Itinerari fra arte, gusto e fede – Strozza, dove il tempo si è congelato

Sosta nello splendido borgo di Amagno per ammirare un’antica nevera, un museo che custodisce tanti oggetti del passato e scoprire la leggenda del fantasma Pierino.
4 Marzo 2019

Verticale, a pozzo, a cassetti: oggi per chi vuole acquistare un freezer c’è l’imbarazzo della scelta. Ma non è sempre stato così. C’è stato un tempo, prima del Boom economico che ha visto fiorire l’Italia nel Dopoguerra, in cui non c’erano né freezer né frigoriferi. E gli alimenti si conservano sulle finestre, nelle cantine, negli angoli più freddi della casa, dentro la moscarola (che come suggerisce il nome teneva lontano le mosche ma non il caldo).

Solo i nobili e i ricchi, i conventi e gli ospedali disponevano di mezzi economici per conservare le derrate alimentari nelle ghiacciaie e nelle nevere. È il caso dei signori che un tempo vivevano nel borgo di Amagno, a Strozza, paese strategico per la vallata: nel Medioevo vi finiva la strada e da lì in poi si proseguiva per mulattiere, a piedi, a cavallo o sul dorso di un mulo. Non è dato da sapere chi fossero questi signori, ma è certo che fossero abbastanza ricchi da permettersi una nevera: un grande spazio scavato nella terra, alto circa 6 metri e largo 3 metri.

Come funzionava – Dalla botola (situata nel cortile retrostante al palazzo) in inverno i servi scaricavano la neve raccolta nei prati circostanti . All’interno (si accedeva e si accede tutt’ora tramite un cunicolo di 15 metri che parte da un locale sottostante l’abitazione) altri dipendenti avevano il compito di sistemare e compattare la neve. Una volta riempita, la botola sulla sommità veniva chiusa, isolata con un coperchio di legno e foglie, e ricoperta da una pietra. Venivano chiuse anche le tre porte presenti lungo il cunicolo di accesso. E la ghiacciaia veniva dimenticata. Solo per pochi mesi però. Con l’arrivo dell’estate, una parte di neve si era sciolta, ma la restante era diventata un blocco di ghiaccio compatto, sopra il quale potevano essere posizionate perimetralmente mensole o appesi direttamente gli alimenti.

Un tesoro nascosto“Era un vero e proprio frigorifero a 3 stelle, in classe A, a basso consumo energetico: garantiva cibi freschi senza alcuna spesa, perché i poveri valdimagnini venivano ben poco pagati – scherza Giuseppe Ghidorzi, geometra, conservatore e guida didattica. È grazie a lui che questa storia è stata riscoperta e oggi è possibile ascoltarla, vederla dal vivo. Prima che “l’antica ghiacciaia” di Amagno venisse aperta al pubblico, pochi conoscevano il segreto della Ca’ del Maestro, l’edificio del tardo Cinquecento che la ospita e che ha preso il nome dall’attività di uno dei suoi ultimi proprietari. Solo a partire dal 2000 l’Amministrazione comunale (l’attuale proprietaria dell’immobile), su consiglio dello stesso Ghidorzi, ha deciso di riscoprire questo tesoro. E, in accordo con la Soprintendenza, ha effettuato i lavori di ristrutturazione.

Il fantasma Pierino – “Fu proprio durante questi – spiega Ghidorzi che nel secondo locale si scoprì una grossa zona con l’intonaco più recente di quello medioevale delle altre pareti. Si decise allora di intervenire per rimuovere quel misterioso tamponamento. E fu così che si scoprì che nascondeva un bellissimo camino con “necia” e seduto nella nicchia stava Pierino, “il fantasma della ghiacciaia””. La leggenda narra che tutte le notti esce con la sua lanterna, e provvede a pulire e tenere in ordine gli oggetti del Museo Valdimagnino. Già, perché dopo che gli ambienti sono stati restaurati, sono stati trasformati in un rifugio per tantissimi oggetti del passato, provenienti dal paese, dalla vallata e alcuni anche dal Museo della Valle di Zogno.

Oggetti del passato – Gerle, scarponi, “sguri”, ma anche “sivlì” e “stignat” della polenta: ogni elemento racconta una storia. La storia di famiglie povere e numerose, di emigranti, di boschi e stalle, di fatiche dettate dallo scorrere delle stagioni e dai muggiti degli animali. Fra le immagini esposte, spicca una foto della Cornabusa, con il santuario in cima a vegliare una valle senza strade né macchine, unico superstite di un mondo ormai scomparso, che a Strozza, nella Ca’ del Maestro, si è conservato. Congelato per le generazioni future.

Quando visitarla:

Le visite alla ghiacciaia e al museo sono possibili in occasione delle varie festività che interessano Strozza e il centro storico di Amagno. Le visite sono possibili ogni fine settimana. Si può prenotare telefonando al comune di Strozza (035 863249) oppure alla guida Giuseppe Ghidorzi (339 7704558 – 035 863240). Informazioni sui siti www.museovaldimagnino.it e www.ghiacciaiadelmaestro.com

La curiosità:

Davanti all’ingresso del museo è possibile ammirare un antico lavatoio. La struttura è costituita da due vasche adiacenti, comunicanti con una vasca di testata dove è posizionato il “troppo pieno”. Sul perimetro sono disposte le lastre piane, un tempo idonee al lavaggio dei panni.

L’appuntamento da non perdere:

Sabato 9 marzo, in occasione della Festa della donna, appuntamento al borgo di Amagno. Nel corso del pomeriggio (dalle 16), alla presenza delle “Donne di Ornica” che racconteranno la loro esperienza, si terrà una merenda con un trofeo di torte. A seguire la tombolata, la cena contadina e, in serata, musica con gli Amici di Pregiate nel Teatro della Torre. Per info e prenotazioni 3496433723.

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