati sentieri che offrono passeggiate per ogni gusto ed occasione. Mi piace moltissimo il verde brillante che ricopre le montagne in primavera e colori variopinti in autunno. Sono addirittura arrivata ad apprezzare le piogge che portano un profumo di freschezza. Adesso come adesso non cambierei la mia San Pellegrino con nessuna altra città del mondo!”, ci racconta.

Valeria è stata una delle prima – se non la prima – ragazza russa a mettere piede San Pellegrino, e per questo inizialmente si è sentita gli sguardi più o meno curiosi puntati su di lei, ma non ha avuto grandi problemi con la comunità, che invece l’ha accolta. Qui Valeria, oltre a lavorare alla SMI di San Giovanni Bianco nell’ufficio commerciale, si dedica alle sue passioni: leggere, nuotare nella piscina di San Pellegrino, e camminare tra i boschi, anche se, a differenza di quelli che si possono trovare in Russia, Valeria dice che sono molto faticosi.

A conclusione dell’intervista, Valeria ci tiene a condividere una riflessione: “Ho sempre viaggiato molto, prima da bambina in Russia e poi da grande per piacere. Quando torno in Italia, in qualsiasi periodo dell’anno mi sono sempre trovata il sole alla frontiera che mi attendeva. Se dall’altra parte degli Alpi c’era grigiore e freddo, in Italia c’era sole forte e cielo azzurro. Noi che viviamo qui, spesso lo dimentichiamo ma l’Italia è un paese meraviglioso e bisogna essere fieri di questo. Tutto il mondo viene a visitare l’Italia perché è un posto magico, pieno di storia e cultura. Dovremmo imparare ad apprezzarlo anche noi che siamo di casa”.

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