Ci sono persone che si scelgono una strada fin da giovanissime e la portano avanti, il più classico del “da grande voglio fare…” che però si traduce in realtà. Verena Bickel, 40 anni, tedesca di Wiesbaden, consulente linguistica e ballerina, fin da bambina ha avuto la passione dell’italiano: “Da quando avevo 8 anni ho sempre avuto l’idea di trasferirmi in Italia; non so perché, forse per via del gelato. L’italiano mi ha sempre attirata, così in Germania l’ho studiato come terza lingua, ho anche fatto una vacanza studio a Roma”. Fino a qui, quello di Verena è un grande sogno. “All’Università ho studiato francese e inglese, ma ho tenuto allenato anche l’italiano. Un giorno, una mia amica mi ha chiesto di sostituirla sul lavoro: lavorava in una fiera a Dusseldorf per un’azienda piemontese, appena l’ho sentito mi sono buttata”. Un’opportunità colta ne apre un’altra, perché la stessa azienda propone a Verena un posto in Italia.
“Io volevo trasferirmi, non mi importava l’ambito, se fosse stato nelle lingue tanto meglio. Dopo tre giorni dalla laurea, sono andata ad abitare a Casale Monferrato, nel 2008. All’inizio è stato difficile orientarsi, un conto è stare in vacanza all’estero, un altro è viverci. A me stupiva che in Comune mi chiedevano se fossi della Germania Est o Ovest, o se avessi il permesso di soggiorno. Mi infastidiva un po’, speravo in un’Unione Europea più aperta, invece c’erano tanti ostacoli, anche amministrativi. Io pensavo che i due paesi comunicassero di più”. In ogni caso, racconta Verena, la fase di ambientamento è andata per il meglio: “Quando mi sono stabilita ho cominciato a praticare ballo, anche a livello agonistico. Ho cercato un ballerino di latino-americano, diciamo che a un certo livello non ce ne sono molti. Ne ho trovato uno in Valle Imagna, abbiamo cominciato a fare coppia e insieme abbiamo girato l’Italia e il mondo, partecipando a moltissime gare, anche ai Mondiali. Era un modo per unire due passioni, l’italiano e il ballo”.
Dopo aver cambiato vita una volta, per Verena è il momento di farlo ancora. “Mi sono innamorata di Pietro, il mio ballerino: viene dalla Valle Imagna, Sant’Omobono Terme. Era scomodo frequentarsi a distanza, all’inizio facevo avanti indietro, ma era troppo lontano: due anni fa mi sono trasferita a Sant’Omobono. L’accoglienza è stata bellissima, qui a Calolzio la contrada mi ha fatto sentire bene, è un piacere stare con loro”. La prima impressione su Sant’Omobono è decisamente positiva. “Il Comune è molto organizzato, non ho più quelle difficoltà che avevo prima. Un altro fattore importante è che c’è tanto verde, posso andare col cane per il bosco e mi piace tantissimo, non c’è solo natura, ma a Sant’Omobono ci sono i servizi, i negozi… è comodo”.
Verena ha dunque deciso che è la Valle il luogo in cui mettere radici. “Quando mi sono trasferita, ho iniziato a mettere su un’attività di consulenza con Pietro, che da due mesi è mio marito: io sono consulente nell’ambito della manualistica e digitalizzazione, è un campo multilingue, mentre lui è consulente amministrativo. Abbiamo anche una scuola di ballo verso Bergamo, ma con il Covid abbiamo dovuto rallentare e aprire qualcos’altro. All’inizio non è stato facile, perché per la pandemia era tutto chiuso. L’ho presa come una sfida e ora sono ripartite entrambe le attività. Io ho sempre voglia di mettermi in gioco, di sviluppare i miei sogni, alla fine non è stato facile cambiare vita praticamente due volte, ci vuole coraggio. Se ci penso adesso, credo di essere stata coraggiosa. Non conoscevo nessuno, ma sono stata accolta bene: al nostro matrimonio la contrada ha decorato il nostro giardino per festeggiarci. Non ho visto i bergamaschi “chiusi”, in Valle ho trovato tanta curiosità e gentilezza, c’è molto apertura”.
Le svolte di questa lunga storia permettono oggi a Verena di poter tracciare un bilancio del proprio percorso. “Sicuramente, è difficile fare un paragone tra le nazioni, dopo un paio di anni ti senti di appartenere a entrambe, non posso definirmi tedesca, ma nemmeno italiana. Di qui mi piace tanto il forte senso della famiglia, ma anche la varietà di natura in poco spazio, in un’ora e mezza d’auto sono al lago o al mare. Questo è un grande vantaggio, ovviamente il clima, non mi immaginavo, da turista, che ci potesse essere la neve, ma all’inizio conoscevo l’Italia solo a pezzi, non pensavo potesse esserci questo freddo. Apprezzo molto il cibo italiano, integrando con piatti tedeschi, e credo si sia capito che amo la lingua”.
Il Belpaese l’ha dunque stregata, sebbene alcuni aspetti della vita in Germania siano ancora irraggiungibili. “Qualche volta non trovo la stessa organizzazione, ho l’impressione che alcuni passaggi siano un po’ complicati. Mi mancano alcune usanze tipiche, noi festeggiamo il 24 dicembre, con i mercatini: non sono così sentite in Italia, mi mancano alcune tradizioni che qui non ci sono. Mi mancano evidentemente i miei famigliari e alcuni amici d’infanzia, non li vedo molto specie negli ultimi anni. In generale, direi che forse in Germania è più facile trovare stabilità, anche economica”.