Marta Ripamonti, da Zogno a Ginevra per studiare le cellule

Da Zogno a Ginevra, passando per Pavia: l’avventura di Marta Ripamonti l’ha condotta fino in Svizzera, in qualità di ricercatrice nell’ambito delle biotecnologie mediche per l'Università di Ginevra
20 Aprile 2019

Da Zogno a Ginevra, passando per Pavia: l’avventura di Marta Ripamonti l’ha condotta fino in Svizzera, in qualità di ricercatrice nell’ambito delle biotecnologie mediche per l’Università di Ginevra. Un percorso lungo, iniziato con la laurea triennale alla Statale di Milano, per arrivare alla specializzazione a Pavia.

“Prima di concludere gli esami ho presentato diverse candidature per un dottorato, al termine degli studi non si cerca un lavoro, è necessaria un’ulteriore specializzazione” spiega la ricercatrice, 27 anni. L’impatto con la nuova realtà è stato buono. “Ginevra è una città internazionale, nel mio gruppo di ricerca ci sono portoghesi, marocchini, francesi… per comunicare usiamo inglese e francese, la ricerca scientifica è internazionale”.

A proposito di scienza, Marta spiega che “il nostro gruppo si occupa di migrazione e adesione cellulare, cerchiamo di comprendere come fanno le cellule a migrare per aderire ai substrati, come durante le metastasi dei tumori. È un lavoro complesso, servono molti strumenti usa e getta, la ricerca ha un costo.

Marta racconta anche che, in Svizzera, un ricercatore guadagna il 70% in meno rispetto ad un lavoratore che svolge lo stesso impiego, “Godi di un doppio status, sia di studente sia di lavoratore; in Italia invece sei solo studente. Facendo attenzione si arriva alla fine del mese, ovviamente la vita in Svizzera è più cara, non si può uscire tutte le sere”.

Marta, però, non si sente un cervello in fuga. “Lavorare e studiare all’estero è un’esperienza, tuttavia in futuro vorrei rientrare in Italia, qui ho famiglia e il mio compagno.”. Alla domanda su cosa le manchi più del nostro paese, la riposta non può che essere “il cibo (ride), la differenza si percepisce anche nelle mense. Non solo, in Svizzera sono molto cordiali, non calorosi ma nemmeno scortesi. È una città di respiro internazionale, senza dubbio.”

Affezionata all’Italia, Marta racconta che a Ginevra ha conosciuto il circolo dei Bergamaschi nel Mondo, “Ci ritroviamo una volta all’anno, abbiamo appena festeggiato il 50^ anniversario di fondazione”. Dall’estero emerge un’immagine particolare del Belpaese: Gli stranieri hanno un’idea molto positiva dell’Italia, la nostra cultura, il paesaggio, l’arte e il cibo restituiscono un’impressione buona del nostro paese”.

 

 

 

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